Cooperazione & Relazioni internazionali

Cooperazione allo sviluppo, le mezze verità del Governo sono bugie con le gambe corte

Il ministro Luigi Di Maio ha ricordato «come nel ddl di bilancio 2022-2024 sia stato previsto un aumento degli stanziamenti di cooperazione verso l’obiettivo di allineare progressivamente l’aiuto pubblico allo sviluppo alla percentuale dello 0,7%». Peccato che nei fatti non sia così: il 2021 chiuderà per il terzo anno consecutivo con erogazioni intorno allo 0,22% del RNL e per il prossimo triennio sarà lo stesso: altro che allineamento

di Nino Sergi

A Padova, nel 70° anniversario di Medici con l’Africa – Cuamm, il Ministro Luigi Di Maio ha ricordato «come nel ddl di bilancio 2022-2024 sia stato previsto un aumento degli stanziamenti di cooperazione verso l’obiettivo di allineare progressivamente l’aiuto pubblico allo sviluppo alla percentuale dello 0,7%». Il comunicato della Farnesina dice una mezza verità che nasconde una grande bugia come risulta evidente esaminando le cifre delle tabelle finanziarie della legge di bilancio (LB) che il Senato sta per esaminare.
È vero, c’è un reale incremento degli stanziamenti per l’AICS, Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, che va a bilanciare una diminuzione di fondi coordinati dal ministero in ambito europeo. Ma è falso che tale aumento risponda all’obiettivo del progressivo allineamento alla percentuale dello 0,7% del RNL dei fondi per le iniziative ascrivibili alla cooperazione pubblica allo sviluppo (CPS), come l’Italia si è impegnata a fare adottando l’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile.

Il 2021 chiuderà per il terzo anno consecutivo con erogazioni intorno allo 0,22% del RNL e per il prossimo triennio sarà lo stesso: altro che allineamento. Qual è la mezza verità che getta fumo negli occhi nascondendo la realtà? E’ semplice: basta aumentare le cifre degli stanziamenti nelle previsioni della LB, pur sapendo che si tratta di fondi che non saranno erogati. E’ un trucco che si ripete da anni e a cui sarebbe bene mettere fine. Prendiamo l’esempio più lampante nell’attuale ddl Bilancio.


La previsione della CPS complessiva, che riguarda vari ministeri a partire da MEF, MAECI, Interno, è di 5,206 miliardi per il 2022, pari a circa lo 0,28% del RNL prevedibile. Agli Esteri-Cooperazione sono assegnati 1,036 miliardi, mentre all’Interno ben 1,805 miliardi per “interventi a favore degli stranieri anche richiedenti asilo e profughi”. Ebbene, la relazione al Parlamento sulle attività di cooperazione e aiuto allo sviluppo riporta che nel 2020 l’Interno ha erogato 206,54 milioni per attività ascrivibili alla CPS, rispetto allo stanziamento in bilancio per lo stesso anno di 1,590 miliardi.

Anche se nel 2022 l’Interno spendesse più del doppio per rispondere ai nuovi arrivi, la differenza tra lo stanziamento iniziale in LB e le erogazioni annuali effettive sarebbe di circa 1,2 miliardi, la (falsa) previsione dello 0,28% del RNL si ridurrà quindi ad un (reale) 0,22%, sbugiardando la politica degli annunci e dell’immagine. Le cifre del triennio confermano questa tendenza ad una mezza verità, foglia di fico che nasconde la continua incapacità della politica di onorare gli impegni assunti a livello internazionale.

L’articolo 154 del ddl Bilancio istituisce il “Fondo italiano per il clima”, fondo rotativo con dotazione pari a 840 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026 per interventi realizzati in conformità con le finalità e i principi ispiratori della legge 125/2014 a favore dei paesi in sviluppo. Si tratta quindi di fondi che potrebbero contribuire, con lo strumento del credito e delle garanzie e come leva per ulteriori risorse, ad una cooperazione in ambito ambientale e climatico, divenuta ormai prioritaria.

Un’ultima annotazione, che è anche una domanda ai lettori attenti, magari abituati ai testi di legge. Quando l’articolo 125 del ddl Bilancio stabilisce che l’autorizzazione di spesa dell’AICS «è incrementata di euro 99 milioni per l'anno 2022, di euro 199 milioni per l'anno 2023, e di euro 249 milioni per l’anno 2024, di euro 299 milioni per l’anno 2025, di euro 349 milioni annui a decorrere dall’anno 2026», cosa intende un cittadino normale? Che nel 2023 si sommano 199 milioni a quelli del 2022, e nel 2024 si aggiungono 240 milioni a quelli del 2023, e così via fino al 2026? Oppure che dal 2023 al 2026 gli aumenti sono definiti in riferimento allo stanziamento del 2021? La seconda che hai detto, per usare le parole di Guzzanti: le tabelle finanziarie del ddl Bilancio tolgono ogni ambiguità ai vuoti proclami politici.


La CPS italiana è in gran parte orientata ad interventi tramite enti e fondi multilaterali e agenzie internazionali. La cooperazione bilaterale a dono rimane una parte residuale. Eppure è ampiamente definita al capo VI della legge 125/2014 e intende in particolare rafforzare i rapporti people to people, comunità con comunità, territori con territori attraverso l’azione di Ong specializzate nella cooperazione allo sviluppo e nell’aiuto umanitario, enti del terzo settore, organizzazioni delle diaspore, della finanza etica, del microcredito, imprese sociali e cooperative, fondazioni e altri soggetti senza finalità di lucro.

Anche la cooperazione bilaterale si situa nel quadro degli obiettivi multilaterali che l’Italia ha assunto, ma valorizza in particolare la dimensione – fondamentale nella CPS e enfatizzata dalla Legge – dei rapporti di partenariato duraturi nel tempo ed evidenzia la presenza solidale italiana e la visibilità del nostro paese. L’aumento della dotazione MAECI/AICS, previsto dall’articolo 125 del ddl Bilancio, sia quindi finalizzato prevalentemente ad iniziative di cooperazione bilaterale delle organizzazioni della società civile senza finalità di lucro regolate dall’articolo 26 della legge che conferisce ampio spazio ai soggetti della società civile.


*presidente emerito di Intersos e policy advisor di LINK 2007


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