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Economia & Impresa sociale 

Educatori negli enti locali: la volta buona per il riconoscimento del profilo professionale?

Si è aperto il tavolo negoziale per il rinnovo del contratto enti locali, che dovrebbe affrontare finalmente la annosa questione del riconoscimento dei profili educativi

di Fabio Ruta

Si è recentemente aperto presso l’Aran-Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni il negoziato per il rinnovo contrattuale delle “Funzioni Locali" (Ccnl “Regioni ed Autonomie Locali) per il biennio 2019-2021. Questa scadenza giunge in un periodo in cui la nostra società ha conosciuto lo choc dell’emergenza sanitaria e in cui il lavoro pubblico ha dovuto “riformularsi", soprattutto in termini di flessibilità ed innovazione tecnologica, per reggere la sfida. Comprendendo, in queste innovazioni, lo smartworking. Ma non bisogna dimenticare nemmeno la capacità di resilienza dei lavoratori in un periodo così sofferto, a partire da quelli che hanno continuato a prestare il proprio intervento professionale nei servizi sociali, sociosanitari, socioassistenziali, sociopedagogici ed educativi. Un lavoro svolto in favore delle fasce deboli e di soggetti in stato di fragilità e particolare vulnerabilità.

Il rinnovo contrattuale dovrà rispondere a diverse attese, non limitandosi alla parte “economica" dell’accordo, ma aggiornando anche aspetti della parte normativa. È attesa da tempo immemore una revisione del sistema di classificazione e delle declaratorie che definiscono i profili professionali. Si tratta di una leva importante per l’innovazione del lavoro pubblico e per l’individuazione e valorizzazione delle professionalità. Tra i profili attualmente non menzionati nelle declaratorie di questo contratto nazionale vi è quello degli educatori professionali, siano essi afferenti al campo sociopedagogico che a quello sociosanitario. In altri contratti, a partire da quello della Sanità, gli educatori sono giustamente riconosciuti e collocati (salvo disdicevoli situazioni di sotto-inquadramento) nel livello corrispondente alla laurea. La mancata menzione nel contratto degli Enti Locali ha comportato invece una situazione paradossale e disomogenea: con inquadramenti differenziati, “a macchia di leopardo", all'interno del medesimo comparto sul territorio nazionale. Il tema della riclassificazione di queste figure è ben noto alle parti negoziali, ma sino ad oggi è sempre stato rimandato a code contrattuali e a commissioni paritetiche, che purtroppo si sono concluse con un nulla di fatto. Questa occasione di rinnovo contrattuale potrebbe essere finalmente la volta buona. L'intenzione dichiarata dall’Aran infatti è quella di giungere a una soluzione delle molte questioni aperte in fase negoziale, senza ulteriori rimandi a “code contrattuali". Le organizzazioni sindacali chiedono una giusta collocazione dei profili professionali nelle adeguate fasce di merito (e quindi per quanto riguarda gli educatori al livello D).

Secondo Paolo Del Vecchio, educatore professionale e segretario della CGIL-Fp di Novara/VCO, «sicuramente nelle richieste sindacali unitarie per il rinnovo del Ccnl Enti Locali vi è l’obiettivo della riclassificazione degli educatori nella corretta collocazione e cioè la Categoria D, anche in virtù dell’accordo tra Ministro della PA, con la firma anche del capo del Governo Mario Draghi, e le OO.SS. che impegna lo stesso Governo, tra le tante cose per il rilancio del settore pubblico, al finanziamento della revisione del sistema di classificazione del personale anche nel Ccnl Enti Locali. È chiaro che tale impegno dovrà trovare la modalità poi di applicazione nella discussione che si sta facendo per il rinnovo contrattuale. Intanto però il lavoro nei territori prosegue nel riconoscimento di tutte e due le qualifiche di Educatori Professionali previsti dalle recenti finanziarie, nell’accesso nei concorsi pubblici del comparto Enti Locali».

Esempi ce ne sono. Il recente bando di concorso per Educatori Professionali del Comune di Novara, attraverso la contrattazione decentrata, «contiene tutte le modalità di riconoscimento, previste dalle normative, della qualifica di Educatore Professionale sia sociosanitario che sociopedagogico, per l’accesso al concorso stesso, dando modo così di creare le medesime opportunità per entrambi i profili, unificando di fatto nel mondo del lavoro i due titoli con il medesimo inquadramento contrattuale, Categoria D, che già da 21 anni a Novara si era raggiunto. Di fatto crediamo che la vera unificazione può avvenire soprattutto attraverso la contrattazione nei vari livelli e con le varie controparti, così come è avvenuto nel Ccnl delle Cooperative Sociali. Mentre invece dal punto di vista normativo, a causa della divisione creata da lobby corporative di varie associazioni professionali, e una immobilità della politica, il percorso di unificazione sembra fermo ormai da tempo, a causa anche dell’emergenza pandemica che ha determinato altre priorità. Ma si può oggettivamente affermare che la realtà lavorativa, nell’affrontare i problemi, è più concreta di quella parlamentare e politica».

Per Vanna Iori, senatrice del Partito Democratico, autrice di importanti commi che riguardano la valorizzazione delle professioni educative e pedagogiche, il collocamento nel livello di laurea degli educatori, che corrisponda al titolo e al percorso formativo fatto, è uno dei versanti importanti per il riconoscimento professionale di questa figura. «Auspico che venga sancita la ricollocazione al livello D, indipendentemente dall'indirizzo, poiché le attività degli educatori sono caratterizzate da elevate conoscenze in diversi ambiti educativi», dice la senatrice. «Tramite conoscenze acquisite con il percorso di laurea e consolidate con l'esperienza professionale: attraverso il continuo aggiornamento, con i cambiamenti sociali e relazionali in atto che richiedono relazioni con altri professionisti, con diversi contesti, con utenti e aree complesse che devono essere gestite per mezzo di conoscenze teoriche, esperienze pratiche e sguardo lungimirante. Si tratta dunque di una ricollocazione che attende una risposta coerente e in tempi rapidi».

Fabio Ruta, Educatore, Dottore in Consulenza Pedagogica e Ricerca Educativa


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