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L’effetto Covid sulla salute mentale di bambini e ragazzi

I ricoveri in neuropsichiatria infantile hanno già superato quelli fatti nell'intero 2019 e la Sinpia lancia l'allarme. Più dell’85% dei ricoveri in reparto avvengono in urgenza, 1 minore su 4 viene ricoverato in un reparto di psichiatria dell’adulto per la carenza di posti letto. Molti gli scompensi psichiatrici acuti in ragazzi accolti in strutture residenziali educative e terapeutiche e nei minori stranieri non accompagnati

di Redazione

Nove mesi del 2021 sono stati sufficienti per raggiungere e superare il numero di bambini e adolescenti ricoverati per disturbi psichiatrici di negli ospedali italiani in tutto il 2019. Discontrollo degli impulsi, autolesività, disturbi del comportamento alimentare sono tra le principali diagnosi in aumento nel 2021: un trend che si osserva a livello mondiale, a cui l’Italia non si sottrae. Gli esperti parlano di una vera e propria onda di ritorno, con più dell’85% dei ricoveri in reparto avvenuti in urgenza, per pazienti con quadri clinici sempre più complessi, peggiorati dal ritardo nell’accesso ai servizi conseguente alla pandemia. In alcune regioni, 1 minore su 4 viene ricoverato in un reparto di psichiatria dell’adulto per la carenza di posti letto di neuropsichiatria. Tra le ulteriori criticità evidenziate, gli scompensi psichiatrici acuti in ragazzi accolti in strutture residenziali educative e terapeutiche e nei minori stranieri non accompagnati: la vulnerabilità e gli aspetti post traumatici di base si incrociano in questi casi con una gestione troppo rigida da parte delle strutture delle restrizioni, con ancora rilevanti limitazioni alle attività e ai contatti con le famiglie e con l’esterno.

A dare l’allarme è la SINPIA – Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza durante il suo 29° Congresso Nazionale, a cui hanno parteciapto oltre 500 neuropsichiatri infantili e di più di 80 tra relatori e moderatori nazionali e internazionali. «Ci troviamo di fronte una situazione critica – spiega Antonella Costantino, presidente di SINPIA. È necessario agire subito per promuovere il benessere psichico, ridurre al minimo le conseguenze della pandemia sulla salute mentale della generazione più giovane, individuare il più precocemente possibile i segnali di allarme e saper offrire risposte rapide e appropriate al bisogno. Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito al raddoppio dei pazienti seguiti nei servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza a fronte di risorse in continua diminuzione, in nessun’altra area della medicina si è verificato un aumento così rilevante. Oggi a causa dell’aggravarsi delle criticità già preesistenti alla pandemia e dei nuovi problemi clinici che stanno emergendo, l’asimmetria tra il bisogno e la capacità di dare una risposta è diventata drammatica».

Secondo i dati preliminari del più ampio studio internazionale sull’impatto del Covid-19 sulla salute mentale e fisica di bambini e adolescenti, presentato nell’ambito del Congresso, il benessere psichico dei minori è diminuito di più del 10% a livello globale. Un altro effetto è il raddoppio dei bambini sotto la soglia del disagio e con un aumento di rabbia, noia, difficoltà di concentrazione, senso di solitudine e di impotenza, stress, disturbi del sonno. Ancora più gravi sono stati gli effetti della Pandemia per coloro che presentavano già situazioni di vulnerabilità o fragilità associate, come disturbi neuropsichici preesistenti, situazioni di fragilità sociale e difficoltà economiche, sovraffollamento, lutti, migrazione, impossibilità di accesso o insufficienza di strumenti elettronici per connettersi alla DAD e agli altri servizi: per questa fascia di minori il peggioramento è stato quasi doppio rispetto ai coetanei sani, stimato in più del 25%.

Nel 2020, almeno il 25% dei pazienti ha avuto difficoltà nell’accesso ai servizi territoriali. Molti servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA) non sono stati in grado di garantire la continuità di cura nel corso della pandemia, attraverso attività di telemedicina per la carenza nella dotazione tecnologica o la non autorizzazione da parte delle singole aziende. L’introduzione di percorsi di cura integrati tra attività in presenza e attività in telemedicina, particolarmente vantaggiosa in alcuni disturbi del neurosviluppo, è ancora molto problematica. «La Pandemia e le strategie indispensabili per il suo contenimento – conclude Antonella Costantino – non solo hanno aumentato lo stress e il sovraccarico su bambini e ragazzi e sulle loro famiglie, in particolare sulle situazioni più vulnerabili, ma hanno reso non più praticabili le strategie di tamponamento che venivano messe in atto in precedenza, sia dai singoli che dalla collettività. È evidente come la tipologia e qualità delle risposte messe in atto in questo anno così complesso e in quelli che verranno determineranno differenze molto significative nella salute mentale dei futuri adulti del nostro paese».

Foto Unsplash


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