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Valente: «Senza il reato di molestie, quanto accaduto sul Peschiera-Milano è punito come uno schiamazzo»

«C’è un disegno di legge per istituire il reato di molestie sessuali, fermo nelle commissioni Giustizia e Lavoro al Senato. Sarebbe utile per completare il quadro degli strumenti di contrasto alla violenza maschile». E’ quanto ricorda la presidente della Commissione D’Inchiesta sul Femminicidio, la senatrice Valeria Valente, in questa intervista per Vita. «Un caso come quello del treno da Peschiera a Milano rientra nel reato di violenza sessuale o rischia di rimanere un fatto quasi irrilevante per l’ordinamento penale, al pari di uno schiamazzo notturno»

di Sabina Pignataro

«C’è un disegno di legge per istituire il reato di molestie sessuali, fermo nelle commissioni Giustizia e Lavoro al Senato. Sarebbe utile per completare il quadro degli strumenti di contrasto alla violenza maschile». E’ quanto ricorda la presidente della Commissione D’Inchiesta sul Femminicidio, la senatrice Valeria Valente, in questa intervista esclusica a Vita. «Un caso come quello del treno da Peschiera a Milano rientra nel reato di violenza sessuale o rischia di rimanere un fatto quasi irrilevante per l’ordinamento penale, al pari di uno schiamazzo notturno»

Senatrice Valente, cosa prevede il disegno di legge?
Il disegno di legge a mia prima firma istituisce il reato di molestie sessuali, prevedendo che 'chiunque, con minacce, atti o comportamenti indesiderati a connotazione sessuale, in forma verbale o gestuale, reca a taluno molestie o disturbo violando la dignità della persona è punito con la pena della reclusione da due a quattro anni'. Questo a patto che il fatto non costituisca più grave reato.

Si colmerebbe così un vuoto legislativo…
Esatto. Attualmente in un caso come quello del treno da Peschiera a Milano rientra nel reato di violenza sessuale o rischia di rimanere un fatto quasi irrilevante per l’ordinamento penale. Ma quei comportamenti che possono anche non prevedere palpeggiamenti e contatti fisici indesiderati, e che fanno sentire la vittima in pericolo, vessata sessualmente e in una condizione di forte disagio emotivo e psicologico, in ragione del fatto di essere una donna, non sempre possono rientrare nel reato di violenza sessuale e in questo caso possono essere poi puniti solo attraverso fattispecie molto blande come la violenza privata, al pari degli schiamazzi notturni di un vicino di casa particolarmente rumoroso. Ora tra la violenza privata e la violenza sessuale, molto più grave, c’è un vuoto, una zona grigia indefinita in cui può agire il magistrato, ma a sua discrezione.

Perché è bene e utile invece coprire quel vuoto?
Così che tutti quei comportamenti che non potranno essere considerati o provati come violenza sessuale siano comunque punibili e in maniera seria e rigorosa almeno come e in quanto molestie sessuali. Il ddl prevede anche aggravanti nel caso delle molestie sul luogo di lavoro e a scuola, agite insomma nell’ambito di un rapporto di subordinazione. La perseguibilità è per querela entro 12 mesi. Io generalmente sono contraria all'istituzione di nuove fattispecie di reato e ad aumentare soltanto le pene perché, come sappiamo, la violenza contro le donne ha una matrice culturale. Tuttavia istituire il reato di molestie sessuali è davvero necessario per inquadrare e punire comportamenti precisi.

A che punto è l’iter?
È all’esame delle commissioni Giustizia e Lavoro del Senato. Era stato anche inserito nel calendario per l’aula, ma all’ultimo miglio non si è trovato l’accordo per la non condivisione di un termine. Per questo di fronte alle dichiarazioni sdegnate e allusive sull’immigrazione di Meloni e Salvini ho chiesto loro di fare meno propaganda e di votare la legge. È un ddl che va di pari passo con l’altro che abbiamo depositato, secondo cui ogni volta che una donna non dice Sì è violenza, un testo che nei fatti sposta l'attenzione e chiede finalmente che, in sede processuale, si dimostri che l'uomo abbia ottenuto il consenso della donna all'atto sessuale e non la donna a dover dimostrare di essersi opposta a comportamenti indesiderati, cosa ripeto per nulla facile da provare (pensiamo alla donna costretta ad atti sessuali sotto effetto di alcol o drogata).

Perché è importante una sua rapida approvazione?
Perché come dicevo colma un vuoto legislativo. Adesso le molestie sessuali di fatto non vengono punite, se non come violenza sessuale vera e propria, cosa non sempre possibile. Purtroppo però ad oggi la violenza sessuale, come dicevo, in assenza del nuovo ddl non sempre può essere facile da provare e comunque in caso di molestie, se non vi fosse proprio stato alcun contatto fisico con parti intime (anche se non mi pare questo il caso di Peschiera del Garda, francamente) e fosse complicato provare solo la violenza psicologica, si rischierebbe di restare sostanzialmente privi di tutele. Eppure un clima intimidatorio, offensivo e lesivo della dignità di ciascuno in ragione del sesso, al di là del fatto che vi sia stato o meno contatto fisico di tipo sessuale va comunque punito in quanto tale. Certi comportamenti vanno puniti anche se non ci fossero i presupposti per configurare una vera e propria violenza sessuale, questo almeno per me e per tante donne che da anni lo chiedono. Ricordo poi a tutte e tutti noi che questa è un’altra esplicita previsione della Convenzione di Istanbul, che inquadra chiaramente la fattispecie delle molestie sessuali

Se fosse stato in vigore, quali sarebbero state le conseguenze per gli autori delle molestie sessuali a carico delle giovani minori di Peschiera?
Intanto per chiarezza devo dire che, almeno a una prima lettura dei fatti di cronaca così per come riportati dalla stampa, per gran parte dei fatti accaduti sul treno Peschiera-Milano vi saranno gli estremi per configurare ipotesi di vera e propria violenza sessuale. Ma laddove non dovesse essere possibile o non ce ne fossero i presupposti, se il ddl fosse stato in vigore sarebbe stata più certa in ogni caso una pena adeguata per comportamenti che con ogni evidenza sono ben diversi da semplici schiamazzi notturni. Ci troviamo comunque di fronte a comportamenti vessatori e prevaricatori che hanno messo in una condizione di oggettivo turbamento e inaccettabile disagio e sofferenza quelle ragazze e andrebbero in ogni caso puniti con pene appropriate.

E invece, come verranno puniti?
Questo è davvero difficile dirlo. Dipenderà dal processo, da cosa si riuscirà a provare nel processo. Molto dipenderà da come saranno svolte le indagini, dalla professionalità, dalla specializzazione e dalla formazione degli operatori sul campo e di chi dovrà formulare ipotesi di reato e di chi dovrà accertare i fatti. Ma io sono e voglio essere fiduciosa. Su questo si stanno, seppur lentamente, facendo importanti passi in avanti.

in apertura, la Senatrice Valeria Valente, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere


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