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Politica & Istituzioni

Scheda bianca, che sperpero

È surreale il comportamento di chi oggi non ha pronta una soluzione di convergenza per il Colle, pur condividendo il governo del Paese. La mancata indicazione o, peggio, la preferenza goliardica ad Angela o Cruciani, sono un prezzo troppo alto in termini di credibilità e reputazione fatto pagare alle istituzioni repubblicane. E paiono rendere inutili i sacrifici degli ultimi due anni

di Alessandro Banfi

La scheda bianca è un’opzione possibile, ci mancherebbe.

Ma qui si tratta di valutare le mosse di un Parlamento, allargato ai delegati regionali, che conosce da molto tempo la scadenza di questi giorni. C’è qualcosa di profondamente ingiusto nel produrre un voto bianco in una situazione di emergenza estrema, che ha persino portato le forze politiche ad affidarsi alla guida di una personalità esterna di prestigio come Mario Draghi, a suo tempo indicato dall’iniziativa di Sergio Mattarella.

È surreale il comportamento di chi oggi non ha pronta una soluzione di convergenza per il nuovo Presidente della Repubblica, pur condividendo il governo del Paese.

Così com’è irritante il comportamento, un po’ goliardico, dei vari voti dispersi attribuiti a questo o quel personaggio della tv, come Bruno Vespa o Mauro Corona. Il nostro Paese vive un’emergenza drammatica: da almeno due anni ci sono centinaia di morti al giorno per la pandemia, il virus ha creato problemi sociali, economici e psicologici in tutte le fasce di cittadini. La situazione internazionale ci riserva crisi che toccano l’Europa, tanto da far temere una inedita guerra per l’Ucraina.

Eppure i leader e i grandi elettori non sono pronti a identificare il successore di Mattarella. Solo ieri il premier ha avviato colloqui coi vari esponenti di partito, Matteo Salvini non ha ancora comunicato la “rosa” dei nomi del centro destra, annunciata da giorni. Vedremo se nell’elezione di oggi qualcosa cambierà, ma la sensazione è che il palazzo stia andando completamente alla deriva rispetto alle esigenze dei cittadini. È già fuori tempo massimo. Come si può chiedere responsabilità e unità d’intenti, quando lo spettacolo offerto è quello di Montecitorio?

I grandi elettori dovrebbero chiedersi perché il presidente uscente Mattarella è così popolare oggi fra gli italiani.

Dovrebbero riflettere bene nella loro scelta per non tradire lo spirito e le pratiche di sette anni di Presidenza della Repubblica.

Mi si obietta che i peones votano Alberto Angela o Giuseppe Cruciani per irridere i loro capi partito e dunque manifestare la propria libertà di franchi tiratori. Lo capisco, ma devono sapere che il prezzo di credibilità e di reputazione che stanno facendo pagare alle istituzioni repubblicane in questa circostanza è molto alto. Danno l’impressione di rendere inutili due anni di pesanti sacrifici che tutti abbiamo condiviso.

Di sperperare un patrimonio messo da parte con grande fatica.


foto: Agenzia Sintesi


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