Economia & Impresa sociale 

Draghi: «Rione Sanità è il simbolo di una comunità che sa dare una speranza ai suoi giovani»

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha visitato il Rione Sanità per conoscere da vicino il “modello” di sviluppo inclusivo avviato nel quartiere con il sostegno della Fondazione Con il Sud e sviluppato grazie ai giovani della cooperativa sociale la Paranza e della Fondazione San Gennaro. Il premier ha poi incontrato le famiglie ucraine accolte nel rione

di Redazione

Il premier Mario Draghi ha incontrato la Comunità del Rione Sanità nella Basilica di Santa Maria della Sanità. Dopo la cerimonia della firma per il “Patto per Napoli” tenutasi nella sala dei Baroni del Maschio Angioino, il capo del governo è stato accolto al Rione Sanità da Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione Con il Sud, Mons. Gaetano Castello Vescovo ausiliare, Antonio Loffredo parroco del Rione Sanità e dai tanti volontari della Fondazione di Comunità San Gennaro.

Presente anche l’orchestra giovanile del quartiere “Sanitansamble” che, diretta dal Maestro Paolo Acunzo, ha voluto celebrare l’arrivo di Draghi al Rione Sanità con l’inno nazionale ucraino, poi seguito dall’inno nazionale italiano. Un omaggio – simbolico – al Premier, ma anche alle famiglie ucraine che in queste settimane hanno trovato ospitalità e accoglienza al Rione Sanità.

Una vocazione all’accoglienza, quella di questo Rione, che ha radici profonde così come testimoniano le catacombe di San Gaudioso che il Presidente ha visitato al termine dell’incontro con le famiglie ucraine. L’intero complesso archeologico custodito sotto la basilica di Santa Maria della Sanità è infatti dedicato ad un vescovo africano che, costretto ad abbandonare la propria terra a causa delle persecuzioni, nel V secolo approdò a Napoli.

Sono questi i luoghi che Mario Draghi ha avuto modo di scoprire insieme ai giovani della coop. La Paranza, quei giovani che grazie all’iniziale sostegno della Fondazione Con il Sud hanno reso fruibile l’immenso patrimonio storico-artistico e archeologico del Rione Sanità e delle Catacombe di Napoli, oggi tappe obbligate del turismo a Napoli. Il “modello Sanità”, fortemente caratterizzato dalla partecipazione dal basso e dal coinvolgimento del Terzo, ha determinato in poco più di dieci anni processi di creazione di valore reputazionale, identitario, sociale, culturale ed economico senza eguali.

“Il modello Sanità dimostra, in modo inequivocabile, che nel lavoro di inclusione sociale, di valorizzazione dei beni comuni, soprattutto in alcuni territori, vi è la vera premessa dello sviluppo” sottolinea Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione Con il Sud che aggiunge “sono necessari finanziamenti, ma la storia del nostro Sud ci insegna che questi vanno associati a investimenti sulla fiducia, sul protagonismo dei giovani e delle comunità locali, sulle organizzazioni di Terzo Settore che sono capaci di attivare processi di partecipazione e modelli, come quello della Sanità, che possano essere replicabili”.

Modello replicabile? Sicuramente si. Nel 2019 è nata l’ultima cooperativa, Coop4art, dalla collaborazione fra La Paranza, Officina dei talenti e Dafne, un’impresa specializzata in restauri. Nel 2020 ha vinto un bando del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, un progetto di collaborazione fra pubblico e privato per la valorizzazione della Piscina Mirabilis di Bacoli. La Paranza potrà così sperimentare fuori dai confini della Sanità il suo metodo di sviluppo dal basso, di gestione partecipata di un bene culturale. L’approccio strategico e il modello organizzativo adottati è lo stesso del Rione Sanità: quella comunità di patrimonio che la Convenzione di Faro auspica per l’Europa.

“Le Catacombe sono state visitate da Capi di Stato, non solo italiani, dal segretario generale delle Nazioni Unite, oggi dal presidente del consiglio ma soprattutto da migliaia e migliaia di persone che si sono appassionate a una storia di rigenerazione urbana che si è compiuta attraverso il “ricongiungimento familiare” di una comunità con il suo patrimonio storico, artistico e religioso. Ma a contare davvero – continua padre Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità – è l’impatto sociale, percepibile in modo visibile dal rafforzamento sia del senso di appartenenza, mostrato ogni volta che il Rione Sanità ha dovuto affrontare i giorni difficili che in questi anni non sono mancati, sia della rete invisibile di relazioni che sostiene innumerevoli iniziative per i più fragili, i più deboli”.

In questi giorni di guerra l’inclinazione all’ascolto dei bisogni degli altri e degli ultimi, di cui il Terzo Settore è interlocutore privilegiato, si è tradotto al Rione Sanità in azioni concrete di solidarietà e inclusione sociale. A seguito dei drammatici eventi dello scorso 24 febbraio la Fondazione di Comunità San Gennaro, insieme ai tanti volontari e abitanti del Rione Sanità, hanno scelto di accogliere presso le case canoniche e le proprie abitazioni 15 persone, tutte donne e bambini, in fuga dagli orrori della guerra.

La Comunità del quartiere si è fatta carico del sostegno dei bisogni primari delle famiglie accolte e, contestualmente all’emergenza, la Fondazione di Comunità ha lanciato una campagna di solidarietà con l’obiettivo di raccogliere fondi e facilitare la collaborazione tra la rete dei commercianti per la fornitura di generi alimentari, vestiario e medicine.

Ultima tappa del Presidente, il Presepe Favoloso allestito nella seicentesca sagrestia della Basilica di Santa Maria della Sanità e realizzato dai fratelli Scuotto de La Scarabattola e dallo scenografo Biagio Roscigno. Da questi, il Presidente ha ricevuto in dono un Angelo Moro, simbolo di integrazione e chiaro riferimento alla principale caratteristica del presepe da sempre inclusivo e mai esclusivo.

Credit Foto Sergio Siano