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Economia & Impresa sociale 

Guerre Stellari, Cenerentola, I tre porcellini: con Luciano Canova l’economia diventa una favola

Si possono spiegare le politiche monetarie della Banca Centrale attraverso Alice nel Paese delle Meraviglie? E il debito pubblico con Guerre Stellari? E il gender pay gap con Cenerentola? E’ quello che prova a fare l’economista Luciano Canova nel libro, “Favolosa Economia” e nell’omonimo podcast. Con la partecipazione, tra i molti, di Elsa Fornero, Carlo Cottarelli e Katia Follesa.

di Sabina Pignataro

Si possono spiegare le politiche monetarie della Banca Centrale attraverso Alice nel Paese delle Meraviglie? E il debito pubblico con l’astronave “Morte Nera” di Guerre Stellari e le spese dell’Impero per mantenerla? E ancora i cosiddetti paesi PIIGS attraverso I tre porcellini? é quello che prova a fare Luciano Canova, economista e divulgatore della Scuola Enrico Mattei, nel libro “Favolosa Economia” (HarperCollins) e nel’omonimo podcast su storielibere.fm.

«L’economia è una disciplina che, il più delle volte, viene accolta da sopracciglia inarcate, espressioni terrorizzate e pensieri brutti. Forse anche per questo l’Italia è un paese che tutte le classifiche pongono agli ultimi posti in quanto a livello di alfabetizzazione economico-finanziaria dei cittadini», commenta Canova. «Ecco perché occorre restituire la complessità del reale, con un linguaggio accessibile a tutti, a partire proprio da quelle favole che si nutrono del linguaggio talvolta felice talvolta angoscioso della nostra infanzia e dei sogni più liberi».

Cosa insegnano Cenerentola, Harry Potter e Guerre Stellari?

«La favola de I tre porcellini è utile a mostrare che cosa significa fare le scelte in condizioni di incertezza, e prendere decisioni complesse che implicano una certa valutazione del rischio e un diverso orizzonte temporale», spiega l’economista che si occupa di qualità della vita e felicità. «I tre maialini sono come dei bravi bamboccioni che abitano con i genitori fino al giorno in cui decidono di cercare casa nel bosco, e ciascuno compie scelte diverse». Uno decide di costruirsi una capanna di paglia, il secondo opta per il legno mentre il terzo si mette a lavorare duramente per costruire una casetta di mattoni. La storia la conosciamo tutti, però: il lupo Ezechiele arriva a guastare il loro concerto, soffiando sulle case, prima su una e poi sull’altra, e spazzandole via, costringendo i poveretti a cercare rifugio dal fratello».

Pinocchio e l’economia reale

La storia di Pinocchio, invece, è il modo perfetto di introdurre il tema del denaro e della sua funzione. Lontano dalle sirene di gatti e volpi che provano a farla semplice con l’idea che il denaro si possa semplicemente stampare senza soluzione di continuità (o che possa crescere sugli alberi come nelle favole), il denaro è bene con più funzioni: mezzo di scambio, riserva di valore, unità di conto. «Senza economia reale, senza beni servizi e lavori che li producono, il denaro serve a poco. Anzi, se ce n’è troppo rispetto ai beni che un’economia è in grado di realizzare veramente, l’unica cosa che osserviamo è che perde valore con una spirale inflattiva o iperinflattiva che fa tornare alla mente le immagini di Weimar o, per usare un esempio dei nostri giorni, il Venezuela sull’orlo dell’immiserimento collettivo».

Cenerentola e il gender pay gap

Nell’ultimo capito c’è spazio anche per Cenerentola, «la colf peggio pagata dell’universo che vive una storia di riscatto decisamente oltre i limiti della magia». Canova l’ha usata come caso emblematico per illustrare il ruolo che ha la disuguaglianza nel favorire o meno chi sogna una vita di opportunità. E per spiegare, dati alla mano, perché c’è molto da fare molto per colmare quel gender gap che penalizza le donne di tutto il mondo e che, tutto sommato, fa provare anche un po’ di comprensione per le strategie razionali di investimento della perfida matrigna che, nella corsa al potere del regno, come un’investitrice razionale, punta sulle sue due figlie diversificando per accaparrarsi il regno.

I podcast

I podcast beneficiano della presenza di noti esperti, come Elsa Fornero, Fabio Sabatini, Carlo Cottarelli, Alessandra Casarico, Katia Follesa o Massimo Bordignon. Ad esempio, l’episodio “Gestire il futuro con Il Grande Gatsby”, a cui partecipa anche il direttore Ferruccio De Bortoli, prendendo spunto dal capolavoro di Francis Scott Fitzgerald, entra nel vivo nell’epico crollo di Wall Street, per spiegare come si dovrebbero gestire le previsioni per il futuro.

Tutto è economia

Podcast e libri non parlano solo di soldi, ma di economia nel suo senso più ampio. «Ogni nostra decisione, ogni nostra scelta è intrisa di considerazioni economiche. È economica anche la valutazione tra diverse opzioni quando si decide a quale corso di laurea iscriversi. È economica la scelta di sposarsi quando si soppesano vantaggi e svantaggi della vita di coppia. È economico ogni nostro giudizio sul modo in cui decidiamo di spendere il tempo. In poche parole, tutto è economia». Ma l’economia non è un scienza esatta. E infatti, a un certo punto Canova scrive: «Abbandoniamo il porto sicuro del codice binario, del “si o no”, e addentriamoci nel mare dei forse, dei se, degli errori sistematici e delle previsioni impossibili».

Foto in apertura, Jametlene Reskp_Unspash


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