Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Welfare & Lavoro

“Rinascimento Bergamo” un modello per l’Italia

La sinergia virtuosa tra pubblico, privato e non profit un esempio per la ripartenza. Oltre 17 milioni di euro erogati per sostenere circa 4.400 tra microimprese, commercianti, artigiani e liberi professionisti durate l’emergenza Covid-19. I numeri del programma lanciato nel 2020 dal Comune di Bergamo insieme a Fondazione Cesvi e Intesa Sanpaolo presentati a Milano al ministro Enrico Giovannini

di Antonietta Nembri

«Un progetto straordinario che è diventato un modello trasparente e flessibile», così la presidente di Cesvi, Gloria Zavatta ha definito il programma “Rinascimento Bergamo”, lanciato nell’aprile 2020 dal Comune di Bergamo, dal gruppo Intesa Sanpaolo e dalla stessa Fondazione Cesvi per sostenere il tessuto economico e sociale della città colpita dall’emergenza Covid-19. E i numeri di questo programma stanno a dimostrare non solo la straordinarietà, ma anche i risultati conseguiti: circa 4.400 tra piccoli imprenditori e professionisti finanziati, oltre 17 milioni di euro erogati, pagamenti in media entro nove giorni.
L’occasione per parlare di questo che si è dimostrato uno strumento concreto e un modello virtuoso di sinergia tra pubblico, privato e non profit che può essere replicato a livello nazionale per aiutare il Paese a ripartire dopo due anni di pandemia è stato un incontro che si è tenuto nella mattinata di oggi, lunedì 6 giugno, a Milano al Palazzo delle Stelline, moderato dal vicedirettore di Radio 24 Sebastiano Barisoni e che ha visto la presenza del ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Enrico Giovanni.

Per Giovannini l’occasione non era tanto quella di «celebrare un successo perché si sono realizzati alcuni interventi, non si celebra neppure un intervento, ma la capacità di una comunità di pensare il proprio futuro». Quello che si è realizzato a Bergamo è un progetto che ha messo insieme le componenti della nostra società, ha continuato il ministro che ha poi legato la mattinata al Pnrr «un’occasione unica per il rilancio dei territori e delle comunità locali», ha continuato il ministro. «La città di Bergamo ha dimostrato di essere pronta a raccogliere questa sfida. Con le risorse Pnrr del Mims, infatti, saranno realizzati, tra l’altro, due progetti per l’edilizia sociale all’interno del programma PINQuA, interventi per lo sviluppo del Trasporto Rapido di Massa, delle ciclovie urbane e per il rinnovo in chiave green degli autobus del trasporto pubblico locale». Giovannini ha poi aggiunto: «Investire nella resilienza delle città significa saper immaginare un nuovo modello per vivere la comunità locale, basato su principi di inclusione e sostenibilità, tutti elementi che aumentano il benessere dei cittadini e al tempo stesso migliorano l’attrattività e la competitività dei territori dove l’attenzione agli impatti generati rappresenta un paradigma strategico a cui ispirarsi».

L’incontro che «non è una celebrazione», ha esordito il sindaco Giorgio Gori, è servito innanzitutto a fare il punto sulle ricadute positive che Rinascimento Bergamo ha avuto sull’economia della città lombarda. Attraverso otto bandi, indetti dal Comune nell’ambito del Fondo di mutuo soccorso, il programma ha erogato 9,5 milioni di euro in contributi a fondo perduto e 7,5 in prestiti d’impatto a tasso agevolato a favore delle micro e piccole imprese, dei professionisti e delle organizzazioni non profit che compongono il tessuto economico e sociale della città. Il principio ispiratore del programma è stato quello della finanza a impatto, un modo innovativo, sostenibile e inclusivo che ha permesso a soggetti pubblici, privati e del non profit di realizzare progetti al servizio della collettività con un impatto misurabile su economia reale e coesione sociale.
«Questo progetto è nato nel momento più difficile, quando la città era nei Tg di tutto il mondo come la più colpita dalla pandemia» ha ricordato il primo cittadino. «Il programma Rinascimento è stato decisivo in un momento così difficile e delicato per la città di Bergamo. Abbiamo sempre sostenuto che si trattasse di un’occasione importante per sostenere le attività commerciali e le piccolissime imprese della nostra città, ora possiamo dire con certezza, a circa un anno dalla conclusione dell’iniziativa, che è stato proprio così. I risultati chiariscono, infatti, che non solo le attività che hanno usufruito dei fondi di Rinascimento hanno tenuto meglio di quelle che hanno deciso – o non erano titolate – di non accedere ai bandi istruiti da Comune, Fondazione Cesvi e Intesa Sanpaolo, ma anche che hanno saputo dare più lavoro e potersi permettere più personale dipendente». Gori ha ricordato la crescita dell’occupazione al 18%. La tenuta delle imprese e la tenuta dell’occupazione sono, ha ricordato ancora Gori « due obiettivi che avevamo stabilito di voler centrare all’inizio del percorso di questa iniziativa: riuscendoci, potranno scattare i due “bonus” per la città, ovvero l’azzeramento degli interessi a carico delle 4000 imprese che hanno ricevuto i finanziamenti e gli aiuti di Rinascimento, ma anche l’impegno da parte di Intesa Sanpaolo a reinvestire tra 4 anni la stessa cifra in un progetto analogo di sostegno delle piccole attività imprenditoriali e artigiane di Bergamo. Potrebbe quindi concretizzarsi una notizia molto importante per tutta la nostra città e che dimostra la lungimiranza sottesa a questo Programma».

Dal Palazzo delle Stelline è arrivata anche una proposta concreta al Governo alle prese con la gestione di fondi senza precedenti provenienti dall’Unione Europea per l’attuazione del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, pari a oltre 191 miliardi di euro. «Programma Rinascimento ci ha permesso di sostenere, sin dalle fasi più complesse dell’emergenza sanitaria, Bergamo e il suo territorio. Grazie a una preziosissima collaborazione con l’amministrazione comunale, Fondazione Cesvi, Deloitte e gli esponenti della comunità locale un team esteso e coeso è stato in grado generare impatto, concedendo fiducia a micro e piccole attività d’impresa, ai piccoli esercizi commerciali e artigianali, a startup e a organizzazioni del Terzo settore di Bergamo che, in condizioni di vita e lavorative difficili e nuove, hanno lavorato su nuovi progetti per ridisegnare il futuro della loro attività», ha commentato Raffaello Ruggieri, Group Chief Lending Officer di Intesa Sanpaolo che ha ricordato come questo progetto possa essere scalabile a livello nazionale e il valore dello schema pay for result.

Alla tavola rotonda (nell'immagine) sono poi intervenuti Paolo Caroli, team leader Rinascimento Bergamo- Cesvi che ha centrato il suo intervento sulla costruzione di una «governance nuova che ha mobilitato il talenti migliori di ciascuna organizzazione», il direttore generale del Comune Michele Bertola che ha ricordato come Rinascimento ha portato «all’alleanza degli innovatori ovunque essi siano, mentre noi abbiamo tolto tutto ciò che era possibile sulla burocrazia».
Da parte sua Maria Rosaria Caputo, Head of Group Rating Desk Intesa Sanpaolo ha aggiunto: «Il programma Rinascimento Bergamo, che ha stimolato virtuosi meccanismi di collaborazione tra investitori ad impatto, attori pubblici e imprese sociali innovative, può rappresentare uno modello di riferimento utile per il successo del Pnrr. Rinascimento Bergamo ha dimostrato come è possibile attrarre investimenti al servizio di un interesse generale, se inquadrati in una logica di partenariato pubblico-privato, capace da un lato di accrescere il capitale a disposizione dei progetti e dall’altro di garantirne l’effettiva “messa a terra”, condizionando l’erogazione dei fondi pubblici al raggiungimento degli obiettivi».

Elena Vistarini, partner Corporate Finance Advisory di Deloitte nel sottolineare come il carattere sperimentale dell’intervento possa essere definito un esperimento riuscito ha spiegato come a confermarlo siano due indicatori fondamentali «il tasso di mortalità delle imprese e la crescita nel numero degli addetti. I circa 700 beneficiari, dall’avvio di Rinascimento Bergamo, hanno infatti riportato un tasso di mortalità pari all’1% e una crescita del numero di addetti impiegati pari al +18%, entrambi significativamente migliori rispetto alla popolazione di riferimento – composta da 5.400 microimprese e studi professionali – che ha registrato valori rispettivamente del 4,5% e del +9,4%. Deloitte, grazie alla partnership con Rinascimento Bergamo, ha avuto l’opportunità di mettere a terra tempestivamente la sua nuova filosofia “Impact for Italy” – lanciata nel 2020 – per contribuire ad una Italia sempre più competitiva, resiliente e sostenibile». Ultimo a prendere la parola nella tavola rotonda Giacinto Giambillini, vice presidente Imprese e territorio Bergamo che ha ricordato come spesso «le pmi hanno sempre la sensazione di essere abbandonate, mentre questo bando dava una sensazione diversa».

Rinascimento Bergamo si è rivelato dunque un modello efficace e efficiente capace di sostenere il territorio durante la crisi e favorire lo sviluppo locale, rispondendo in modo mirato e in tempi rapidi ai bisogni della città. Le opportunità che anche in ottica Pnrr le partnership pubblico- privato possono avere sono state poi analizzate dal professor Francesco Longo dell’Università Bocconi e dal professor Marco Leonardi della presidenza del Consiglio dei Ministri – Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il programma, rappresentando uno schema di intervento in grado coinvolgere il capitale privato in una logica di vero partenariato pubblico-privato-non profit tra investitori di impatto, attori pubblici e imprese sociali innovative, è stato in grado di stimolare meccanismi virtuosi di collaborazione a favore di un interesse generale e di fornire una risposta tempestiva a una situazione straordinaria, per tutelare diritti fondamentali quali salute e sicurezza sociale. Un risultato a cui ha contribuito l’esperienza nella risposta alle emergenze maturata da Cesvi in oltre 35 anni di attività in tutto il mondo. L’organizzazione umanitaria si è fatta carico in particolare della gestione, dell’erogazione dei contributi a fondo perduto e delle attività di monitoraggio e rendicontazione.

«Abbiamo messo in campo le nostre competenze operative e gestionali per assicurare tempestivamente alle piccole e medie imprese bergamasche i fondi necessari per ripartire. Decisivo in questo senso è stato il dialogo continuo e diretto mantenuto con i beneficiari dei contributi attraverso un servizio di consulenza, assistenza e vicinanza» ha dichiarato Maurizio Carrara, presidente onorario di Fondazione Cesvi che ha ricordato anche i 2milioni e mezzo di mascherine distribuite nell’immediato «un lavoro micidiale che da un’attività fatta solo di cuore si è trasformata in cuore e testa». Che cosa mi resta? Si è chiesto Carrara che ha risposto con lo slogan che « spesso noi di Cesvi usiamo: fare bene il bene, ovvero siamo professionisti di un settore specifico, che è quello del non profit, in grado di generare valore sociale con un impatto misurabile, come ha dimostrato Rinascimento Bergamo».

A chiudere gli interventi il vicesindaco bergamasco Sergio Gandi che ha ricordato come il risultato ottenuto è frutto del lavoro di un’unica squadra di 75 persone caratterizzata da «compenetrazione, competenza e chiarezza dei ruoli: eravamo lì per dire di sì. Si è mobilitato l’intero territorio». Otto in tutto i bandi indetti dal Comune di Bergamo nell’ambito del Fondo di mutuo soccorso a favore delle micro e piccole imprese, dei professionisti e delle organizzazioni non profit che compongono il tessuto economico e sociale della città. Cesvi si è fatta carico della gestione dei bandi, della valutazione delle richieste di finanziamento, dell’erogazione dei contributi a fondo perduto e delle attività di monitoraggio e rendicontazione.

Nell'immagine in apertura da sx: Gloria Zavatta; Enrico Giovannini; Giorgio Gori e Raffaello Ruggieri – Foto da Ufficio stampa


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA