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Le quattro proposte de l’Agorà dei Giovani delle Acli per il lavoro del futuro

Da Catania, dove si sono riuniti per l’appuntamento annuale, arriva un documento con prospettive e proposte concrete affinché il Paese esca dalla crisi post pandemica disegnando un futuro a misura delle giovani generazioni

di Redazione

«I giovani sono senz’altro tra i gruppi più colpiti dalla crisi economica e sociale innescata dal Covid e per noi è stato un momento incredibile poterci rincontrare tutti a Catania, per le giornate dell’Agorà, che si sono tenute dal 15 al 17 ottobre, perché avevamo prima di tutto bisogno di rivederci, e poi di rimetterci in cammino perché sentiamo forte la chiamata ad un rinnovato impegno sui temi e sui contenuti», raccontano i giovani delle Acli che hanno partecipato all'appuntamento. Dal lavoro dei gruppi in quelle giornate e anche nelle settimana precedenti, è nato un documento che è stato consegnato anche agli esponenti di Governo che sono intervenuti alla kermesse siciliana.

«Questo documento vuole essere l’inizio di un processo più ampio e duraturo nel tempo, in grado di rilanciare non solo le nostre attività, ma anche di contribuire all’elaborazione di un’agenda che sappia guardare ai giovani, valorizzandone le capacità e le competenze e cercando di realizzare, finalmente, una più piena integrazione nella comunità nazionale», spiegano. L'Agorà ha ritenuto necessario stilare delle proposte come Giovani delle Acli per far sì che l'impegno iniziato con la tre giorni catanese non si esaurisse in Sicilia ma potesse continuare portando il tema "Giovani e Occupazione" al centro del dibattito associativo.

Secondo le ultime rilevazioni Eurostat (2020), in Italia il tasso di disoccupazione nel gruppo 15-29 anni si attesta al 22%, il dato peggiore dell’intera comunità europea dopo Grecia (29,3%) e Spagna (28,3%). L’Italia detiene inoltre il record di NEET, (23,3% della popolazione di riferimento, a fronte di una media europea del 13,7%). Questi dati ci confermano che il tema giovani è e deve essere un’urgenza nazionale.

Ecco in sintesi le proposte che abbiamo messo sul piatto, riunite in 4 aree tematiche che a nostro avviso necessitano un'accurata analisi volta a migliorare il nostro futuro:
1) Ripensare la formazione professionale e l’apprendistato.
Come Giovani delle Acli, accogliamo con soddisfazione la “Riforma degli ITS” contenuta nel PNRR (M4C1.1), che prevede un rafforzamento del sistema di istruzione professionale terziaria attraverso il potenziamento del modello organizzativo e didattico: i cambiamenti in atto nel mondo del lavoro richiedono nuove modalità di apprendimento e, di conseguenza, una nuova didattica, capace di integrare sapere e saper fare. Auspichiamo, nel solco della proposta lanciata dai Giovani Democratici di Milano , un progressivo abbandono del tirocinio extracurriculare come strumento di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, a favore di una diffusione della cultura dell’apprendistato.

2) Sostenere la creatività e l’imprenditoria giovanile. L’augurio è che, come sostenuto anche dal Ministro per le Infrastrutture, Enrico Giovannini, si proceda speditamente verso un sistema coerente ed efficace di sostegno all’imprenditoria giovanile in più settori, non limitandosi soltanto a quello turistico o di realizzazione di start-up. Inoltre, alle risorse del PNRR, se ne aggiungono ulteriori che possono favorire l’allargamento dell’estensione di questo sostegno ai giovani imprenditori, come il Fondo di Sviluppo e Coesione, fondi europei e fondi pluriennali di investimento. Immaginiamo una misura capace di integrarsi in una filiera nazionale e regionale di incentivi all’impresa già esistenti, costruendo un ecosistema in grado di offrire ai giovani un processo di crescita personale e collettivo con differenti soglie di accesso.

3) Per una nuova vocazione al Servizio Civile. Anche in Italia, come in altri Stati occidentali, si sta assistendo ad una crescente attenzione vero le attività di volontariato e dell’esperienza di Servizio Civile Universale come percorso di volontariato istituzionalizzato, incoraggiato come strategia capace di favorire l’impiego giovanile e sostenerne l’occupabilità, come si legge del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In quest’ultimo documento, il ruolo del Servizio Civile Universale viene proposto in due delle sei missioni contemplate: nella Missione Uno, intitolata “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”, e nella Missione Cinque, dedicata a “Inclusione e Coesione”. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dunque, vuol favorire un incremento del numero di giovani tra i 18 e i 28 anni che possano accedere ad un percorso di apprendimento volto ad accrescere le proprie conoscenze e competenze, soprattutto di carattere trasversale (le c. d. soft skill). Naturalmente, il riconoscimento del carattere strategico delle competenze trasversali non deve sminuire il valore del sapere e delle competenze specifiche che ne derivano (le hard skills). L’importante è riconoscere che quest’ultime non si attivano se non intrecciandosi con le competenze personali di ciascuno (le soft skills, appunto). Come giovani delle Acli crediamo che il Servizio Civile possa costituire, oltre che un valido percorso di crescita e orientamento professionale, anche uno mezzo per consentire a chi lo svolge di “riconnettersi” politicamente e socialmente come cittadino, interagendo con le comunità locali e riducendo i rischi sociali di una società sempre più individualizzata, caratterizzata dal frantumarsi di istituzioni di riferimento.

4) Dai centri per l’impiego alle Case del Lavoro: un nuovo “spazio” anche per i giovani. I Centri per l’impiego così come sono stati pensati non funzionano, abbiamo bisogno di altro, di luoghi, fisici e digitali, di piattaforme e occasioni dove tutti possano sentirsi a casa con il contributo delle Acli e del Terzo Settore in generale, in sinergia con gli attori pubblici, secondo il più sano principio della sussidiarietà orizzontale. Abbiamo bisogno di qualcosa di meri sportelli: case della formazione, in grado di orientare e di prendere realmente in carico le persone. Per questo accogliamo e rilanciamo una proposta delle Acli nazionali, quella di trasformare i Centri per l’Impiego in Case del Lavoro che, soprattutto per i giovani, possono essere luoghi di formazione, orientamento verso il lavoro, l’autoimpiego e l’imprenditorialità. La creazione di Case del Lavoro sui territori e nelle periferie consentirebbe così di creare una rete capace di ottimizzare i servizi per l’occupabilità dei giovani, come ad esempio il matching fra domanda e offerta di lavoro o all’erogazione di corsi di formazione strutturati e continui.

«Nella nostra visione presente e futura, riteniamo che la co-programmazione e co-progettazione dei Piani sia nazionali che locali, siano gli strumenti giusti per un percorso di coinvolgimento e partecipazione bottom-up per sostenere progetti di trasformazione dei contesti urbani e periferici, anche attraverso l’uso di strumenti condivisi a livello europeo», concludaono da L'Agorà, «Chiediamo quindi che lo sforzo nazionale, in sinergia con le indicazioni delle istituzioni comunitarie, nei confronti dei giovani sia teso a implementare misure strutturali in favore del rafforzamento dell'istruzione e della formazione, del sostegno all'occupazione giovanile, della garanzia di condizioni di lavoro eque e sostenibili e del miglioramento dell'accesso alla protezione sociale».


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