Welfare & Lavoro

Dopo di noi: cinque donne libere, nonostante tutto

Hanno disabilità intellettive e vivono in un appartamento protetto della cooperativa Arcobaleno in Val Camonica. Un regista, Michele Pastrello, ha raccontato la loro giornata, realizzando un microfilm pieno di sorprese, che racconta la bellezza dei gesti e delle relazioni tra loro. E soprattutto documenta come una condizione di oggettiva dipendenza possa generare indipendenza

di Barbara Pianca

Cinque donne che raccontano, con la loro quotidinità, il successo di un progetto di vita autonoma nel Dopo di noi. Il regista Michele Pastrello, specializzato nella realizzazione di microvideo emozionali, nella primavera del 2019 è stato contattato dalla cooperativa sociale Arcobaleno di Breno, in provincia di Brescia. Gli avevano chiesto di aiutarli a raccontare per immagini il loro servizio "Casa Alloggio", attivo dal 2003: «Mi hanno espresso il desiderio», ci racconta il regista, «di condividere con più persone possibili il successo del loro progetto di appartamento protetto, dove vivono cinque donne con disabilità intellettiva e relazionale. Sono andato a trovarle. Ho conosciuto Silvia, Chiara, Franca, Noemi e Laura e trascorso una giornata con loro».

E così è nato il microfilm "5 Donne", che dura quattro minuti. Segue le protagoniste, riassumendo in una giornata ciò che di norma fanno in più giorni della settimana. Attività comuni, con i loro ritmi, inserite all'interno della comunità, e non isolate. «Una volta capiti i loro tempi, le loro dinamiche, ho chiesto a Silvia, Chiara, Noemi, Franca e Laura semplicemente di essere se stesse. In post produzione ho optato per una musica ostinata (del musicista texano Nick Box, ndr), cioè con una cellula ritmica che si ripete a oltranza, pur con sfumature, a sottolineare la ripetizione delle azioni nella e della quotidianità».

Il video di “5 Donne” viene proiettato in questi giorni in rotazione permanente all'interno della mostra fotografica “Con.tatto” – che la cooperativa Arcobaleno ha allestito nel Palazzo della Cultura di Breno e visitabile fino al 21 marzo – ad opera della fotografa Ilenia Vielmi, che «coglie negli scatti la forza che la vita autonoma porta con sé». L'evento, inaugurato il 15 marzo con il convegno “Un progetto di vita che guarda al futuro delle persone con disabilità”, è stato dedicato all'ex presidente della cooperativa, Angelo Farisoglio, scomparso il 15 marzo 2020.

«Mi hanno colpito la serenità di queste donne nell'affrontare la loro routine quotidiana, fatta di momenti in casa e di impegni lavorativi o legati a degli hobby, e l'affiatamento che le unisce, anche nelle discussioni», conclude Michele Pastrello. «Si abbracciano, cantano, si coccolano, c'è molta fisicità tra di loro (soprattutto, chissà perché, nel dopocena) e con lo stesso calore hanno accolto anche me. Mentre mi facevo guidare nella esplorazione della loro settimana tipo, ho pensato: il mio compito sarà solo registrare quello che sto vivendo ora. Non dovrò aggiungere nulla, alcun dialogo. Costruiremo insieme quella che in apparenza sembrerà una storia banale, ma solo in apparenza».

Per le persone con disabilità, anche intellettiva, trovare l'indipendenza nell'oggettiva condizione di dipendenza è la via per essere liberi, per realizzarsi ed esprimere nella vita adulta. Riuscire a farlo anche quando viene a mancare il supporto della famiglia di origine è uno dei temi più delicati e importanti che interessa il mondo della disabilità.


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