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Cultura, grazie alle associazioni è scoccata l’ora dell’arte continua

Nel numero di giugno del Bookazine di Vita un intero capitolo è stato dedicato alla cultura. Un viaggio nelle più belle esperienze italiane dove l’arte è diventata il collante del sociale: da San Gimignano, in provincia di Siena, a Napoli. E poi ancora Palermo, Ravenna, Sciacca, la valle de La Serpara, fino a Cuneo

di Redazione

Nel numero di giugno sull'italian Social Tour un intero capitolo è stato dedicato alla cultura. Un viaggio nelle più belle esperienze italiane dove l’arte è diventata il collante del sociale. Partiamo da San Gimignano, in provincia di Siena, splendido borgo medievale a metà strada fra Firenze e la Città del Palio. Tre amici, Mario Cristiani, Maurizio Rigillo e Lorenzo Fiaschi nel1990 hanno fondato l’associazione Arte Continua.

«La mission che ci siamo dati è quella di varare progetti di arte pubblica per connettere la ricerca sul nostro tempo nelle sue componenti più interessanti, con quello che è la storia dell’arte dentro la quale viviamo», racconta Cristiani che oggi riveste il ruolo di presidente dell’associazione. Qui, sollecitando il committente pubblico a immaginare percorsi di valorizzazione del territorio, i progetti diventano volano di rigenerazione urbana e territoriale.

Il rione Sanità di Napoli era considerato la “periferia nel cuore della città”, luogo pericoloso e da evitare. Fino a quando nel 2006 un gruppo di giovani che abitano il quartiere ha fondato la coop sociale “La paranza” che, partendo dalla riqualificazione del patrimonio artistico e culturale abbandonato, ha trasformato il Rione in un viaggio dentro la storia della città. Da non perdere il percorso del Miglio Sacro: dalle Catacombe di S. Gennaro ai due capolavori del barocco napoletano il Palazzo Sanfelice e quello dello Spagnuolo fino alla porta di S. Gennaro, la più antica della città.

A Palermo invece il “mare è diventato Memoria”, e se volete conoscere la città con gli occhi di chi l’ha abitata e la abita tappa obbligatoria è il “Mare Memoria Viva", l’unico ecomuseo urbano del sud che racconta le trasformazioni urbanistiche e sociali della città dal dopoguerra a oggi. Sempre in Sicilia, a Sciacca, è nato il “Museo Diffuso dei 5 Sensi”. Il comune è diventato un museo a cielo aperto. Gli abitanti hanno organizzato un insieme di esperienze per il visitatore: si può lavorare la ceramica, imparare a fare il vino o l’olio, cucinare ogni piatto siciliano.

Certi luoghi bisogna imparare a guardarli: «Quando più di trent’anni fa mia moglie ed io scoprimmo la valle de La Serpara, essa ci apparve un diamante grezzo da far scintillare e diventare un gioiello», racconta l’artista svizzero Paul Wiedmer, che a Civitella d’Agliano, ha fatto nascere il Parco delle Sculture di Serpara che oggi ospita sculture di artisti provenienti da diversi Paesi del mondo che si articolano in un percorso di dialogo con le piante del giardino. Nel parco vengono anche organizzati concerti e spettacoli a cura dell’associazione culturale La Serpara, affiliata Arci.

«La rigenerazione territoriale si fa con la bellezza e la conoscenza», così Antonio Presti, artista e mecenate siciliano, che realizza nel messinese alla Fiumara d’Arte, uno dei più grandi parchi all’aperto di arte contemporanea in Europa. La Fiumara d’Arte restituisce identità di presidio etico ed estetico al territorio. A Castel di Tusa, ai piedi del Parco, Presti realizza con la Fondazione Fiumara d’Arte un albergo-museo unico, l’Art Hotel Atelier, affacciato sul mare, con stanze realizzate da artisti internazionali che sono capolavori di arte contemporanea.

O ancora Ravenna, col Paradiso, Dante Alighieri diventa teatro collettivo. Il Paradiso infatti è l’ultima tappa della triade dantesca iniziata nel 2018 con l’Inferno da Ermanna Montanari e Marco Martinelli. La città diventa il palcoscenico di queste azioni, a cui partecipano centinaia di persone che hanno risposto a una chiamata pubblica.

Ma l’arte è anche una questione di resistenza. Paraloup, in provincia di Cuneo, è davvero la borgata della resistenza. Tra il 1943 e il ‘44 ospitò il primo quartier generale di Giustizia e Libertà del cuneese, capitanato fra gli altri da Nuto Revelli.

E con Revelli si è intrecciata ancora, molti decenni dopo, la storia del borgo. fondazione Nuto Revelli che, nel 2006, ha acquistato le baite abbandonate di Paraloup per farne luogo memoria. Oggi qui ci sono punti ristoro, case per pernottare, un teatro, residenze artistiche e anche un Museo dei racconti: «Questa è una storia di resistenza di comunità. E le stagioni che abbiamo scelto per raccontarla sono quattro: 1861-1935, per indagare le radici della civiltà contadina; 1943-1945, la lotta di liberazione; 1960-1980: lo spopolamento delle valli alpine e poi dal 2008 ad oggi, la stagione dei ritorni, della rigenerazione di Paraloup», dice Beatrice Verri, direttrice della fondazione Nuto Revelli.

A San Sepolcro (Arezzo) Palazzo Muglioni accompagna la storia del comune dal 1536. Durante il rinascimento era una dimora nobiliare, poi caserma dei carabinieri. Nel 2015 il palazzo è stato dichiarato inagibile ma l’associazione CasermArcheologica, accompagnata da studenti delle scuole superiori del territorio, professionisti, imprenditori, istituzioni e fondazioni, ha avviato un percorso di rigenerazione urbana per restituire il bene alla città. Oggi, di nuovo accessibile è diventato un centro di Arti Contemporanee.

Se si amano i pittori lombardi non si può non fare tappa a Marone, 3.100 abitanti, sponda orientale del Lago d’Iseo: «Le nostre chiese, dal santuario della Madonna della Rota alla Chiesa dei Santi Pietro e Paolo», racconta Roberto Predali, vicepresidente della Pro loco Centro Lago Sebino, «sono dislocate su tutto il territorio comunale. Veri e propri scrigni d’arte che racchiudono opere di importanti artisti, tra loro: Ghitti, Amigoni, Giugno, Gandino, Bagnatore, Voltolini».

In apertura Museo Borgata Paraloup/Federico Bernini


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