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Sostenibilità sociale e ambientale

La rendicontazione delle performance di sostenibilità

Trend e approcci metodologici per gli enti del Terzo Settore: un approfondimento degli esperti di EY

di Rossella Zunino* e Lucia Maria Martina

Per gli enti del Terzo Settore è divenuto sempre più strategico dotarsi di uno strumento di rendicontazione non finanziaria, detto anche di sostenibilità, o sociale, che sia solido e allineato alle pratiche nazionali e internazionali per diverse motivazioni, tra le quali le seguenti.

  • La recente normativa spinge gli enti del Terzo Settore con ricavi, rendite o proventi maggiori di 1 milione di euro nell'arco di un anno a redigere il bilancio sociale secondo il Decreto 4 luglio 2019 – “Adozione delle Linee guida per la redazione del bilancio sociale degli enti del Terzo Settore” – GU n.186 del 9-8-2019, che identifica come Enti del Terzo Settore (Codice del Terzo Settore D. Lgs. 117/17) quelli iscritti al Registro Unico Nazionale – Runts del Terzo Settore.
  • Il mutato contesto della reportistica non-finanziaria anche per le imprese sta divenendo sempre più dirimente per le pressioni degli investitori che chiedono maggiore disclosure rispetto ai temi ESG (Environment, Social, Governance). Il 22 aprile 2021 la Commissione Europea ha adottato una nuova proposta nell’ambito della reportistica non finanziaria, che modificherebbe gli attuali requisiti di rendicontazione. Secondo la proposta, circa 50.000 aziende, rispetto alle 11.000 attualmente in ambito, dovrebbero rendicontare rispetto a tematiche non finanziarie. La cosiddetta Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) dovrebbe entrare in vigore a partire dall’anno di rendicontazione 2024 rispetto ai dati del 2023. Dall’anno successivo, le disposizioni previste dalla CSRD riguarderanno tutte le grandi società definite come quelle che superano almeno due dei seguenti tre criteri: €20 mln di attivo di Stato Patrimoniale; €40 mln ricavi netti; 250 dipendenti medi durante l’anno finanziario e tutte le società quotate sui mercati regolamentati dall’UE.
  • Cresce il fenomeno delle Società Benefit, che per soddisfare i requisiti di trasparenza della legislazione (L. 208/2015, Art.1), sono tenute a redigere la relazione annuale di impatto sociale, che descrive sia le azioni svolte che i piani e gli impegni per il futuro, da allegare al bilancio e pubblicare sul sito aziendale. In particolare, lo standard utilizzato per la valutazione esterna deve essere: esauriente e articolato, sviluppato da un ente non controllato dalla società benefit o collegato con la stessa, credibile perché sviluppato da un ente che ha accesso alle competenze necessarie per valutare l’impatto sociale e ambientale delle attività.
  • L’evoluzione delle esigenze informative dei donatori e la crescente attenzione di tutti gli stakeholder rendono necessaria, anche per le organizzazioni non profit, l'adozione di un processo di reporting efficace ed efficiente delle performance di sostenibilità e di comunicazione adeguata agli stakeholder, in quanto i donatori sono sempre più disposti a escludere organizzazioni con scarsi risultati non-finanziari.

Ad oggi lo standard più diffuso a livello internazionale per la redazione di report di sostenibilità (volontari e non) è rappresentato dai GRI Sustainability Reporting Standards. Gli indicatori sono un punto di riferimento per chi si occupa di sostenibilità e rendicontazione e sono elaborati dall’organizzazione internazionale Global Reporting Initiative (GRI – Home (globalreporting.org)

I GRI Standards costituiscono una best practice in quanto:

  • forniscono un framework per la definizione dei contenuti di sostenibilità da rendicontare;
  • definiscono un set di indicatori per descrivere la performance ambientale, sociale ed economica dell’azienda.

È importante evidenziare che anche le organizzazioni non profit possono utilizzare i GRI standards per la redazione del loro bilancio sociale e per rendicontare in maniera snella, efficace e coerente con le evoluzioni normative in corso e con le più attente aspettative del mondo finanziario.

EY da diversi anni è Certified Training Partner del Global Reporting Initiative per l’Italia. In tale veste eroga i corsi sul processo di reporting di sostenibilità. Negli ultimi anni il Team Sustainability ha formato oltre 300 allievi, per la maggior parte provenienti da aziende italiane. Nell’ultimo periodo assistiamo ad una sempre maggiore partecipazione anche da parte di organizzazioni non profit che desiderano approfondire questo approccio metodologico per poterlo applicare alla propria realtà. Si tratta, infatti, di un corso ufficiale: il programma didattico è stato messo a punto dal GRI e, al termine del corso, i partecipanti ricevono un attestato di frequenza direttamente dal GRI. (Per informazioni sul prossimo Corso di formazione "Gli Standard GRI 2021" inviare una mail a sustainability@it.ey.com)

È interessante notare che alle ultime edizioni dell’Oscar di Bilancio i vincitori del Premio, promosso da FERPI, nella categoria organizzazioni non profit sono stati realtà che hanno redatto il report non solo in allineamento alle linee guida per la redazione del bilancio sociale, ma che hanno anche applicato come approccio metodologico il GRI, al fine rendere la propria rendicontazione più solida e facilmente paragonabile, nonché intelligibile, a quella delle imprese.

Il 6 ottobre 2021, il GRI ha lanciato i nuovi GRI Standards 2021, risultato di un lungo processo di consultazione pubblica di numerosi stakeholder internazionali, tra cui aziende, mondo accademico, enti del Terzo Settore, cittadini, Amministrazione Pubblica. Sono stati aggiornati per garantire un maggior livello di trasparenza in merito agli impatti delle organizzazioni sull’economia, l’ambiente e le persone. E’ stato rinnovato l’intero framework, grazie ad un’operazione che rafforza soprattutto i concetti di impatto e due diligence nella rendicontazione di sostenibilità e che si dimostra coerente con le indicazioni dell’ultima direttiva europea sul reporting di sostenibilità CSRD.

Tutti i documenti pubblicati a partire dal 1° gennaio 2023 devono essere conformi agli standards 2021 e imprese e organizzazioni avranno tempo fino a gennaio per accogliere i nuovi indicatori GRI nei loro documenti di reportistica e nella loro strategia ESG.

Gli strumenti di rendicontazione sono fondamentali e utili a rappresentare, come illustrato, le performance di sostenibilità dell’organizzazione. Questa, altresì, dovrebbe dotarsi di solidi processi, responsabilità e risorse, al fine di strutturare un modello operativo, che le consenta di collegare la strategia alle proprie attività, attraverso la definizione di obiettivi di miglioramento e un sistema sempre più efficace di monitoraggio dei risultati, dei potenziali rischi e delle opportunità.

La scelta, che sempre più numerosi enti del Terzo Settore stanno intraprendendo, è quella di realizzare un sistema di gestione per la qualità, secondo la norma internazionale di riferimento ISO 9001, che, soprattutto, nella sua versione più recente, ben si presta a fornire suggerimenti, modelli e best practices.

*Partner EY Sustainability Financial Services **Senior Manager, EY Sustainability


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