Cooperazione & Relazioni internazionali

Accoglienza per i minori ucraini: l’equilibrio fra garanzie e urgenza

Una lettrice ci scrive per condividere alcune riflessioni in merito al delicato tema dell'accoglienza dei minori che stanno arrivano dall'Ucraina, anche soli. Occorre trovare un equilibrio fra la necessità di dare garanzie e l'urgenza di dare risposte concrete. «Qui serve altro. E chissà che finalmente, per rispondere ad un bisogno vero, riusciamo a risolvere alcune criticità che ci portiamo da tempo. Perché il nostro sistema spesso ha tempistiche incompatibili con le necessità delle persone»

di Elena Morgante

Ho letto, in riferimento all’Emergenza Ucraina, l'articolo in cui davate conto dello stato della situazione dell’accoglienza in Italia per i minori, fotografandolo a tutto tondo ed evidenziandone alcune pregresse criticità. Criticità sulle quali si va ad innestare una crisi che comporterà uno spostamento massivo di persone, con necessità di collocamento, dalle prospettive oggi difficili da definire per modalità e tempi.

Evidenziavate il problema dei molti minori e dei minori orfani o non accompagnati segnalando i problemi connessi e le formalità da rispettare. Vorrei fare qualche chiosa e magari allargare la prospettiva ed aprire un confronto su temi che in poche righe non si possono esaurire.

Il cappello sotto il quale vorrei sintetizzare le osservazioni può essere, mutatis mutandis : “non mettiamo vino nuovo in otri vecchi”. Occorre realismo e capacità di rispondere ai bisogni, approcciando le persone in modo concreto e sostanziale.

Perché il Presidente Zelensky ha così tanta “presa” sul suo uditorio occidentale, al di là di tante altre considerazioni? Perché in quello che dice si gioca tutto, perché incarna il valore della libertà, della umanità, della indipendenza, della coscienza della identità di un popolo. Il suo ruolo istituzionale di capo di Stato non è altro dall’essere un padre, un combattente, un cittadino, un uomo. Da noi invece è diverso. Noi abbiamo le procedure. Noi abbiamo le istituzioni che, talvolta, anestetizzano la gratuità, la disponibilità, lo slancio personale, la generosità e danche la carità perché diamo un obolo e poi ci pensano gli altri, i professionisti, anche del sociale. Non me ne vogliate, anche io potrei far parte di questi professionisti.

Qui serve altro. E chissà che finalmente, per rispondere ad un bisogno vero, riusciamo ad esempio, a liberare posti in comunità dove madri e figli vivacchiano da diverso tempo perché in quei contesti non sono riuscite a riprendere in mano la propria vita, o non sono state aiutate a farlo. Sfoltiamo e sfrondiamo i Tribunali dei minori da posizioni che non hanno quella gravità o necessità per rimanere “in ballo” con tempistiche incompatibili con le necessità delle persone.

Aiutiamo i Servizi sociali territoriali a capire che il mondo è cambiato e che certi rigidismi nella lettura degli utenti sono incompatibili con problematiche vere e profonde, selezionando meglio i casi che necessitano davvero di interventi e di dispendi di energie professionali ma anche di risorse pubbliche.

La crisi dell’Ucraina è uno tzunami che si abbatte su di un sistema che ha già molte criticità interne, ma forse non è un male perché di fronte alla tragedia davanti alla quale stiamo assistendo, la scala delle priorità deve essere riletta. E poi, guardiamoci in faccia: chi arriva vuole una vita normale, noi siamo abituati a percorsi anche comunitari dove c’è una sovra esposizione del comparto psicologico a discapito della emancipazione che vuol dire soprattutto indipendenza, casa e lavoro… cose difficili da offrire.

Senza i cittadini, quelli di buon cuore, quelli che forse vorrebbero “saltare” le procedure per essere generosi con qualche bambino ucraino, non ce la faremo perché il bisogno particolare è immenso e la coperta è corta e la macchina istituzionale nostra non potrà coprirla totalmente soprattutto nel lungo periodo.

Con riferimento alla figura del Tutore Volontario di MSNA, ruolo che ricopro anche io, prima di affermare che “sono pochi”, vediamo di attivarli in modo efficiente nelle dovute sedi. Infatti ci si lamenta che sono pochi, ma molti tutori lamentano di non ricevere incarichi dalle istituzioni o il fatto che questi incarichi arrivano con tempi molto dilatati. Probabilmente andrà valorizzata la figura del tutore sociale, ma non solo per i MSNA ma anche per i nuclei mamma-bambini, per una prossimità ed un accompagnamento mirato ed individualizzato. È un compito impegnativo che va sostenuto, anche economicamente.

Come forse andrà sostenuta l’accoglienza anche domiciliare, anch’essa di prossimità ed individualizzata, ma realisticamente i cittadini dovranno essere supportati anche economicamente nell’offrire questo tipo di accoglienza diffusa che in Italia ha molte potenzialità. Ma la gente non solo vuole offrire le proprie case, lo fa per dei volti, per un coinvolgimento umano, concreto e non demandabile solo agli enti del Terzo Settore.

Insomma, questo grande problema ci pone davanti nuove sfide che scardineranno forse i vecchi schemi ma acquisteremo un approccio nuovo di operare più realistico, sostanziale, umanamente benefico e economicamente sostenibile. Anche per le istituzioni.

Foto di Mathias P.R. Reding da Pexels


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