Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Politica & Istituzioni

Tradite le famiglie: via 630 milioni dall’assegno unico

Il Governo ha ridotto di 630 milioni di euro lo stanziamento del 2022 per l'assegno unico per figli. Il ministro Franco: «Risorse ridondanti, richieste sotto le attese». De Palo (Forum Famiglie): «Un tradimento e un'offesa. Dopo soli quattro mesi, tante famiglie non sapevano ancora di dover fare richiesta». La ministra Bonetti: «In Consiglio dei Ministri solo io ho difeso la misura»

di Sara De Carli

«Un tradimento delle famiglie italiane», ha detto Gigi De Palo, Presidente Nazionale del Forum Famiglie. Con un aggettivo che offende le famiglie: “ridondanti”. Lo ha usato ieri sera il ministro dell'Economia Franco, parlando dello stanziamento per l’assegno unico, che infatti è stato tagliato di 630 milioni di euro. «Ci siamo impegnati fortemente per assicurare la realizzazione» dell'assegno unico perché è un intervento «estremamente importante» – ha detto il ministro, ma ciò non toglie che il Governo con il decreto aiuti bis ha ridotto di 630 milioni lo stanziamento per l'assegno unico. «Lo stanziamento definito prima si è rivelato un po' ridondante e se non le avessimo utilizzate qui, le risorse sarebbero andate perse».

Una giornata surreale quella di ieri, con l’Inps che in mattinata ha pubblicato i dati dell’Osservatorio sull’Assegno Unico e tutte le forze politiche e le testate giornalistiche che hanno applaudito alla misura: pagamenti alle famiglie per circa 4,8 miliardi di euro per il primo quadrimestre di vita dell’assegno unico, che ha debuttato a marzo, con 5,3 milioni di richiedenti per 8,5 milioni di figli. Circa il 46% degli assegni pagati per figlio si riferisce a beneficiari appartenenti a nuclei con Isee inferiore ai 15.000 € – e quindi viene erogato il massimo dell’assegno – mentre più del 20% dei figli appartiene a nuclei familiari che non hanno presentato ISEE e quindi ad essi viene erogato l’importo minimo di 50 euro. L’importo medio per ciascun figlio è risultato di 145 €, quello per nucleo di 232 € al mese. «Bene i dati sull’assegno unico, che mostrano come sia stata una misura importante per le famiglie italiane», ha commentato De Palo. «Ora, con le risorse avanzate, miglioriamolo e facciamo in modo che diventi una misura capace di rilanciare anche la natalità. Assegno unico e ripartenza delle nascite devono essere centrali nel dibattito attuale e nei programmi di tutte le forze politiche in vista delle prossime elezioni», conclude De Palo.

Avanzano delle risorse, sì, ma va detto che la misura ha solo quattro mesi di vita. Forse prima di dire che le famiglie non fanno richiesta perché quei soldi non servono, si doveva capire se tutte le famiglie sono davvero a conoscenza del fatto che per averlo, l’assegno unico, devono farne richiesta. Per non dire del fatto che l’assegno unico universale, a dispetto del nome, universale non è: c’è un Isee molto vincolante (che l’Italia introduce sempre e solo, guardacaso, quando si tratta di famiglia e figli mai quando si tratta di monopattini o bonus facciate) e la cifra odierna dell’assegno non è certo paragonabile con quella che le famiglie ricevono in altri paesi europei. Nel paese con il calo demografico più preoccupante d’Europa. Così quando nel primo pomeriggio hanno iniziato a rincorrersi le voci di un possibile taglio delle risorse stanziate, la notizia sembrava quasi uno scherzo.

Stefano Lepri, del Partito democratico, ha scritto che «tale fatto era prevedibile, al punto che già nel parere che scrissi al decreto legislativo, approvato a dicembre in Commissione alla Camera, si osservò come le stime di spesa contenute nella relazione tecnica fossero basate su prudenziali valutazioni. Nello stesso parere si indicò quindi come i prevedibili risparmi dovessero “essere principalmente destinati a garantire totalmente le clausole di salvaguardia (anche alle famiglie sopra i 25mila euro di Isee), a ridurre il coefficiente che valorizza la componente patrimoniale ISEE e a limitare la selettività oggi prevista”».

La ministra Elena Bonetti ha respinto al mittente le accuse: «Dai fondi per l’assegno unico sono stati risparmiati 630 milioni di euro non utilizzati per la copertura delle domande. Questo a motivo di un numero di domande arrivate inferiore a quello stimato e per il fatto che il 20% delle famiglie non ha presentato l’Isee e ha quindi scelto di ricevere la cifra minima. In Consiglio dei Ministri oggi ho chiesto che queste risorse venissero utilizzate per rafforzare l’assegno per le famiglie a reddito basso. La proposta non è stata sostenuta da nessuno dei partiti al tavolo – né Pd né Lega né M5S – e il Dl Aiuti le alloca su altre azioni. Stefano Lepri si informi dai suoi!».

Il ministro Franco ha affermato che le risorse vanno comunque a beneficio delle famiglie, ma non è la stessa cosa: «Qui la delusione è ancora più grande – ha sottolineato De Palo – perché dal primo decreto “Ristori” a questo decreto “Aiuti bis” abbiamo ripetuto che gli aiuti alle famiglie devono tener conto della composizione famigliare».

«Un tradimento per le famiglie e per i giovani», ha commentato Gigi De Palo, presidente del Forum delle Famiglie in un video tutto da vedere. «Pur apprezzando il lavoro del presidente Draghi in questi due anni, c’è una piccola parola, che reputo offensiva. È la parola “ridondante”. Uno, se non sono state utilizzate, allora forse è stata fatta male l’attuazione dell’assegno unico, come abbiamo detto più volte. Due, le risorse non erano ridondanti ma scarse, perché servivano non 6 miliardi aggiuntivi ma 8-9: e non lo abbiamo detto solo noi, ma anche l’ufficio parlamentare di bilancio. Tant’è che alcune famiglie ci hanno perso rispetto a prima: non tante ma se le risorse erano ridondanti non doveva perderci nessuno. Forse l’obbligo dell’Isee ha scoraggiato le famiglie e molte altre pur avendone bisogno, non sapevano di dover fare richiesta. Era stato concordato non solo con il Forum ma con tutti i parlamentari di tutti gli schieramenti che le risorse che avanzavano sarebbero state usate per ricalibrare le situazioni in cui le famiglie ci hanno perso o per aumentare l’assegno, visto che non stiamo parlando dell’assegno unico alla tedesca».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA