Welfare & Lavoro

“Una Milano che difende” si presenta alla cittadinanza

Venerdì 8 aprile ore 10.30, Palazzo Marino (Milano). Intervengono: Lucilla Andreucci, referente del Coordinamento di Libera Milano, don Virginio Colmegna, presidente Casa della Carità, Valentina Valfrè, Responsabile programma internazionale Work IS Progress - Soleterre e Rosario Pantaleo, presidente della Commissione Antimafia del Comune di Milano

di Redazione

Un cambio di passo nelle relazioni tra terzo settore e istituzioni pubbliche e attenzione sul rischio, legato ai fondi del PNRR in arrivo a Milano, di contaminazioni di mafie e corruzione.

Sono queste le principali richieste di “Una Milano che difende”, tavolo formato da un folto gruppo di realtà cittadine, eterogenee per dimensioni, mission e personalità giuridiche, che venerdì 8 aprile alle 10.30 si presenta pubblicamente nella Sala Brigida di Palazzo Marino.

Intervengono: Lucilla Andreucci, referente del Coordinamento di Libera Milano, don Virginio Colmegna, presidente Casa della Carità, Valentina Valfrè, Responsabile programma internazionale Work IS Progress – Soleterre.

IL TAVOLO

Il tavolo è formato da Mamme a scuola, Cooperativa Comin, Associazione Famiglie Sindrome di Williams, Soleterre, Associazione il Balzo, ARCI, Fondazione Arché, Casa della Carità, Cooperativa Zero5, Lo Scrigno, tutte associazioni che da oltre un anno hanno raccolto l’invito di Libera Milano a ritrovarsi e confrontarsi, condividendo la consapevolezza che dopo la pandemia non sia possibile tornare a operare come prima.

Il messaggio “Non vogliamo tornare alla normalità, perché la normalità era il problema” è stato declinato dal gruppo in chiave non profit e rivolto al Comune di Milano in primis, al cui sindaco hanno consegnato il documento “Per un welfare dei diritti”, che contiene osservazioni e proposte precise, che saranno presentate durante la conferenza stampa.

I TEMI

Due, in particolare, sono i temi che “Una Milano che difende” vuole porre all’attenzione dell’amministrazione locale.

Per prima cosa, il tavolo vuole mettere in allerta rispetto al rischio di contaminazioni di mafie e corruzione del tessuto sociale ed economico di Milano: nei prossimi anni molte risorse conseguenti al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza arriveranno in città e in regione, e già in passato organizzazioni criminali sono state leste a intercettare il bisogno di spesa, occupando spazi impropri e alimentando i circuiti del riciclaggio, anche servendosi di cooperative spurie e società di facciata. Occorre vigilare, perché questo non accada.

Per questo, alla conferenza stampa interverrà anche Rosario Pantaleo, presidente della Commissione Antimafia del Comune di Milano.

“Una Milano che difende” vuole poi sottolineare la necessità di costruire un sistema di welfare civico più partecipato. La pandemia, infatti, ha fatto emergere la diffusa difficoltà di accesso a diritti e servizi soprattutto per le fasce più deboli della cittadinanza.

Occorre quindi uscire dalla logica del “progettificio” – che tra le sue conseguenze ha anche quella di rendere precari gli operatori sociali, creando una stortura interna al settore – avviando veri percorsi di coprogettazione, ai sensi del decreto N.72 del 31 marzo 2021, che definisce le Linee Guida sul rapporto tra Pubbliche Amministrazioni ed Enti del Terzo Settore e che stabilisce che le pubbliche amministrazioni devono “assicurare il coinvolgimento attivo degli Enti del T.S. nell'esercizio delle proprie funzioni di programmazione e organizzazione a livello territoriale degli interventi e dei servizi nei settori di attività di interesse generale”.

Questi percorsi devono essere trasparenti e i loro risultati verificabili, per rispondere al meglio ai bisogni sempre più complessi dei più fragili e per garantire continuità di lavoro alle organizzazioni territoriali, anche piccole, che hanno instaurato relazioni di lunga durata con beneficiari e cittadini.

La tanto declamata Milano della solidarietà non dev’essere ridotta a generoso volontariato meneghino (pure di fondamentale valore): le vanno riconosciute responsabilità e competenze professionali per una città che abbia a cuore i diritti di tutti, cominciando da quelli degli ultimi.


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