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Economia & Impresa sociale 

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: dalla transizione energetica la spinta per cambiare il Paese

Possiamo rilanciare l'economia con l'impact investing: se ne è discusso oggi in un webinar del Forum per la Finanza Sostenibile. Becchetti: «Sta nascendo una finanza generativa, capace di creare un certo livello di profitto con una valutazione d'impatto rafforzata»

di Redazione

«La prossima rivoluzione? Sarà quella del senso». Ne è convinto Leonardo Becchetti, economista, intervenuto oggi al dibattito sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza organizzato dal Forum per la Finanza Sostenibile.

Il Forum per la Finanza Sostenibile è un’associazione non profit nata nel 2001. La base associativa è multi-stakeholder: ne fanno parte operatori finanziari e altre organizzazioni interessate all’impatto ambientale e sociale degli investimenti.

Oggi, ha spiegato Becchetti, «siamo davanti a una svolta impact, veicolata da una finanza che io proprongo di chiamare finanza generativa: capace di creare impatto nel memento stesso in cui genera senso». Sarà il senso, infatti, a orientare le politiche del Piano sui sei settori strategici d’intervento per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico.

Il successo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha insistito Becchetti, sarà deterninato dalla sua capacità di articolare e catalizzare senso orientandoci verso una transizione ecologica che, oramai, è stata sposata anche dai fondi più aggressivi come Black Rock.

Il tutto non potrà che avvenire in una nuova partnership pubblico-privato, che coinvolga in particolare alcuni ambiti strategici, come le PMI e il social housing, settore quest'ultimo in cui si concentra oltre il 70% degli investimenti impact.

«Il PNRR è d'altronde un acceleratore», ha spiegato Massimo Beccarello di Confindustria, «un acceleratore che ha bisogno di certezza di processi autorizzativi per le infrastrutture: su questo punto il Paese è ancora indietro». L'elemento della transizione è fondamentale per permettere alle imprese di adeguare i loro modelli produttivi verso un'econonomia low carbon. Ma, ha aggiunto Francesco Bicciato del Forum, lo è tanto a livello centrale, quanto a livello locale. Serve dunque una Pubblica Amministrazione attenta ai processi e, soprattutto, capace di cogliere le incredibili opportunità che si aprono, senza frenarle.

Nella sfida dell'economia circolare, il sistema «deve comprendere uno Stato capace di votare col portafoglio: dobbiamo accelerare premiando le aziende che orientano la loro innovazione al green e alla transizione energetica», ha commenta Becchetti. Questo all'interno delle aziende, «mentre al loro interno dovremmo premiare quei manager che riducono le esternalità».

La premialità negli obiettivi aziendali deve favorire una coerenza fra interno ed esterno. La sfida di una «giusta transizione» parte da oggi: «solo iniziando adesso e intervenendo adesso», ha concluso Becchetti, «si possono raggiungere gli obiettivi di domanI: migliorare la qualità ambientale, rispettando il quadro della regolamentazione europea e dotandoci di nuovi indicatori d'impatto».


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