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Enrico Ruggeri: «Ecco perchè domani saremo in onda su Canale 5 e non su Raiuno»

La Partita del Cuore andrà in onda per la prima volta su Canale 5 domani 25 maggio alle 21, dopo 29 anni in Rai- Intervista con il presidente dell'Associazione Nazionale Cantanti: “Un vero peccato perchè con il Festival di Sanremo, la Partita del cuore era il secondo evento continuativo della Rai. E poi uno sgarbo alla memoria di Fabrizio Frizzi a cui dobbiamo molto. In Mediaset abbiamo ritrovato l'entusiasmo”

di Riccardo Bonacina

La Partita del Cuore andrà in onda per la prima volta su Canale 5 domani 25 maggio alle 21, dopo 29 anni in Rai, vedrà alla conduzione Federica Panicucci con Giorgia Rossi a bordo campo, la telecronaca di Pierluigi Pardo e le incursioni irriverenti di Gene Gnocchi. L'evento sarà in diretta dall’Allianz Stadium di Torino dove la Nazionale Cantanti sfiderà i Campioni per la Ricerca tra cui Andrea Pirlo e Gigi Buffon.

Il presidente della Nazionale Cantati, Enrico Ruggeri, cantautore, scrittore, conduttore, è davvero dispiaciuto di non poter festeggiare i 30 anni su Raiuno, la rete che da sempre trasmette l’evento. «La Partita del cuore, dopo il Festival di Sanremo, era il secondo evento continuativo. È davvero un peccato». Ci dice Ruggeri.

Come andò nell’anno del debutto, il 1992?

Penso a quanto Fabrizio Frizzi si batté quell’anno. Mogol insisteva con le sue visioni che poi spesso diventano progetti, quello di una partita in Tv in cui vincano tutti e vinca la solidarietà, in cui intervengano capi dello Stato e personalità. Quello che di fronte a quella che era poco più di una visione, disse “lo faccio”, fu proprio Fabrizio Frizzi. La Federazione Calcio ci propose lo Stadio dei marmi o al massimo il Flaminio e la Rai disse “mandiamo due telecamere per un collegamento”. A quel punto Fabrizio Frizzi disse “No questo evento lo prendo io in carico, ci credo”. Fu lui a battezzarci e il 3 giugno del 1992 giocammo in un Olimpico con 80mila persone, la conduzione affidata a Fabrizio Frizzi e Red Ronnie, il commento sportivo a Gianfranco De Laurentis e Massimo De Luca. Ci seguirono quasi 8 milioni in Tv, un successo che ogni anno si è poi ripetuto. Ecco perché la Rai ha fatto uno sgarbo anche a Frizzi e alla sua memoria.

Tret’anni di Associazione oltre che di partita, un traguardo importante

È vero, la Partita del cuore, oltre ad essere un evento unico, è anche il frutto di una storia asssociativa importante e unica. All’estero ci hanno sempre guardato con invidia perché dicono, d’accordo, una partita la si può anche organizzare ma un’associazione che va avanti per decenni tra cantanti nessuno ci è mai riiscito. Gli Oasis, Rod Steward e tanti altri in questi anni ci hanno chiesto: “ma perché noi non siam capaci?”.

Trent’anni di partita del cuore quanti progetti avete sostenuto?

Abbiamo raccolto quasi 100 milioni di euro con una formula particolare, abbiamo sempre scartato la solita forma ambigua “dedotte le spese l’intero incasso andrà in beneficienza”, una formula dietro la quale sono successe anche cose orribili. Noi l’incasso non lo tocchiamo, non transita dalle nostre casse neppure un secondo, noi mettiamo in contatto l’ente o gli enti beneficiari con il sindaco e il gestore dell’impianto sportivo che bonificheranno l’incasso all’ente a fine manifestazione. La spese organizzative e di promozione che noi abbiamo per evento e per la vita dell’associazione sono spesate dagli sponsor che, ovviamente, arrivano se c’è la partita. Per questo la partita è per noi importante e la Rai lo sa benissimo. Riguardo ai progetti di rei che siano arrivati a una sessantina.

Oltre ai fondatori, tu, Morandi, Barbarossa, Mogol, Eros Ramazzotti, Paolo Belli, i giovani aderiscono alla vita associative?

Si ne cito qualcuno dimenticandone sicuramente tanti, Ermal Meta, Bugo, Raoul Bova, i rapper Shade e Random, Morena, Busta dei Subsonica, Marco Re, gli Stato Sociale. C’è sempre ricambio.

Da Raiuno nessun segnale, qualcuno che dica “abbiamo sbagliato”?

No, qualcuno che dica “abbiamo sbagliato” no. C’è invece molta ipocrisia nel dire “non ce lo aspettavamo”. Già lo scorso anno è stata una pena e alla fine siamo andati in onda per il rotto della cuffia infilati nella settimana della musica ma senza convinzione e quasi clandestinamente. Il passaggio su Mediaset si spiega anche con la ricerca dell’entusiasmo. Mediaset ci ha contattati e abbiamo visto in loro un’enorme voglia di fare. Rai1 invece è diventata elefantiaca, non particolarmente votata né alla qualità né agli ascolti, come i risultati dimostrano. Pensa che su Mediaset beneficeremo anche del cosiddetto Protocollo Champions con Striscia che chiude eccezionalmente alle 21.


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