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L’inclusione in un corso per motociclisti con disabilità

La sessione teorica e pratica si è tenuta sul circuito "Tazio Nuvolari" di Cervesina. A organizzarla l'associazione Diversamente Disabili con il supporto di una squadra di trenta persone composta da volontari arrivati dalle fila di Bmw Motorrad Italia e dal suo Federclub. L'iniziativa rientra nelle attività del progetto di responsabilità sociale d'impresa “SpecialMente” di Bmw Italia

di Redazione

Si è tenuta il 1° settembre a Cervesina (Pv) nel circuito “Tazio Nuvolari” la sessione dei corsi di guida dedicati a motociclisti con disabilità dell’Associazione Diversamente Disabili – DiDi. A mettersi a disposizione una squadra di 30 persone composta da dipendenti di Bmw Motorrad Italia e dai soci del Federclub.

L’associazione Diversamente Disabili è supportata da Bmw Italia attraverso il progetto di responsabilità sociale d'impresa “SpecialMente”. Tra le attività che Didi svolge a favore di chi vuole avvicinarsi o riavvicinarsi alla moto superando la propria disabilità, offre corsi di guida dedicati a questi motociclisti con moto specificamente modificate e istruttori certificati. Durante questi corsi, in cui le parti di teoria si alternano a quelle pratiche, i partecipanti sono raggruppati in base alle specifiche esigenze fisiche e quindi assegnati all’istruttore che insegnerà loro a usare le moto con le modifiche specifiche e a guidarle in sicurezza. Nella squadra degli istruttori ci sono anche istruttori che a loro volta hanno subìto incidenti che hanno causato loro disabilità, dando quindi – precisa una nota – un significativo valore aggiunto per un approccio psico-didattico ottimale.

Tre le attività che si sono tenute in parallelo a Cervesina
Il corso di guida per moto dedicato a motociclisti con disabilità, che è alla base dell’attività dell’associazione e che aiuta questi motociclisti anche a conseguire la patente speciale “AS” quando la situazione fisica specifica lo permette. A questo corso hanno partecipato una dozzina di ragazzi, raggruppati in tre gruppi e seguiti da altrettanti istruttori.
Il corso sulle le Pit Bike, che è stato inserito nel programma negli ultimi anni e ha permesso di offrire questa esperienza anche a quelle persone che per età o per condizione psico-fisica non potrebbero guidare una moto più grande.
Infine, interpretando il significato della parola inclusione in senso completo e bidirezionale, è stato organizzato un corso base di avvicinamento alla pista per quei motociclisti normodotati che da sempre vanno in moto ma non sono mai scesi tra i cordoli e preferiscono farlo in un contesto più rilassato e lontano da un clima competitivo. Quest’ultima attività non è nuova per Emiliano Malagoli, presidente e fondatore di Didi nonché pilota paralimpico di livello internazionale, che grazie alle sue competenze e alla sua esperienza in pista è in perfetta sintonia con queste esigenze.

Tra i partecipanti a questa iniziativa non sono voluti mancare Franco Antonello con il figlio Andrea. Franco Antonello è impegnato in prima linea per aiutare i ragazzi autistici come suo figlio attraverso l’impresa sociale “I Bambini delle Fate”, anch’essa sostenuta dal progetto SpecialMente di Bmw. Dopo aver vissuto tante esperienze di viaggio in moto insieme ad Andrea, portandolo sempre con sé come instancabile passeggero, ha voluto oggi fargli provare la sensazione di libertà che la moto può dare questa volta come pilota. Il contesto è stato ideale per far vivere ad Andrea questa esperienza in piena sicurezza. Dal suo lato invece Franco ha approfittato per provare per la prima volta la guida in pista proprio grazie al programma speciale di Emiliano.


Nelle immagini alcuni momenti del corso che si è tenuto il 1° settembre sul circuito Tazio Nuvolari – foto da Ufficio stampa

«Era dall’inizio della pandemia che nel calendario dei corsi dell’associazione Didi mancava un appuntamento nel nord Italia» dice Emiliano Malagoli «e la volontà di essere vicini anche in modo concreto a questi ragazzi era molto forte. Essere riusciti a organizzare di nuovo un appuntamento in questa regione ci ha permesso di agevolare la partecipazione ai nostri corsi a chi risiede al nord. L’esserci avvicinati noi a loro ci ha permesso di limitarne i disagi almeno dal punto di vista logistico. Organizzare dei corsi di guida di questo tipo è complicato, le esigenze dei partecipanti sono molteplici a causa della loro situazione fisica e c’è bisogno di tante risorse, di tante persone che, rimboccate le maniche, aiutino nella gestione dei partecipanti, dalla parte di accredito fino all’aiuto nelle parti di pratica, passando per la vestizione. Ringrazio quindi Bmw Motorrad Italia non solo per il supporto che ci sta dando in questi anni grazie al progetto SpecialMente, ma anche per il fatto che insieme al loro Federclub si siano messi a disposizione oggi per aiutarci a erogare il corso. Mi sono emozionato».

«Quando abbiamo pensato di declinare la filosofia Bmw Motorrad in termini di responsabilità sociale d’impresa» ha dichiarato Roberto Olivi, Direttore Relazioni Istituzionali e Comunicazione di Bmw Italia «ci è venuto spontaneo adattare il nostro claim, facendolo diventare “Make Life an inclusive Ride”. La giornata di oggi testimonia esattamente questa filosofia: la voglia di impegnarsi in prima persona, di stare insieme a queste persone che hanno una disabilità e aiutarle ad andare oltre i limiti, vivendo una giornata memorabile per tutti i partecipanti».

Olivi ha poi aggiunto: «Oggi abbiamo visto in azione uno dei concetti che abbiamo imparato dal nostro brand ambassador Alessandro Zanardi: quello del talento residuo. I ragazzi che abbiamo visto in pista hanno utilizzato le abilità residue per fare cose incredibili in pista, adottando quell’atteggiamento propositivo e costruttivo che consente di superare anche difficoltà e costrizioni che sembravano insuperabili».


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