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Come aiutare i profughi ucraini, superando la burocrazia

Mentre continuano le mobilitazioni di famiglie che aprono le porte agli ucraini, e le campagne di raccolta fondi per sostenere l’accoglienza dei profughi in Italia, in Lombardia e a Milano, ci sono alcuni cortocircuiti burocratici. Ecco come superare la disorganizzazione di questa prima fase emergenziale di accoglienza

di Luca Cereda

Mentre da qualche giorno circola il vademecum del Comune di Milano in cui sono presenti le linee guida per i cittadini che vogliono aiutare i profughi ucraini, Palazzo Marino ha deciso di aprire, insieme alla Fondazione di Comunità Milano Onlus, il fondo #MilanoAiutaUcraina che ha l'obiettivo di raccogliere donazioni che saranno poi utilizzate per aiutare coloro che arriveranno nel capoluogo meneghino e le famiglie che stanno ospitando o hanno intenzione di accogliere profughi ucraini.

Se chi arriva nel capoluogo lombardo e ha bisogno di trovare un alloggio può contattare il numero verde 800 894545 e la gestione del suo percorso personale o della sua famiglia poi sarà a carico delle Prefetture. È stato poi istituito un canale per l'emergenza: al numero 02.02.02 risponderanno operatori che forniranno tutte le informazioni relative ai beni di prima necessità, vestiario ma anche a chi volesse mettere a disposizione degli alloggi. Chi vuole ospitare i profughi in casa si sta registrando sulla piattaforma refugees-welcome. Chi invece ha già accolto profughi in fuga dalla violenza russa che non risparmia i civili, come più evitare e superare la disorganizzazione di questa prima fase emergenziale di accoglienza?

Un vademecum per "assecondare" la burocrazia

Non si chiamerebbe emergenza se non avesse fasi concitate, non solo sui confini dell’Ucraina dove Polonia, Moldavia e Romania hanno il numero maggiore di profughi ucraini, ma anche in Italia, anche a Milano e in Lombardia. Dove spesso la corsa alla solidarietà nelle forme che anche su Vita stiamo racontando, procede più velocemente delle regole e delle burocrazia, insomma delle “linee guida”, come si è imparato a chiamarle in tempo di pandemia. Serve allora un vademecum per le pratiche burocratiche per ospitare a casa propria i rifugiati ucraini:

Innanzitutto è necessario registrare la presenza di una persona in fuga dal conflitto o di un nucleo famigliare in Questura accompagnandoli e identificandovi insieme a loro in qualità di persona o nucleo di accoglienza. A Milano il luogo dove recarsi è in via Montebello – ora è accessibile soltanto su appuntamento, ma resta aperta anche di notte -. Qui viene rilasciato un secondo appuntamento per la valutazione del permesso di soggiorno e un documento denominato “certificato di presenza” per i profughi provenienti dal paese dell’Europa orientale.

In Questura o nella sede della polizia locale del Comune di residenza per il nucleo ospitante è possibile fare certificato di "ospitalità". Che andrà poi portato all’appuntamento preso in commissariato. In caso i rifugiati non siano ospiti direttamente in casa, ma ad esempio in un appartamento sfitto o una seconda casa, per il proprietario è necessario portare all’appuntamento anche i rogiti e gli eventuali contratti di affitto in essere dei locali in cui vengono o saranno ospitati i migrati del conflitto russo in Ucraina. Per questo appuntamento è necessario anche un test per assicurare la negatività al Covid-19 eseguito nelle ultime 48 ore per tutti i partecipanti all’incontro.

Anche per questo è necessario prende contatto con le aziende sanitarie locali per riservare appuntamento – con priorità – per visite le mediche generali e test anticovid per i profughi. In questa occasione verrà fornito ai rifugiati anche un codice fiscale e sanitario provvisorio.

A questo punto si è in possesso di tutti i documenti burocratici utili per tornare in Questura per l'appuntamento concordato per le verifiche di regolarità dell’accoglienza.

La “distribuzione” della solidarietà

Nel caso specifico del Comune di Milano è stata attivata anche una raccolta di beni non deperibili tramite gli hub alimentari: è stata elaborata una guida con le indicazioni sui tipi di beni ammessi, su come confezionare i pacchi e su dove avviene la consegna. Questi pacchi vengono poi distribuiti alle famiglie che si sono registrate nella rete territoriale dell’accoglienza profughi ucraini. Tutte le informazioni potranno essere trovate sul sito foodpolicymilano.org mentre per chi volesse segnalare luoghi che potrebbero essere adatti ad accogliere donazioni si potrà scrivere all'indirizzo di posta foodpolicy@comune.milano.it.


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