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Riforma non autosufficienza, l’urgenza dei caregiver

Gli anziani non autosufficienti e i familiari che se ne prendono cura non possono più attendere una riforma che assicuri loro servizi, qualità e sostegno. Una sfida non rinviabile, pena l’aumento delle diseguaglianze e il lasciare l’assistenza sulle sole spalle di familiari, sempre più soli e sempre più esausti

di Loredana Ligabue

L’indagine europea sulla salute EHIS – realizzata per l’Italia da ISTAT – nel 2019 evidenzia che:

  • il 43,2% degli anziani di 65 anni e più dichiara almeno una patologia grave (ictus, tumori, Alzheimer e demenze, malattie cardiache diabete, parkinsonismo, malattie respiratorie croniche…).;
  • un terzo degli over 75 presenta una grave limitazione dell’autonomia;
  • circa 3,8 milioni di anziani hanno severe limitazioni nelle attività quotidiane della vita domestica e nella cura personale.

La stessa ricerca rimarca che sono soprattutto i familiari ad assicurare aiuto agli anziani che hanno gravi difficoltà nella cura personale: l’84,4% degli intervistati riferisce infatti di ricevere aiuti dai familiari (conviventi e non). Sempre la stessa indagine evidenzia che 7.014.000 sono i familiari che prestano aiuto: fra loro, ce ne sono 2.367.000 che prestano assistenza per oltre 20 ore settimanali. La forza dei numeri dice quindi quanto sia estesa (nonché progressivamente in crescita) la domanda di assistenza alle persone anziane, quanto le trasformazioni sociali stiano modificando la composizione delle famiglie rendendo sempre più difficile e pesante dare supporto quotidiano a lungo termine ad un proprio caro che necessita di aiuto e quanto tutto ciò gravi sui figli (e in particolare sulle figlie, spesso uniche) rischiando di trasformare la disponibilità al dare cura in impegno esclusivo della propria vita (a scapito del lavoro, della costruzione di un proprio nucleo familiare, della genitorialità).

La lunga fase pandemica ha ulteriormente e pesantemente aggravato la condizione delle persone anziane (in termini di impatto sulla salute e di accesso ai servizi) e ha ulteriormente pesato sulle cure familiari, mostrando con assoluta chiarezza che la sostenibilità dell’assistenza alle persone anziane si basa su una azione di riforma strutturale in grado di potenziare e rimodulare i servizi territoriali, sviluppare interventi a supporto della domiciliarità e sostenere i familiari che si prendono cura riconoscendone il ruolo e favorendo la conciliazione.

In questo quadro, la decisione del Governo di inserire nel Pnrr la realizzazione di una riforma che introduca un sistema organico di assistenza agli anziani non autosufficienti (come d’altra parte già avvenuto in molti paesi europei) è stata salutata come presa d’atto dell’urgenza di farsi carico dei bisogni connessi alla società dell’invecchiamento. A ciò ha fatto seguito (settembre 2020) l’istituzione di una Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana presso il Ministero della Salute presieduta da Monsignor Paglia, l’istituzione (maggio 2021) di un Gruppo di lavoro su interventi sociali e politiche per la non autosufficienza presso il Ministero del Lavoro presieduto dall’On. Le Turco e l’istituzione (gennaio 2022) da parte della Presidenza del Consiglio di una nuova Commissione per le politiche a favore della persona anziana, sempre presieduta da Monsignor Paglia. A gennaio 2022 il Ministro Orlando ha presentato la bozza di disegno di legge delega inerente i servizi sociali. Un pezzo essenziale della riforma, che richiede però una organica integrazione con gli aspetti sanitari e sociosanitari, così come con i contenuti emersi dal lungo confronto che ha impegnato la Commissione Lavoro del Senato in materia di riconoscimento e sostegno del Caregiver familiare.

Tenendo conto di tali elementi, nel marzo 2022, 49 organizzazioni del Terzo Settore unitariamente operanti come “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza” hanno presentato una proposta di riforma organica centrata sulla semplificazione, l’integrazione sociale e sanitaria, la riduzione delle diseguaglianze territoriali, il sostegno alla prossimità, alla domiciliarità, il supporto ai familiari che si prendono cura, la ridefinizione dell’indennità di accompagnamento.

È ora necessario che dalla elaborazione di materiali di proposta si passi alla presentazione al Parlamento del Disegno di Legge Delega del Governo. Il Pnrr dice che la riforma volta ad introdurre con provvedimento legislativo un sistema organico di interventi a favore degli anziani non autosufficienti deve essere adottata entro la scadenza naturale della legislatura (primavera 2023) e la promulgazione dei decreti delegati entro il primo semestre del 2024. I tempi (auspicando il completamento della legislatura) sono ormai molto stretti e per milioni di anziani, familiari, operatori, volontari che ogni giorno affrontano le difficoltà di dare risposta a bisogni assistenziali crescenti, non è possibile mettere a rischio l’assunzione di una riforma vitale per garantire qualità assistenziale e qualità di vita a generazioni che necessitano di assistenza e a generazioni che offrono cura. È una sfida difficile ma non rinviabile, pena l’aumento delle diseguaglianze favorendo il mero sviluppo di un sistema di servizi privatistico e/o lasciare l’assistenza sulle sole spalle di familiari, sempre più soli e sempre più esausti.

*Loredana Ligabue, CARER ETS – Associazione Caregiver Familiari

Foto @Photoshot/SIntesi


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