Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Attivismo civico & Terzo settore

Servizi per minori: fare valutazione d’impatto per dare valore

Il 26 novembre la cooperativa sociale La Grande Casa presenta e discute la sua prima valutazione d'impatto sociale, realizzata in collaborazione con Open Impact. Sotto la lente sia l'organizzazione nel suo complesso, sia il servizio di educativa domiciliare: lo Sroi di questo servizio target è risultato pari a 2,7. «Vogliamo contribuire al cambiamento di sguardo sulla funzione pubblica del Terzo settore e dell’impresa sociale, nella direzione dell’assunzione di responsabilità», dice la presidente Liviana Marelli

di Sara De Carli

Un ritorno sociale di 2,7 euro per ogni euro investito: è questo lo Sroi del servizio di educativa domiciliare e territoriale (ADM) della Cooperativa sociale La Grande Casa, che nelle provincie di Milano, Monza e Brianza, Como e Lecco da trent’anni opera in favore di minorenni, famiglie, giovani, donne e migranti seguendo nel 2020 ben 11.515 fra ragazzi e adulti. Proprio nel 2020, in piena pandemia, in collaborazione con Open Impact, spin-off di ricerca dell’Università di Roma Tor Vergata, ha avviato il progetto di ricerca e sviluppo “La Grande Casa Impact – Driven Organization” per impostare, in linea con la riforma del Terzo Settore, la misurazione dell’impatto sociale. Un lavoro concepito fin dall’inizio non come semplice adempimento ma come driver per supportare scelte strategiche e operative

Valutare per “dare valore”

«L’idea nasce dalle riflessioni avviate internamente alla cooperativa al giro di boa dei 30 anni e dalla consapevolezza che dobbiamo essere prima di tutto noi, come cooperatori sociali e professionisti del settore, a ridare senso e valore all’azione cooperativa e al lavoro sociale», dice Liviana Marelli, presidente di La Grande Casa. Dare valore non solo per misurare o rendicontare, quindi, «ma per esprimere di una imprenditorialità che è in grado di essere agente del cambiamento e di generare benessere per le persone e per le comunità, restituendo questo valore con una metodologia scientifica e un linguaggio che non è solo quello della narrazione. Riuscire a esprimere il valore economico prodotto dal lavoro sociale è un modo per dimostrare che il lavoro sociale e il welfare non sono un costo ma un investimento, è il nostro modo per dire che investire sul sociale è la strada anche per risparmiare. Questa è l’imprenditorialità sociale in cui crediamo e questa è la base anche per nuovo rapporto con Pubblica Amministrazione, che esca dalle logiche della prestazione d’opera e dal mito del massimo ribasso».

43 outcome per l’educativa domiciliare

Non è un caso quindi che nel lavoro portato avanti da Open Impact si sia scelto di mettere sotto la lente della valutazione d’impatto il servizio di educativa domiciliare: «Un servizio un po’ bistrattato che ha invece un enorme senso in ottica di investimento e di prevenzione. Preferiamo parlare di “educativa territoriale” che di “assistenza domiciliare” perché non lo concepiamo come intervento chirurgico su un minore ma come intervento centrato sulla famiglia e sulle relazioni», spiega Vincenza Nastasi, consigliere di La Grande Casa e responsabile del Centro Ricerca e Formazione.

È stata la sfida principale del progetto, racconta Lavinia Pastore, cofondatrice di Open Impac: «È difficile trovare una valutazione d’impatto sociale di un servizio, solitamente si valuta un progetto o un programma perché tutte le metodologie sono pensate per avere un’inizio e una fine. Infatti abbiamo definito ad hoc il ciclo dell’impatto del servizio, attraverso un percorso di co-design con i coordinatori della cooperativa e con il contributo dei pedagogisti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore». Si è costruito anche uno strumento nuovo, il Piano Educativo Individualizzato (PEI) digitale, che descrive per ogni ragazzo e per ogni famiglia in carico le criticità della situazione, le azioni messe in campo e gli outcome: ne sono stati individuati 43, dalle relazioni con i familiari all’autonomia nei compiti, dalla cura della persona alla capacità di rispettare delle regole domestiche. «Ogni area è stata valutata in termini quantitativi, rilevando una addizionalità media pari al 63%: significa che mediamente gli interventi conclusi di Educativa Domiciliare e Territoriale sono generativi di oltre il 60% dei cambiamenti avvenuti nei beneficiari», sintetizza Pastore. La ricostruzione delle proxy finanziarie successivamente ha consentito di arrivare a uno Sroi pari a 2,7.

Strumenti di dialogo con la PA

Il PEI digitale è quindi lo strumento concreto che è rimasto in dote a La Grande Casa e che sta per essere introdotto nel lavoro quotidiano di tutte le équipe della cooperativa: «Questo strumento ha portato a un cambio di sguardo», sottolinea Nastasi. «Vedere graficamente il cambiamento che accade nella storia del minore e del suo nucleo familiare man mano che l’intervento va avanti permette all’educatore di avere ben chiaro il percorso e la direzione che vogliamo raggiungere. Anche i cluster problema in ingresso sono utilissimi: ci dà un quadro più chiaro dei bisogni reali. Se questo strumento fosse più diffuso permetterebbe certamente anche una migliore allocazione delle risorse pubbliche». Ecco che torniamo al concetto di valutare per “dare valore”. Per restituire alla Pubblica Amministrazione e all’opinione pubblica il valore reale del lavoro sociale. È questo il senso del convegno “Misurare per crescere. Il valore del lavoro sociale” che il prossimo 26 novembre discuterà gli esiti del percorso fatto da La Grande Casa: «Noi ci mettiamo la faccia perché vogliamo contribuire al “cambiamento di sguardo” sulla funzione pubblica del Terzo settore e dell’impresa sociale, nella direzione dell’assunzione di responsabilità», conclude Liviana Marelli.


Save the date

“Misurare per crescere. Il valore del lavoro sociale”: è questo il titolo scelto per il convegno che il 26 novembre 2021 a Milano presenterà l’attività di ricerca-azione sulla valutazione dell’impatto sociale di La Grande Casa. L’evento è promosso da La Grande Casa e Open Impact, con la media partnership di Vita. L’appuntamento è all’Auditorium San Fedele, dalle 9 alle 13. Interverranno Liviana Marelli, Luigi Corvo, Guido Agostoni, Guido Ciceri, Stefano Granata, Alessandro Lombardi, Luca Pacini, Lavinia Pastore, Paola Pessina, Silvio Premoli e Vincenza Nastasi. Iscrizioni online al link lagrandecasa.org/misurare-per-crescere. In allegato il programma definitivo.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA