Economia & Impresa sociale 

Il rinascimento di un teatro di periferia

Così il Caverna di Bergamo è ripartito grazie ai fondi a impatto. La terza puntata della serie sulle esperienze più innovative di imprese sostenute grazie all'impact investing. Un progetto in collaborazione con Social Impact Agenda per l'Italia (SIA)

di Claudia Valenti

Grumello del Piano è un quartiere dimenticato della periferia Bergamo: privo dei servizi essenziali, non ha negozi, farmacie, sportelli bancomat e nemmeno uffici postali. Lontano dalla città, rimane un’entità a sé stante, confinata. Da qualche anno però proprio qui è nato un teatro, il teatro Caverna, che si impegna a infondere energie e dinamismo agli abitanti di questa piccola enclave.

«La nostra comunità ha bisogno di occasioni per incontrarsi, ma anche di incontrare altri mondi» racconta Damiano Grasselli, tra i fondatori, oggi direttore artistico. Il Caverna è nato nel 2002 come progetto itinerante ed è diventato stanziale nel 2012, quando il comune di Bergamo gli ha dato in gestione uno spazio a Grumello del Piano. L’esperienza si è sviluppata grazie a un’associazione culturale, che fa progetti di teatro partecipato, organizza laboratori nelle scuole, dà vita a rassegne e approfondimenti culturali. «Cerchiamo di coinvolgere il più possibile le persone, offrendo loro l’opportunità di assistere a qualcosa di valore e di “gustare”, nel frattempo, un po’ di vita sociale e di spensieratezza», spiega Grasselli. Ma le attività del teatro Caverna, come molte in Italia, dovettero interrompersi nel 2020 a causa della pandemia da Covid-19. «Non potendo andare in teatro», ricorda amaramente Grasselli «abbiamo dovuto completamente azzerare le nostre iniziative per quasi tre mesi. E sono iniziate le prime difficoltà economiche». Nonostante la chiusura, infatti, la struttura aveva dei costi fissi piuttosto ingenti, come per esempio quelli della bolletta elettrica. «È stato allora che il comune di Bergamo ci ha segnalato il programma Rinascimento, un progetto volto alla riorganizzazione e al rilancio delle attività del territorio messe in difficoltà dalla diffusione del virus, promosso da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Cesvi». Il teatro Caverna ha partecipato al bando Michelangelo, uno degli otto previsti dal programma, presentando un progetto di messa in sicurezza e rinnovo delle proprie attività e, una volta passata la selezione, ha ottenuto il finanziamento necessario a ripartire.

«Qui la paura del Covid era molto forte e non sapevamo come riportare gli spettatori a teatro» continua il direttore artistico. «Il progetto Rinascimento ci ha consentito di reinventarci: da un lato, abbiamo potuto completare le operazioni di messa in sicurezza e di igienizzazione dell’ambiente, aumentando il numero di posti a sedere a disposizione. Dall’altro, abbiamo smesso di aspettare che le persone venissero a trovarci e abbiamo ideato una programmazione di spettacoli in esterna, portando le nostre rappresentazioni nei cortili delle case popolari». A un anno dal finanziamento, erogato in maniera davvero tempestiva nell’estate del 2020, il progetto mostra di aver ottenuto risultati molto positivi, con il coinvolgimento di dieci lavoratori nel teatro, circa 500 spettatori in sala e 300 nei cortili, più una decina di altre realtà teatrali di zona chiamate a collaborare. «A supporto della credibilità del progetto presentato, abbiamo consegnato una reportistica che mostrasse l’impatto sociale delle nostre attività» conclude Grasselli: «I dati parlano: il progetto Rinascimento ha permesso agli abitanti di Grumello del Piano di tornare a teatro, sentendosi accolti e al sicuro».


Nella foto di Viviana Magoni, Gianluca Stetur (sx) e Francesco Pennacchia nello spettacolo “Mario e il Mago” in scena al Teatro della Caverna nel 2021


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