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Economia & Impresa sociale 

Investimenti ad impatto: la serie sulle buone pratiche italiane

A partire dal mese di maggio Vita in collaborazione con Social Impact Agenda per l'Italia (SIA) racconterà sul magazine e on line le esperienze più innovative di un’economia generatrice di valore economico, sociale e ambientale. La prima puntata sarà dedicata a Kitenergy

di Claudia Valenti

Social Impact Agenda per l’Italia (SIA), network italiano della finanza a impatto, ha avviato un progetto di mappatura e divulgazione delle buone pratiche di investimenti a impatto in Italia. E una volta al mese racconterà dalle pagine di VITA magazine dieci delle esperienze più significative fra quelle che ha selezionato SIA.

L’iniziativa ha l’obiettivo di contribuire alla diffusione della cultura impact nella Pubblica Amministrazione, nel settore finanziario e nell’impresa, come approccio di investimento che sostenga il rilancio dell’economia in maniera equa e sostenibile. Allo stesso tempo, ha lo scopo di raccontare alla società civile alcuni esempi concreti di finanza impact, che testimoniano la possibilità di realizzare davvero un nuovo modo di fare economia, che sia in grado di combinare sostenibilità economica e impatto sociale e ambientale positivo.

Dopo aver costruito un framework di valutazione delle pratiche di investimento, SIA ha analizzato i progetti di investimento realizzati, o in fase di realizzazione, dai principali soggetti investitori di ambito nazionale: banche, fondi di investimento, società di gestione del risparmio, fondazioni. Si è scelto di approfondire e promuovere quelle iniziative definibili come “finanza a impatto”, distinguendole da quelle di “finanza sostenibile”, perché dotate di metodi di valutazione e di misurazione in grado di quantificare l’impatto positivo generato.

Ogni buona pratica identificata (la prima, relativa alla società Kitenergy, in foto, è pubblicata sul numero di VITA magazine di maggio in distribuzione in questi giorni), è raccontata oltre che con le testimonianze degli imprenditori anche attraverso una scheda tecnica, che raccoglie informazioni sugli enti promotori, gli enti attuatori ed altri eventuali stakeholder; sullo strumento finanziario scelto, il suo valore economico, le metriche di impatto socio-ambientale utilizzate per la valutazione; sul settore dell’investimento, l’ambito territoriale di realizzazione, i suoi elementi di innovazione e le sue criticità.

«Facendo conoscere le buone pratiche di impact investing – commenta Filippo Montesi, segretario generale di SIA – vogliamo dimostrare che è possibile un altro modo di fare impresa e finanza. Gli esempi che abbiamo raccolto evidenziano che la ricerca del profitto può essere in sintonia con la generazione di valore ambientale e sociale. Questi sono esempi di leadership, visione e innovazione che spero incoraggeranno altri investitori e imprenditori ad abbracciare il paradigma dell’economia a impatto».


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