Politica & Istituzioni

Draghi: «Terzo settore fondamentale per far uscire l’Italia dalla crisi»

I passaggi su agenda sociale e Terzo settore dall'intervento del presidente del consiglio a Rimini: «Crescita, occupazione, dare agli anziani dignità nella vecchiaia, ai giovani fiducia e mezzi per raggiungere i propri obiettivi. Questa è stata la nostra agenda sociale»

di Mario Draghi

«Voglio poi ricordare il ruolo del Terzo Settore che, come ha detto qui il Cardinale Matteo Zuppi “è un interlocutore importante e decisivo per le istituzioni presenti e future. La capacità dell’Italia di reagire di fronte alle crisi si deve anche all’impegno delle associazioni e dei volontari, che ogni giorno prestano aiuto ai più deboli, rafforzano lo spirito di comunità», ha detto Draghi in uno dei suoi passaggi più significativo dell’applauditissimo intervento di questa mattina al Meeting di Rimini (qui il video e la versione integrale).

Un Terzo settore che il presidente del consiglio in uscita ha voluto ricordare anche per l’apporto fondamentale che sta dando sul campo dell’accoglienza dei quasi 160 profughi ucraini giunti in Italia dall’avvio dell’invasione putiniana. «L’invasione russa dell’Ucraina ha trovato un’Italia che ha definito con chiarezza la propria posizione: al fianco del popolo ucraino, del suo diritto a difendersi e decidere del proprio destino. È una posizione che abbiamo concordato con gli altri membri dell’Unione Europea e i nostri alleati. È una posizione che è stata sostenuta con convinzione dal Parlamento – sia dalla maggioranza sia dal principale partito di opposizione. Ed è una posizione che ha incrociato il grande senso di solidarietà degli italiani, con la loro commovente accoglienza dei profughi nelle case, nelle scuole, nelle parrocchie. Voglio ancora una volta ringraziare le famiglie, il Terzo settore, gli insegnanti, per questo sforzo collettivo di generosità e di organizzazione. L’Ucraina è un Paese libero, sovrano, democratico, che è stato brutalmente attaccato dalla Russia. Non possiamo dirci europei se non siamo pronti a difendere la dignità dell’Ucraina e dell’Europa».

Infine molto significativo il passaggio sull’agenda sociale, da giorni al centro di una polemica aperta con il capo politico del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. Rileva Draghi: «Siamo tornati ai livelli di PIL che registravamo prima della pandemia in anticipo rispetto alle stime della Commissione Europea. Secondo il Fondo Monetario Internazionale cresceremo più di Francia, Germania e della zona euro nel suo complesso. Anche il tasso di occupazione è cresciuto e ha toccato i livelli più alti dal 1977, che è l’inizio delle serie storiche. A giugno di quest’anno c’erano 900mila occupati in più rispetto a febbraio del 2021 di cui quasi il 40% con contratti a tempo indeterminato. Il mercato del lavoro italiano continua però a essere caratterizzato da stipendi bassi e precarietà diffusa, soprattutto tra i giovani. La pandemia e il ritorno dell’inflazione hanno colpito in modo particolarmente severo i più deboli. Tuttavia, l’aumento dei posti di lavoro, il taglio delle tasse per le famiglie, le corpose misure di sostegno hanno permesso di frenare l’aumento delle diseguaglianze. Il governo si è mosso in modo particolare per sostenere le famiglie. Con la riforma dell’IRPEF e l’assegno unico per i figli abbiamo stanziato a regime quasi 14 miliardi in più per le famiglie, riorganizzato e semplificato i benefici fiscali. Abbiamo aumentato la durata del congedo parentale, esteso il diritto all’indennità di maternità a nuove categorie di lavoratrici, riformato l’assistenza ai non autosufficienti (la legge delega però non è stata ancora licenziata dal consiglio dei ministri, ndr.). Abbiamo consentito a decine di migliaia di giovani con meno di 36 anni di acquistare una casa con tasse ridotte e mutui garantiti dallo stato. Nella seconda metà dello scorso anno, le richieste di mutuo degli under-36 sono cresciute del 54% rispetto a un anno prima. Questa è stata la nostra agenda sociale: crescita, occupazione, dare agli anziani dignità nella vecchiaia, ai giovani fiducia e mezzi per raggiungere i propri obiettivi. Quest’anno, aiuti e sostegni a famiglie e imprese non hanno avuto bisogno di alcuno scostamento di bilancio. Abbiamo confermato i nostri obiettivi di indebitamento. Il debito pubblico in rapporto al prodotto interno lordo è sceso di 4,5 punti percentuali nel 2021 e il governo prevede continui a calare anche quest’anno di altri 3,8 punti percentuali. Il rapporto debito/PIL resta a livelli molto alti, ma se queste previsioni dovessero confermarsi, si tratterebbe del maggior calo in termini assoluti in un biennio a partire dal dopoguerra. Il miglioramento dei conti pubblici non dipende soltanto dalla presenza di una fase economica espansiva. Mai negli ultimi venti anni in Italia l’uscita da una recessione era stata accompagnata da una riduzione significativa nel rapporto debito/PIL. E se è vero che l’inflazione contribuisce alla riduzione del rapporto debito/PIL, non è sufficiente a spiegarla, poiché anche i confronti tra l’Italia e gli altri Paesi europei ci sono favorevoli. Si prevede che il rapporto tra debito e PIL in Francia e Germania alla fine di quest’anno sarà prossimo al livello del 2020, a fronte invece del forte calo in Italia. L’economia internazionale è ora in forte peggioramento e questo peggioramento ha iniziato a colpire il nostro Paese. La politica economica che abbiamo seguito in questi mesi ci mette però su basi solide, e mostra un possibile percorso da seguire. Crescita economica, giustizia sociale, sostenibilità dei conti pubblici sono pienamente compatibili fra loro, e possono rafforzarsi a vicenda».


Foti di apertura: Draghi coi volontari del Meeting


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