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Economia & Impresa sociale 

La filantropia alzi la voce

La filantropia deve essere più politica, perché alzare la voce è fondamentale per creare un’ambiente abilitante, uno spazio civico e sociale che permetta un vero cambiamento

di Tiziano Blasi

Ci sono due giovani pesci che nuotano vicini ed incontrano un pesce più anziano che, nuotando in direzione opposta, fa loro un cenno di saluto e poi dice “Buongiorno ragazzi. Com’è l’acqua?” I due giovani pesci continuano a nuotare per un po’, e poi uno dei due guarda l’altro e gli chiede “ma cosa diavolo è l’acqua?”.Questa storia che raccontava David Foster Wallace può essere applicata anche alla filantropia ed al Terzo settore in generale. Infatti, il nostro ecosistema può sopravvivere solo dove ci sono condizioni legali, politiche, economiche e sociali che consentono la nostra esistenza e il nostro sviluppo. In altre parole, la nostra acqua è ciò che chiamiamo enabling environment o, in italiano, "ambiente abilitante".

Oltre l’assistenza, per il cambiamento
Un ambiente abilitante è uno spazio dove sono garantiti: i diritti umani fondamentali come il diritto alla vita, la libertà e la sicurezza personale, la libertà di associazione; un quadro finanziario e fiscale favorevole; le competenze per misurare e comunicare il proprio impatto; la disponibilità di piattaforme e canali per collaborare fra enti filantropici e con le istituzioni e le aziende. Traduzione di Italiano.

La qualità dell'ambiente abilitante – o dello spazio civico e politico, termine più comunemente usato ma più specifico – è un concetto solitamente associato alle ONG ed ai movimenti sociali, ma in realtà è essenziale anche per la filantropia.

Per filantropia intendiamo tutte le forme di distribuzione delle risorse private per il bene comune che può seguire diversi modelli e culture del dono. Non parliamo quindi solo di grandi fondazioni, ma di movimenti di comunitari come i given circles, le piattaforme e reti che facilitino la solidarietà in tutte le forme, investimenti ad impatto sociale, fondazioni di comunità ecc.

La filantropia, in tutta questa diversità e ricchezza, deve prendere posizione per difendere uno spazio di azione libero e democratico se vuole affrontare grandi sfide:

  1. Il primo e più diretto esempio di sfida è la continua riduzione dello spazio filantropico. In India, ad esempio, la recente legge sui finanziamenti esteri (Foreign Contribution Regulation Act – FCRA) ha limitato drasticamente la possibilità di ricevere fondi per tutta la società civile locale. La questione non è solo di natura legale perché, come riporta Ashoka, gli effetti di questa norma potrebbero far ricadere nella povertà milioni di Indiani. In Ungheria Open Society Foundation ha dovuto lasciare il Paese a causa delle pressioni politiche ed ci sono esempi analoghi in tutto il mondo come hanno evidenziato nelle loro ricerche l’Università dell’Indiana e CAPS.
  2. Le sfide sociali in corso, come la disuguaglianza di genere e il cambiamento climatico, possono essere affrontate solo se viene garantito uno spazio di azione per la filantropia. I programmi sull'uguaglianza di genere condotti da Ford Foundation, Bill & Melinda Gates Foundation (foto) e Hewlett Foundation o la ‘Dichiarazione d’impegno delle fondazioni e degli enti filantropici per il clima’ lanciata da WINGS e DAFNE (da poco diventata Phileia) e promossa in Italia da ASSIFERO possono svilupparsi e diffondersi solo in ambiente civico e sociale favorevole.
  3. Il dibattito sulla valutazione di impatto pone delle domande sostanziali non solo all’associazionismo ma anche alla filantropia. Se la filantropia non vuole essere solo un fornitore di servizi, per coprire le mancanze dei governi o i fallimenti del mercato, deve concentrare le sue risorse non negli output ma negli impatti, ovvero in cambiamenti di lungo periodo che alterino le relazioni di potere.
  4. Infine, l’impatto del Covid-19 sta contribuendo alla crescita delle disuguaglianze in tutto il mondo. Una situazione che dovrebbe spingere la filantropia a prendere una posizione più netta per un mondo più equo. Uno spazio di dialogo e confronto libero e democratico è quindi una condizione primaria per sfidare le strutture di potere che sono le radici della disuguaglianza e mettere in discussione le scelte dei governi e del settore corporate. Un esempio interessante in questo senso è stata la presa di posizione di alcune fondazioni − Fondazione Bill & Melinda, Children’s Investment Fund Foundation, ELMA Foundation and the Open Society Foundation – di fronte ai drastici tagli del governo britannico agli aiuti pubblici allo sviluppo a causa del Covid.

Per tutti questi motivi crediamo che sia il momento giusto perché la filantropia alzi la sua voce.

Ingredienti per il cambiamento

Ci rendiamo conto però che far crescere il ruolo della filantropia come attore di advocacy non è un obiettivo facile e richiede un investimento a lungo termine in diverse aree:

  • Risorse. La filantropia nel Sud del Mondo ed in tutti paesi in cui sono in gioco i diritti umani – Italia ed Europa incluse – ha bisogno di fondi flessibili da investire nello sviluppo o nel consolidamento di strategie e azioni di advocacy, nell’intraprendere studi di fattibilità, mappature, azioni legali e campagne. Alcune organizzazioni hanno semplicemente bisogno di sostegno per costruire un proprio ecosistema, altri necessitano di risorse per sopravvivere in un ambiente ostile.
  • Conoscenza. Normative, tecnologia e media sono usati per controllare e ridurre lo spazio civico e filantropico. La filantropia deve rafforzare le sue competenze e la sua capacità di risposta in queste stesse aree per difendere il proprio spazio.
  • Rete. Lavorare in rete è un'opportunità per imparare, uno spazio per ricevere sostegno e crescere, un'opportunità per dare visibilità alla nostra causa. L'emergenza climatica e l'attuale pandemia ci hanno dimostrato che silos e confini stanno diventando obsoleti o ideologici.
  • Consapevolezza. Le organizzazioni filantropiche possono avere risorse e conoscenze, ma devono essere consapevoli del loro ruolo e accettare il rischio di agire a livello politico e legale. Significa convincere la leadership, il personale ed i propri sostenitori che molte volte i cambiamenti possono essere realizzati solo attraverso una trasformazione delle policy.

Chi ha paura della politica?

Questo significa che per essere trasformativi dobbiamo diventare più politici?

Sì, la filantropia deve essere più politica, perché alzare la voce è fondamentale per creare un’ambiente abilitante, uno spazio civico e sociale che permetta un vero cambiamento. Questo non significa che tutti debbano essere in prima linea, al contrario, le azioni di advocacy di maggior successo sono spesso supportate da reti e alleanze che lavorano su più livelli.

Capisco che parlare di politica e advocacy nella filantropia sia un argomento complesso che pone diverse domande sulla neutralità e la rappresentanza e non può essere esaurito in una breve riflessione. Tuttavia, sfido chiunque a non essere d’accordo con Rhodri Davies – l’ex responsabile dell’advocacy del Charities Aid Foundation – quando dice: "Gli enti di filantropici non hanno solo il diritto, ma la responsabilità di impegnarsi nella sfera politica e, in molti casi, se non alzassero la voce, non farebbero il loro dovere verso le persone che servono." In altre parole, tornando ai nostri pesci, dobbiamo assolutamente essere consapevoli dell'’acqua’ e imparare a navigarla anche quando diventa bollente.

*responsabile advocacy e policy di WINGS :una reta di più di 190 organizzazioni in 58 Paesi impegnate a garantire che la filantropia raggiunga il suo massimo potenziale come catalizzatore per il progresso sociale. WINGS, grazie al supporto dell’Unione Europea, sostiene azioni di advocacy per migliorare lo spazio della filantropia a livello globale.


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