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L’ innovazione del pensiero meridiano

Nascono dal basso e nel tempo hanno guadagnato la dimensione orizzontale di confronto e relazione con la città e l’ intero territorio Metropolitano, ma anche la dimensione verticale di collaborazioni e partenariati accademici con il centro interuniversitario ABITALab dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e 50 realtà tra Istituzioni, Associazioni, Cooperative diffuse sul territorio regionale e nazionale

di Maria Pia Tucci

Competitivi, innovativi, sostenibili. Appaiono così i funder, di PMOpenLab, nella loro sede di Reggio Calabria. Uno spazio d’ impresa open, di coworking e officina di innovazione digitale. Circondati da prototipi, modelli in scala e stampanti 3D che raccontano del ciclo sostenibile degli elementi di scarto e di una sfida lanciata per rispondere alla domanda generale: «Perché l’innovazione non può avere casa a Reggio Calabria?»

Loro sono Giuseppe , Alessia ,Andrea, architetti e dottori di ricerca e Anna, avvocato e specializzata in bandi competitivi. Ma sono solo la base di un network strutturato e attivo, di una community che è un laboratorio permanente di cultura sostenibile, e coesione sociale nel cuore del mediterraneo.

«Siamo nati in un tempo di vuoto sociale, nel 2013 quando la città era Commissariata – dice Giuseppe Mangano, presidente di Pensando meridiano e Community Manager di PMOpenlab – . Ma era anche tempo nel quale in Italia si facevano strada le professioni legate all’ innovazione delle imprese. Allora abbiamo allungato lo sguardo e ci siamo messi in gioco, con l’ intento di rispondere alla mission di riabitare i nostri spazi in città e nel territorio dell’ area metropolitana, puntando sulla ricerca per renderli competitivi e sostenibili da tutti i punti di vista. L’ idea, oggi realtà, era quella di diventare motore e trasmissione di innovazione sociale e d’ impresa».

Hanno scelto di partire dalla riflessione letteraria e antropica sul Sud, traendo ispirazione da Il Pensiero meridiano di Franco Cassano «E oggi siamo riconosciuti come quelli che fanno – racconta Anna Cara, avvocato e amministrativa, mente razionale dell’ impresa in un covo di poeti – come dice lei stessa – con il risultato che 200 giovani calabresi, ma anche provenienti dalla dirimpettaia Sicilia, si sono formati alla scuola di Pensando meridiano».

Nascono dal basso e nel tempo hanno guadagnato la dimensione orizzontale di confronto e relazione con la città e l’ intero territorio Metropolitano ma anche la dimensione verticale di collaborazioni e partenariati accademici con il centro interuniversitario ABITALab dell’ Università Mediterranea di Reggio Calabria.

E dal pensiero è scaturito anche un network di circa 50 realtà tra Istituzioni, Associazioni, Cooperative diffuse sul territorio regionale e nazionale.

Le azioni di Pensando meridiano e PM OpenLab danno vita al Social Funding, strumento impiegato a sostegno delle attività di crescita dei percorsi di capacity building dei soci di PM, per l’ acquisizione di attrezzature e strumentazioni avanzate e l’attivazione di nuove progettualità.

Così come è accaduto, ad esempio, nei primi mesi della pandemia, lo scorso anno, come racconta Andrea Procopio, amministratore di PMopenlab, eco-design e specialista in stampa 3D, che ha riadattato il dispositivo di sicurezza: open medical visor, per il quale hanno ricevuto il premio innovazione 2020 dalla Camera di Commercio di Reggio Calabria.

«Dal progetto digitale in open source, seguendo le indicazioni ottenute dai sanitari del Grande Ospedale Metropolitano (GOM) di Reggio Calabria, il prototipo è stato stampato nella nostra sede, verificato e poi messo in produzione per farne dono alle associazioni e alle strutture ospedaliere in prima linea contro il Covid-19. A fronte degli 800 dispositivi messi in circolazione – continua Procopio- grazie alle donazioni attivate in network, siamo riusciti a dotare il nostro laboratorio di una nuova stampate 3D che ora è a disposizione dei soci nello spazio di lavoro condiviso».

«Un percorso etico – chiude Procopio- che fa parte delle nostro know-how e ci permette di fare da incubatore per nuovi imprenditori attenti ai modelli di economia circolare».

Attenzione allo sviluppo integrale che è valso il premio 2020 della call NOPLANETB di punto.sud grazie al progetto Knowledge vs climate change, sostenuto da Fondazione Con IL SUD e cofinanziato dall’ Unione Europea, che ha parlato il linguaggio della disseminazione e trasferito conoscenze sui cambiamenti climatici nell’ aria della periferia sud di Reggio Calabria.

E 7 su 17 sono le azioni coerenti con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) di Agenda 2030 che hanno garantito a PM di essere anche socia, dal 2020 di ASviS (Alleanza per lo Sviluppo): dall’attuazione di strategie e tattiche di innovazione sociale e urbana, alle politiche di coesione per giovani under35 a sud, alle attività di formazione e informazione.

«Volevo avere l’ opportunità di rimanere nella mia città natale e acquisire prima e trasferire poi tutte quelle competenze che mi permettessero di attivare processi di sviluppo sociale e sostenibile per il mio territorio» dice Alessia Palermiti, Direttore Tecnico e funder di PMopenLab, lei che è anche fotografa, videomaker e la storyteller del gruppo e che con la sua abilità ed esperienza acquisita accompagna il racconto per immagini dello sviluppo locale e rurale delle comunità che incrociano la capacità intelligente e innovativa del pensiero meridiano.