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Povertà, la crisi morde forte. In aumento le richieste di aiuto

La fondazione registra 50mila assistiti in più nella rete delle organizzazioni caritative nei primi mesi del 2022, mentre nello stesso periodo si è registrato un calo delle donazioni di alimenti da parte dell’industria, con picchi del 35% nel settore ortofrutticolo. Da qui l’appello «a tutti per aiutare chi ha bisogno». Per tutta l’estate attiva la campagna "Donare di gusto #WeCareTogether"

di Antonietta Nembri

Le persone in povertà assoluta nel nostro Paese sono ancora tante: secondo i dati ufficiali diffusi dall’Istat sul 2021 si contano infatti 5,6 milioni di individui. Ma anche i trend di questi primi mesi del 2022 sono molto più preoccupanti: secondo Banco Alimentare, che già oggi registra un incremento di richieste di aiuto quantificato in + 50mila assistiti, il numero è destinato inevitabilmente a crescere nei prossimi mesi a causa delle ripercussioni negative della guerra in Ucraina, dell’aumento dei prezzi delle materie prime, dell’energia e dell’inflazione.

«Ognuno di noi registra già in questi mesi un aumento della spesa alimentare un aumento dei prezzi che aggraverà la situazione delle categorie più fragili: famiglie monoreddito e con lavori precari, piccoli commercianti o artigiani già provati dalla pandemia, chi lavora nel sommerso e non gode di sussidi, chi già a stento arrivava a fine mese. Quante saranno le persone che nei prossimi mesi avranno bisogno di un aiuto per soddisfare un bisogno primario come quello del cibo? Come possiamo non lasciare indietro nessuno?» a chiederselo è Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus.

La preoccupazione di Banco Alimentare non finisce qui. E le ragioni di questa preoccupazione è nel fatto che – spiega una nota – Banco Alimentare registra un calo della donazione di eccedenze da parte di alcuni segmenti della filiera agroalimentare con picchi del 35% nel settore ortofrutticolo e un calo delle donazioni economiche a sostegno dell’attività del 36%. Una congiuntura, che se unita all’aumento dei costi per l’attività di recupero e redistribuzione del cibo, potrebbero far ridurre la capacità di Banco Alimentare di far fronte a tutte le richieste di aiuto.

«Nelle scorse settimane c’è stato un blocco temporaneo della fornitura di pasta da parte dell’Agea, l’ente gestore degli aiuti del Fondo Nazionale e dei Fondi Europei», continua Giovanni Bruno. «Alcuni bandi si sono dovuti ripetere a causa dell’aumento dei prezzi. Questo è uno dei canali attraverso il quale raccogliamo gli alimenti che distribuiamo alle strutture caritative che aiutano le persone in difficoltà. Temiamo che la crescita dei costi delle materie prime e dell’inflazione possano provocare nei prossimi mesi una contrazione del canale Agea del 20-25% per alcuni prodotti. Questo, aggiunto alle minori donazioni di eccedenze da parte delle aziende, significherebbe una diminuzione della capacità di supportare le strutture caritative e di conseguenza le persone in difficoltà».

Banco Alimentare registra peraltro anche un aumento dei propri costi di logistica, trasporti ed energia elettrica stimando il costo di recupero e distribuzione di un pasto equivalente – pari a un mix di 500 gr di alimenti in base ai Larn (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana) – in media pari a circa € 0,10, un +43% nel 2022 rispetto agli anni precedenti quando si assestava a € 0,07.

Perché questa “catena di solidarietà” continui ad operare nel sostenere l’operato di circa 7.600 strutture caritative in tutta Italia, che aiutano 1 milione e 700mila persone in difficoltà, Banco Alimentare ha lanciato la campagna Donare di gusto #WeCareTogether. Sul sito www.bancoalimentare.it si possono trovare tutte le iniziative fino a fine agosto: in particolare sarà possibile richiedere i prodotti solidali online e sostenere Banco Alimentare anche sulla piattaforma di crowdfunding forfunding.intesasanpaolo.com