Attivismo civico & Terzo settore

Adolescenti in difficoltà, nasce un Osservatorio

Lanciato dalla cooperativa sociale Arimo, nel corso dell’evento “Impossibili o invisibili?”, indagherà il fenomeno dei ragazzi a rischio di devianza in Italia, con l’obiettivo di guardare da vicino un mondo poco conosciuto. Basti pensare che a fronte dei quasi 30mila che hanno commesso un reato nel 2020 la percezione degli italiani è che a commetterli siano stati molti di più: 750mila

di Redazione

“Prevenire è meglio che curare”, così recita un detto popolare. Ma sarebbe meglio trasformarlo in “Prevenire e curare”. Si potrebbe riassumere così l’obiettivo del primo Osservatorio Annuale di Arimo, la Cooperativa sociale che dal 2003 aiuta ragazze e ragazzi in difficoltà, accompagnandoli verso l’autonomia sociale, economica e lavorativa. Un Osservatorio che nasce per “Intervenire prima. Prima che una difficoltà diventi una devianza. E intervenire dopo. Per riscrivere un destino che è tutt’altro che inevitabile”, come spiega una nota. Questo nuovo strumento è stato annunciato oggi, giovedì 10 giugno, nel corso dell’evento “Impossibili o invisibili?” e sarà presieduto da un Comitato Scientifico che si occuperà di studiare, capire e interpretare in maniera più efficace il mondo degli adolescenti in difficoltà, facendosi portavoce di bisogni e disegnando possibili interventi.

Arimo affianca minori a rischio di devianza, abbandonati dal nucleo familiare, minori non accompagnati e/o sottoposti a misure penali: adolescenti che devono essere (ri)educati al futuro, i cui percorsi sono spesso poco conosciuti o mal valutati, come emerso dall’indagine realizzata da Kantar per la Cooperativa Sociale Arimo presentata durante l’evento. Un appuntamento di confronto e approfondimento in cui Lamberto Bertolè, presidente Arimo, Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale dei Minori di Milano, Laura Laera, già presidente del Tribunale dei Minori di Firenze e Vicepresidente Cai, Joseph Moyersoen, giurista, formatore, Giudice Onorario del Tribunale dei Minori di Genova, e già presidente dell’Associazione Internazionale Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, Roberto di Bella, presidente del Tribunale dei Minori di Catania, promotore del progetto "Liberi di scegliere", e Francesca Perrini, Dirigente del Centro per la Giustizia minorile della Lombardia, hanno condiviso modelli, prospettive e bisogni delle nuove generazioni in difficoltà.

Un percorso che è partito dal confronto tra percezione e realtà (vedi infografica). Secondo l’indagine di Kantar, in particolare, la maggior parte degli italiani pensa che i giovani che delinquono siano circa 750mila: in verità, nel 2020 sono stati circa 30mila, in calo rispetto al 2019. Solo 1 italiano su 10 tra gli intervistati si è avvicinato alla stima corretta, mentre 2 italiani su 3 sono convinti che i reati minorili commessi nell’anno della pandemia siano addirittura aumentati.
Un altro pregiudizio riguarda la nazionalità di chi commette reati: solo il 23% è straniero, ma 1 italiano su 2 crede siano molti di più e 1 su 10 addirittura pensa che più del 70% dei reati minorili sia commesso da stranieri. Non solo, gli italiani tendono a sovrastimare anche il reato connesso alla detenzione e allo spaccio di stupefacenti: il 63% degli intervistati pensa sia il reato più commesso, mentre in realtà è solo al secondo posto. Il reato più commesso dai minorenni, infatti, è il furto. In terza battuta, le lesioni alle persone.

Tutto ciò dimostra quanto poco si sappia del mondo degli adolescenti e delle sue problematiche, con il rischio di perdere opportunità di riscatto e di risorse preziose. Destini che potrebbe essere reindirizzati e riscoperti, affinché, anziché ingrossare le fila della criminalità – anche organizzata –, vada ad apportare nuovo valore alla società civile.

«Nonostante i reati commessi dai minorenni siano diminuiti il 71% degli italiani è preoccupato per lo stato della delinquenza minorile», ha spiegato Federico Capeci, ceo di Kantar. «Solo il 16% però ritiene che la detenzione sia lo strumento più indicato: 1 intervistato su 3 sostiene invece che possano essere molto più efficaci le comunità educative, seguite dalle attività socialmente utili. Il 17%, inoltre, chiede nuovi strumenti non ancora conosciuti che non siano quelli ad oggi disponibili per questi ragazzi. Opportunità che fanno leva su una dimensione corale di aiuto e che presuppongono una maggiore partecipazione da parte della società civile. Il 60% degli italiani, infatti, si dice disponibile ad aiutare chi si occupa di minori in difficoltà. Una percentuale che per il 64% è rappresentata da appartenenti alla cosiddetta Generazione Z, ovvero ai nati fra il 1997 e il 2010. E anche questo ci dice molto sulle nuove generazioni. In sostanza, la delinquenza minorile pare più invisibile che impossibile».

Come certificato dal Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, gli ingressi di minorenni e giovani adulti negli Istituti penali per i minorenni in Italia nel 2020 sono stati 713, sui circa 30.000 denunciati. Gli altri sono in attesa di giudizio o sono sottoposti a misure alternative alla detenzione. Il tasso di recidiva per chi sconta la pena interamente in carcere è superiore al 60%. Nel caso delle misure alternative, invece, non supera il 20%. Percentuali che attestano l’inefficacia della detenzione, a cui va aggiunto anche il maggior costo economico a carico dello Stato. Un fallimento che si concretizza in ragazzi che entrano in carcere da giovanissimi per uscirne da adulti o non uscirne mai più. Perseguire strade alternative non significa scegliere soluzioni più leggere, piuttosto scommettere su pene più efficaci.
Come i percorsi di comunità, dove vengono richiesti impegno e responsabilità ai minori, che, anziché semplicemente attendere lo scadere della pena, vengono messi alla prova, chiamati a lavorare su se stessi per riscrivere, insieme, un nuovo futuro. È questo l’obiettivo a cui punta Arimo. Spazio di pensiero e laboratorio di progettazione di risposte e strategie di intervento per contrastare il disagio minorile, Arimo gestisce infatti servizi, comunità, alloggi, spazi educativi, attività formative e laboratori, collaborando con gli Enti Locali, con gli organi della Giustizia Minorile e con educatori preparati, capaci di relazionarsi con gli adolescenti con passione educativa oltre che con professionalità ed esperienza, per aiutarli a riappropriarsi del loro futuro.

«L’unico modo per cambiare un destino che sembra essere già segnato da contesti sociali emarginanti o da pregresse esperienze fallimentari è mettersi al fianco di questi ragazzi, con responsabilità e fiducia. Arimo si pone da sempre questo obiettivo perché siamo convinti che un adolescente che commette un reato stia chiedendo spesso, inconsciamente, aiuto al mondo adulto. Le risposte che possiamo dare, che possono essere anche sanzionatorie, devono soprattutto essere risposte responsabilizzanti e non passivizzanti, come quelle della detenzione» ha confermato Lamberto Bertolè (nella foto), presidente di Arimo. «Costruire risposte attive significa lavorare insieme per costruire nuove basi per il proprio futuro. Le realtà come Arimo che svolgono attività di questo tipo non sono abbastanza e c’è sempre più bisogno di personale competente, per poter aiutare non solo i minori che commettono reato, ma tutti gli adolescenti che si trovano in difficoltà. L’Osservatorio Annuale e il Comitato Scientifico aiuteranno a compiere il primo, imprescindibile passo per comprendere in profondità il loro mondo, ma chiediamo a tutti di unirsi a noi per attivare nuove sinergie e intervenire prima e meglio in favore di questi giovani».
Ad affiancare il presidente di Arimo, Lamberto Bertolè, nel Comitato Scientifico che presiederà l’Osservatorio Annuale, hanno già confermato il loro impegno Joseph Moyersoen, Federico Capeci e Ferruccio De Bortoli, già direttore di Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore: professionisti che hanno sempre fatto dell’informazione un elemento centrale del loro operato. Mai come in questo caso, infatti, è fondamentale conoscere il fenomeno per poi poter intervenire con percorsi e formazioni mirate.

Immagini fornite da ufficio stampa


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