Attivismo civico & Terzo settore

Donation crowdfunding, serve una regolamentazione

A seguito dell'inchiesta di Vita sul "Far West del crowdfunding" l'intervento delle tre docenti delle università Cattolica, Genova e Verona che stanno curando la ricerca “ReDoCrowd” (“REgole di accountability e trasparenza per il DOnation-CROWDfunding in ambito COVID-19”): «Norme o linee guida ad hoc potrebbero apparire ragionevoli in considerazione del ruolo importante svolto da queste piattaforme oltre che per assicurare una maggiore certezza giuridica e standard minimi per l’intero settore»

di Eugenia Macchiavello, Giuliana Borello e Ivana Pais

L’articolo “Il Far West del crowdfunding” apparso sull’ultimo numero di Vita denuncia una carenza nella regolazione (pubblica e privata) nel settore delle donazioni attraverso piattaforme di crowdfunding.

Vorremmo intervenire nel dibattito condividendo alcuni risultati preliminari della nostra ricerca “ReDoCrowd” (“REgole di accountability e trasparenza per il DOnation-CROWDfunding in ambito COVID-19”) condotta con approccio interdisciplinare dalle Università di Verona, Cattolica del Sacro Cuore e di Genova.

L’aumento cospicuo del numero di campagne di donation-crowdfunding e la notevole adesione alle stesse durante la pandemia ha dimostrato la volontà dei cittadini di contribuire direttamente alle risorse economiche necessarie a gestire l’emergenza socio-sanitaria. La correttezza del procedimento di donazione riveste un ruolo rilevante nel favorire e mantenere la fiducia verso il donation-crowdfunding.

Un primo punto riguarda l’inquadramento giuridico del donation-based crowdfunding, non sottoposto in Italia ad un regime speciale. La qualificazione giuridica delle elargizioni online come donazioni oblative non permette di riconoscere azioni giuridiche direttamente a favore dei donanti qualunque sia la natura dei beneficiari ma gli obblighi istituzionali di certi enti giuridici possono rassicurare maggiormente sull’impiego dei fondi donati.

Sul piano del monitoraggio successivo, gli unici beneficiari tenuti ad una rendicontazione economica e sociale sono gli enti del Terzo Settore (peraltro sopra certe soglie dimensionali, cfr. Codice del Terzo Settore) e, per le donazioni dedicate a fronteggiare la pandemia nel 2020, i soggetti pubblici beneficiari (ospedali inclusi; cfr. Decreto Cura Italia). In merito all’attività della piattaforma, l’inquadramento giuridico più plausibile è in termini di mediatore (non sottoposto a regole/obblighi speciali), ma da questo solo difficilmente potrebbe dedursi un obbligo della stessa di verifica delle informazioni fornite dai fundraiser o, addirittura, di monitoraggio successivo.

Le soluzioni adottate da altri ordinamenti giuridici sono varie. In Germania, come in Italia, non vi è una disciplina apposita e si trovano soluzioni interpretative (e per il momento solo teoriche) nel principio generale di buona fede nei rapporti tra donanti e beneficiari (senza invece particolari responsabilità a carico della piattaforma). In Portogallo, al contrario, è presente una normativa speciale per il crowdfunding donativo, con numerosi obblighi di trasparenza a carico di beneficiari e di trasparenza ed organizzativi a carico delle piattaforme, secondo una logica più affine al settore degli investimenti finanziari.

Meglio mantenere l’approccio italo-tedesco o muoversi nella direzione portoghese o ancora trovare una terza via?

Per rispondere a questa domanda è utile aggiungere ulteriori elementi informativi. In assenza di un quadro regolatorio dedicato e nell’incertezza giuridica sopra evidenziata, le piattaforme italiane di donation crowdfunding hanno già comunque adottato iniziative affini a quelle proposte dal Comitato editoriale di Vita.

Una ricognizione ancora provvisoria di queste ci ha permesso di individuare diverse misure finalizzate a garantire la trasparenza e sicurezza delle donazioni. Queste includono:

  • Verifica dell’identità dell’utente. Alle persone fisiche è richiesto un documento di identità e una prova dell’IBAN; ai soggetti giuridici un documento del rappresentante legale, lo statuto, la visura camerale e una prova di domiciliazione.
  • Verifica che il conto corrente su cui vengono raccolti i fondi sia intestato al soggetto che lancia la campagna e che questi sia formalmente il beneficiario delle donazioni. Nel caso una campagna venga attivata per conto di terzi vengono effettuati doppi controlli, sul promotore e sul beneficiario.
  • Sensibilizzazione e attestazione della consapevolezza del promotore e del beneficiario in merito al processo e implicazioni (es. pagamento delle tasse sulle donazioni)
  • Approvazione delle campagne, per cui queste devono essere revisionate e approvate dal team interno prima di andare online, dopo una verifica della qualità, rispetto delle linee guida stabilite dalla piattaforma stessa.
  • Monitoraggio delle attività: i contenuti postati sulla piattaforma vengono per garantire interventi tempestivi in caso di infrazioni o segnalazioni di comportamenti scorretti.
  • Protezione dei dati: i dati degli utenti non sono utilizzati al di fuori della piattaforma ma solo ceduti al creatore della campagna solo per finalità strettamente legate alla campagna.
  • Predisposizione di uno spazio digitale dedicato alla pubblicazione di aggiornamenti circa l’avanzamento della campagna dopo il finanziamento.
  • Garanzie per il rimborso dei donatori in caso di frode.

In conclusione, nel corso del nostro lavoro di ricerca si cercherà di capire quale approccio sia meglio in grado di bilanciare i vari interessi coinvolti: norme o linee guida ad hoc per il donation crowdfunding potrebbero apparire ragionevoli in considerazione del ruolo importante svolto da queste piattaforme oltre che per assicurare una maggiore certezza giuridica e standard minimi per l’intero settore ma l’intervento regolatorio dovrà essere attentamente strutturato tenendo conto di diversi fattori, incluso il raffronto con altri canali per le donazioni e le diversità in quanto a tipi di fundraiser, di campagne e di aspettative dei donatori, oltre che partire col recepire come standard alcune misure già adottate dalle piattaforme ‘virtuose’.


*Università di Verona

**Università di Genova

***Università Cattolica del Sacro Cuore

Photo by davide ragusa on Unsplash


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