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Orlando: «La coprogettazione sarà il “metodo” del ministero del Welfare»

«C'è la necessità che territorio per territorio si strutturino percorsi di coprogrammazione e coprogettazione che non siano una specie di concessione o un ornamento: devono essere consustanziali all’attività del governo centrale e locale, se vogliamo evitare il rischio che le politiche restino “sospese” e non trovino quella capacità di farsi prossime che abbiamo visto invece assicurata dall’associazionismo e dal Terzo settore»

di Andrea Orlando

Intendo applicare in modo stringente il metodo della coprogettazione ai progetti che afferiscono al mio ministero, alcuni dei quali nascono proprio da un impulso della società e delle associazioni, come la riforma della non autosufficienza che è stata il frutto di un’iniziativa di lobbismo buono. Lo considero un impegno che deriva dall’aver firmato il decreto che – attuando la riforma del Terzo settore – introduce il meccanismo della coprogrammazione e della coprogettazione come riferimento. A spingermi in questa direzione non è però solo un’esigenza di coerenza: penso che dopo la pandemia e in vista del Pnrr noi dobbiamo riflettere in due direzioni, da un lato su come far diventare lo Stato più permeabile alla società, costruendo le condizioni in cui i processi codecisionali siano la norma e gli strumenti della partecipazione un elemento caratterizzante; dall’altro come il mercato si possa fare società.

Vedo due "nemici" in questo percorso. Uno è un’impostazione ultraliberista del mercato, l’altro è la burocrazia, almeno quella che si concepisce come estranea al contesto, come potere avulso dalla dinamica democratica e dall’interlocuzione con la società. Su questo dobbiamo dire con decisione che è necessaria un’assunzione di responsabilità diretta e diversa rispetto al passato, questo deve essere uno degli scopi della Pubblica Amministrazione, nelle sue articolazioni: è un tema culturale e di missione. Stiamo promuovendo una formazione per i dirigenti pubblici in collaborazione con Anci, ma il tema vero è l’esigibilità di questi percorsi, cioè la necessità che territorio per territorio si strutturino percorsi di coprogrammazione e coprogettazione che non siano una specie di concessione o un ornamento: devono essere consustanziali all’attività del governo centrale e locale, se vogliamo evitare il rischio che le politiche restino “sospese” e non trovino quella capacità di farsi prossime che abbiamo visto invece assicurata dall’associazionismo e dal Terzo settore.

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Il brano pubblicato sul numero di Vita di novembre è una sintesi dell’intervento tenuto dal ministro Andrea Orlando in occasione dell’evento “Ri-costruire lo spazio politico. Il ruolo distintivo del Terzo Pilastro nel PNRR”, alle Giornate di Bertinoro 2021

Foto Agenzia Sintesi


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