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Co-progettazione: la parola chiave di #unestatepercrescere

«Non è solo un annuncio ma un impegno su cui stiamo lavorando, per dare coordinamento e integrazione a questa rete strutturale che deve sempre più diventare il volto della scelta adulta nei confronti dei giovani», ha detto la ministra Elena Bonetti. A breve ci sarà anche la «revisione della linee guida» che andranno a definire gli aspetti operativi delle attività estive, a cominciare dal rapporto tra educatori e bambini/ragazzi

di Sara De Carli

Coprogettazione e comunità educante: sono queste le parole che restano del ricco dibattito che ha raccolto Terzo settore, enti locali, scuole ed esperti attorno all’obiettivo più urgente dei prossimi giorni: dare ai nostri ragazzi #unestatepercrescere. L’appuntamento, organizzato da Vita e Save the Children, condotto dal direttore di Vita Stefano Arduini ha visto la partecipazione della ministra Elena Bonetti che ha confermato come accanto al Piano Scuola Estate presentato pochi giorni da dl ministro Bianchi ci sarà anche quest’anno la valorizzazione dei campi estivi: «Non è solo un annuncio ma un impegno su cui stiamo lavorando, per dare coordinamento e integrazione a questa rete che deve sempre più diventare il volto della scelta adulta nei confronti dei giovani», ha detto la ministra Bonetti. A breve ci sarà anche la «revisione della linee guida» che andranno a definire gli aspetti operativi delle attività estive, a cominciare dal rapporto tra educatori e bambini/ragazzi.

La ministra ha fatto alcune sottolineature importanti: l’urgenza di una attenzione specifica per gli adolescenti; il Terzo settore come «un mondo che non è a cornice o aggiuntivo ma che è soggetto di educazione in ambito non formale, che concorre alla comunità educative»; il fatto che «la chiusura di tanti luoghi educativi ha messo in evidenza come la progettazione su criteri unicamente adulti non è sufficiente per essere accanto ai bambini»; il fatto che «come ha dimostrato la risposta della scorsa estate, il nostro Paese è già dotato di energie e progettualità: oggi ancora più convintamente esse sono chiamate a costruire reti e connessioni, per dare una risposta organica». Ha parlato espressamente di «co-progettazione e co-organizzazione che devono diventare strutturali, non solo legate al tempo estivo o all’emergenza Covid, con un Terzo settore che non ha solo il ruolo di sanare ferite ma di costruire percorsi di empowerment e di agire come “laboratorio educativo” e l’educazione non formale che sarà sempre più sfida per il tempo che ci attende».

Vanessa Pallucchi (Legambiente) ha spronato ad immettere un fattore culturale nelle relazioni fra Terzo settore, scuola e enti locali e nei nascenti/nascituri patti educativi di comunità: «In queste novità e opportunità sui territori vediamo il rischio che vengano prese come uno spostamento scuola-centrico. È un’opportunità di dialogo ma sia scuola che il Terzo settore devono sapere instaurare il dialogo, altrimenti abbiamo la scuola che è accentratore e il Terzo settore nel solo ruolo di servizio: dobbiamo invece aprire al cambiamento della governance dell’educazione. La scuola ha certamente un ruolo strategico ma solo la sinergia può portare al contrasto efficace della povertà educativa che è diffusione estesa sui territori delle opportunità educativa, portandole soprattutto dove ce ne sono meno. Per costruire comunità educative allargate occorre rompere l’autoreferenzialità reciproca che c’è stata finora e costruire un punto di vista diverso».

Giovanna Marano, assessore all’istruzione del Comune di Palermo ha chiesto certezza di risorse, linee guida in tempi velocissimi perché i tempi per la coprogettazione sono strettissimi, mettere a disposizione strumenti chiari per capire come si possono utilizzare gli spazi scolastici durante il tempo non scolastico. Laura Galimberti, in analogo ruolo a Milano ha evidenziato come lo sforzo per costruire patti educativi di comunità «ce lo porteremo nel futuro, questa collaborazione stretta fra scuole, territorio e Terzo settore sarà qualcosa che resterà di buono. Sfrutteremo immediatamente non solo la coprogettazione ma anche la possibilità di accreditamento che finalmente sono venute dalle linee guida del Ministero del Lavoro, gli strumenti adesso ci sono, è un’opportunità da non perdere».

Donatella Turri, dell’area educativa di Caritas Italiana ha parlato della necessità come Terzo settore di crescere insieme su linguaggi comuni, con competenze nuove: «Non solo essere bravi educatori, ma essere facilitatori di comunità, con la stessa “connessione di sguardi” non solo sui progetti ma sui singoli bambini». Vittorio Bosio, presidente del CSI ha posto il tema della vaccinazione per gli educatori e i volontari delle attività estive e ribadito come questi lunghi mesi di blocco delle attività siano stati utilizzati proprio tempo per formare gli operatori e fare una nuova cultura, dal momento che «dovremo abituarci per lungo tempo a fare le attività in modo diverso da prima». Vanessa Niri, vicepresidente di Arciragazzi, ha evidenziato come le famiglie escono da un anno di crisi anche economica e quindi orienteranno la loro scelta guardando ovviamente anche ai costi delle varie proposte estive: «se vogliamo essere recettivi soprattutto per i bambini e i ragazzi che hanno visto un maggiore impoverimento di opportunità educative in questo anno e mezzo, dobbiamo poter rispondere a questa esigenza delle famiglie, con progetti sostenuti in maniera diretta o indiretta dal punto di vista economico».

Andrea Gavosto, Direttore della Fondazione Agnelli ha ribadito come bambini e ragazzi in questo anno abbiano «perso tantissimo da punto di vista delle competenze: il Piano Estate deve prevedere il recupero delle competenze, non solo ma anche questo. Non si tratta dei “soliti” corsi di recupero, perché tutti gli studenti hanno perso qualcosa. È urgente e importante. Il Piano da questo punto di vista è un po’ timido, anche a giugno. Questo “ponte” che vogliamo costruire non può non partire dalle scuole, non possiamo pensare di bypassare le scuole se l’obiettivo dichiarato è il recupero delle competenze. E se questo recupero riguarda tutti gli studenti, 520 milioni non sono poi tanti e sapendo che 320 sono da fondi PON con scadenza presentazione progetti il 21 maggio, è evidente che solo le scuole più organizzate riusciranno a proporre progetti».

Tanti gli spunti in chat: «È urgentissimo avere i protocolli per organizzare in tempi rapidi i centri estivi»; «Gli esiti dell'avviso pubblico "Educare in comune" e "Educare insieme" si riusciranno ad avere entro l'estate?»; «Ministro c'è una lunga lista di progettualità già candidate lo scorso anno all'avviso pubblico "EduCare": non si potrebbero riprenderle invece di pubblicare un nuovo bando per questa estate?»; «Serve sollecitare la vaccinazione per gli educatori, al pari degli insegnanti»; «Manca il tempo per un piano di sinergie e strategie, bisognava muoversi prima. Co-programmare e co-progettare, oggi che le scuole e i comuni non hanno contezza dei fondi specifici per ciascun ente, e in così poco tempo, sarà un miracolo: che proveremo a fare, certamente; ma se ci si fosse mossi prima…».

In conclusione della serata, Raffaela Milano, direttore dei programmi Italia – Europa di Save the Children Italia ha evidenziato positivamente la «grande volontà di esserci, da parte di tutte le grandi realtà e anche delle piccole che hanno critto in chat, volontà di esserci accanto ai bambini, nella prossimità. Mi è piaciuta molto la sottolineatura che è stata fatta, per cui questa estate sarà un’estate per accompagnare la crescita dei bambini ma anche per crescere noi come soggetti della comunità educante, come Terzo settore, scuole, enti locali.. perché soli non si va da nessuna parte. Essere insieme, mettere a disposizione talenti e capacità, per esempio perché non mettere in condivisione i nostri strumenti formativi agli altri?». Infine, un appello a Vita: «Diamo voce alle buone pratiche, al racconto delle esperienze di pratica educativa e di comunità educante che riusciremo a mettere in campo. Questa estate non è una perentesi, deve essere l’avvio della crescita del tessuto socio-educativo del nostro paese, a partire dalle aree più a rischio». Ci saremo.

Foto di Lukas da Pexels


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