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Il lavoro? Oggi si trova online

Secondo la ricerca Work Trends Study 2021 di Adecco, il 58,6% dei recruiter reputa i Social Media un canale efficace (primo LinkedIn, in continua crescita), superati solo dalle bacheche di annunci (62,2%), mentre crollano i siti web aziendali, considerati utili solo dal 34,1%

di Redazione

La forte trasformazione digitale che sta vivendo il mondo del lavoro ha portato ad una moltiplicazione dei canali e degli strumenti che candidati e recruiter hanno a disposizione. Tuttavia, secondo la ricerca Work Trends Study 2021 condotta da Adecco in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, se l’ascesa del digitale nella ricerca del lavoro è oggi un fatto conclamato – tanto che il 70% dei candidati e quasi il 30% dei recruiter dichiarano di utilizzare questo strumento per più della metà del tempo dedicato rispettivamente alla ricerca del lavoro e alla selezione dei candidati – i diversi canali risultano avere un impatto molto differente.

«L’emergenza pandemica, come noto, ha accelerato l’adozione di strumenti digitali nel mondo del lavoro e questo riguarda ovviamente anche il social recruiting», ha evidenziato Ivana Pais, Professoressa ordinaria di Sociologia economica nella facoltà di Economia dell'Università Cattolica, «In questa fase evidenziamo una crescita quantitativa del ricorso a questi strumenti – da parte di recruiter e candidati – senza che questo abbia finora determinato una trasformazione radicale delle relative logiche di utilizzo. Nei prossimi mesi saremo in grado di verificare il consolidamento di queste pratiche e il loro impatto nelle strategie di incontro tra domanda e offerta di lavoro».

Mettendo a confronto le abitudini dei candidati e le opinioni dei recruiter si possono notare alcune discrepanze fra quelli che sono considerati i migliori canali nella ricerca del lavoro. Al primo posto come strumento più gettonato, per entrambe le categorie, si trovano le bacheche di annunci, utilizzate dall’87% dei candidati e dal 47% dei recruiter. Queste, inoltre, sono ritenute il canale più efficace da parte dei recruiter, ottenendo il 62,2% di voti positivi.

Un ottimo livello di efficacia viene riconosciuto anche ai Social Media, che ottengono il 58,6% di voti dei professionisti Hr. Questi sono utilizzati dal 44% dei recruiter e dal 60% dei candidati, ma, rispetto alle rilevazioni fatte negli anni scorsi, si nota un’ulteriore polarizzazione nell’uso dei diversi Social per la ricerca del lavoro. Facebook e Instagram, che nel 2019 erano utilizzati a questi scopi rispettivamente dal 31% e dal 10%, scendono al 27% e all’8%, mentre LinkedIn sale dal 57% al 66%. Dato ulteriormente interessante è la differenza del livello di istruzione di chi utilizza i Social per trovare lavoro: si passa dal 46% di chi ha una qualifica professionale, al 53% di chi possiede un Diploma di scuola secondaria, fino all’81% di chi ha un Master.

Infine, come ultimo canale digitale, troviamo i siti aziendali. Sebbene siano utilizzati ben dal 70% dei candidati, risultano non solo i meno utilizzati dai recruiter (solo il 41% ne fa uso), ma da questi sono largamente considerati lo strumento meno efficace, con solo il 34% di voti positivi.

«In un mondo del lavoro sempre più digitalizzato, l’esplosione degli strumenti multimediali e l’aumento del tempo trascorso sui social media, sia dai candidati che dai recruiter, ha fatto sì che la digital reputation sia diventata un elemento fondamentale anche nella ricerca del lavoro», ha chiosato Stefano Camerini, Head of Customer Attraction di The Adecco Group, «Dalla ricerca emerge infatti che oltre il 30% dei recruiter ritiene che la reputazione online del candidato sia un elemento importante nel processo di valutazione. Bisogna considerare che da questi canali emergono l’esperienza professionale e la competenza sui contenuti postati, ma anche interessi personali, commenti di altre persone, fotografie e tanto altro: tutti elementi che concorrono nel farsi l’idea del potenziale candidato».


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