Education & Scuola

Un alunno su 10 ha una cittadinanza non italiana

Sono circa 877.000, pari al 10,3% della popolazione scolastica. Ma il 65,4% è nato in Italia. Sotto la lente il passaggio dei 17/18 anni: tra i maschi la frequenza crolla al 65% e solo il 39% ha un percorso di studi senza bocciature. Nel 2020 l’indicatore ELET riferito agli studenti stranieri è pari al 35,4% a fronte di una media nazionale del 13,1%

di Redazione

Sessantacinque su cento, fra le ragazze e i ragazzi con cittadinanza straniera che frequentano le nostre scuole sono nati in Italia. In cinque anni (as 2015/2016 vs as 2019/2020) il numero degli studenti con cittadinanza non italiana nati nel nostro Paese è passato da oltre 478 mila a quasi 574 mila (+20% circa). Questi alunni costituiscono il 10,3% della popolazione scolastica: sono circa 877.000 su un totale di 8.484.000 ragazze e ragazzi che nell’anno 2019/20 hanno frequentato le scuole del Paese. Sono gli ultimi dati statistici, pubblicati oggi da Ministero dell’Istruzione.

Per la prima volta gli studenti con cittadinanza italiana hanno superato quota 10%, complice da un lato la flessione di circa 115mila unità (-1,5%) degli alunni italiani a fronte di una crescita di 19mila studenti con cittadinanza non italiana (+2,2%). I dati di trend mostrano che la presenza di quest’ultimi tende a stabilizzarsi. Vent'anni fa, nell'as 1999/2000, gli alunni con cittadinanza non italiana erano l'1,4% e dieci anni fa, nell'as 2009/10 erano il 7,5%.

Sono quasi 200 i Paesi del mondo da cui arrivano le famiglie dei ragazzi che oggi siedono nei nostri banchi, ma il 45,4% proviene da un Paese europeo. Seguono gli studenti di provenienza o origine africana (26,1%) e asiatica (20,5%).

Ecco i principali focus di attenzione.

Il crollo di scolarizzazione a 17-18 anni

I tassi di scolarità degli studenti con cittadinanza non italiana sono prossimi a quelli degli italiani sia nella fascia di età 613 anni (intorno al corrispondente alla scuola del 1° ciclo, sia nella fascia 14100%), 16 anni, corrispondente al primo triennio di Secondaria di II grado (nella quale scendono al 96%). Al contrario, a 17 e 18 anni di età (ultimo biennio di Secondaria II grado) il tasso di scolarità degli studenti con cittadinanza non italiana diminuisce fino al 73,2% rispetto all’81,1% degli studenti italiani. C’è quindi una brusca interruzione della frequenza scolastica che avviene a 17 e 18 anni e che di fatto impedisce a un terzo degli studenti con cittadinanza non italiana una formazione completa per inserirsi nel mondo del lavoro. L’interruzione scolastica riguarda in misura più preoccupante i ragazzi rispetto alle ragazze: per le femmine si passa dal 98,1% al 82,3% mentre per i diciassettenni maschi l’indice crolla dal 94,1% al 65,8%.

La scuola dell’infanzia

L’altro ambito di attenzione riguarda i bambini tra i 3 e i 5 anni con cittadinanza non italiana: frequentano la scuola dell’infanzia l’83,7% dei bambini con cittadinanza non italiana residenti in Italia, mentre il dato raggiunge il 96,3% per i bambini italiani. Le differenze di genere mostrano che sono più i bambini che le bambine a frequentare la scuola dell’Infanzia (84,6% contro 82,8%),

La presenza regionale

A livello nazionale, gli alunni con cittadinanza non italiana rappresentano, come detto, il 10,3% del totale della popolazione scolastica. Questo dato sintetizza una distribuzione territoriale tutt’altro che omogenea. A livello di grandi aree geografiche, i dati 2019/2020 confermano che la maggioranza degli studenti con cittadinanza non italiana si concentra nelle regioni settentrionali (65,3%). Seguono le regioni del centro (22,2%) e infine il mezzogiorno (12,5%). La Lombardia si riconferma la regione con il più alto numero di studenti con cittadinanza non italiana (224.089), oltre un quarto del totale presente in Italia (25,6%), laddove la regione assorbe il 15,4% degli studenti con cittadinanza italiana. Emilia-Romagna, Veneto, Lazio e Piemonte assorbono una quota di studenti con cittadinanza non italiana compresa tra il 9,0% e il 12%. In Emilia-Romagna, gli studenti con cittadinanza non italiana rappresentano in rapporto alla popolazione scolastica regionale il 17,1%, valore più elevato a livello nazionale.

La distribuzione nelle classi e nelle scuole

Sono il 6,8% le scuole d’Italia in cui il numero degli studenti con cittadinanza non italiana è superiore al 30% del totale degli iscritti, indicato dalle disposizioni ministeriali del 2010. È un dato in aumento. Complessivamente il 17,9% delle scuole non ha alcun studente con cittadinanza non italiana; il 58,3% ne ha fino al 15%; il 17,0% ne ha tra il 15 e il 30%. Ci sono poi 880 scuole in cui gli studenti di origine migratoria rappresentano la maggioranza (più del 50% degli iscritti): la metà (505 unità) sono scuole dell’Infanzia.

Regolarità, ritardi e abbandoni durante il percorso scolastico

La regolarità del percorso scolastico è una delle dimensioni di analisi attraverso cui valutare l’integrazione formativa e sociale degli studenti di origine migratoria. Il ritardo degli studenti con cittadinanza non italiana è spesso conseguente a inserimenti in classi inferiori a quelle corrispondenti all’età anagrafica, a cui si aggiungono lungo il percorso i ritardi dovuti alle non ammissioni e ripetenze. Le informazioni sull’età anagrafica degli studenti con cittadinanza non italiana e la classe frequentata permettono di ricostruire un quadro puntale della situazione. Nell’A.S. 2019/20 l’82,3% degli studenti stranieri con 10 anni di età frequenta regolarmente la quinta classe di scuola Primaria, il 12,6 % ha un anno di ritardo, il 1,3% ha accumulato due anni e oltre di ritardo. A 14 anni, corrispondenti alla frequenza della prima classe di Secondaria di II grado, la percentuale degli studenti di origine migratoria con percorso di studio regolare si ferma al 61,0% mentre il 37,0% frequenta ancora una classe di scuola Secondaria di I grado; il 29,4% è in ritardo di un anno, il 6,6% di due e l’1,0% di tre anni. All’età di 18 anni la percentuale di studenti regolari scende al 39,5% contro il 60,5% in ritardo: si va dal 3,3% dei 18-enni che frequenta il primo anno di Secondaria di II grado al 31,9% che frequenta il quarto anno. Nell’arco dei cinque anni di Secondaria di II grado quindi gli studenti in regola passano dal 61% al 37%. Il percorso scolastico delle studentesse è relativamente più regolare rispetto a quello dei ragazzi. Nonostante i miglioramenti, le distanze tra gli studenti italiani e quelli di origine migratoria rimangono notevoli. Nell’A.S. 2019/2020 gli studenti italiani in ritardo sono l’8,9% contro il 29,9% degli studenti con cittadinanza non italiana.

Gli alunni con cittadinanza non italiana sono quelli a più alto rischio di abbandono. Nel 2020 l’indicatore ELET – Early Leaving from Education and Training riferito agli studenti stranieri è pari al 35,4% a fronte di una media nazionale del 13,1%.

Foto Unsplash


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