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Silvestri: «La cooperazione internazionale continua a non interessare i partiti»

La cooperazione internazionale non è prioritaria nell’agenda politica di nessun attore in campo. «I politici», dice Giampaolo Silvestri, segretario generale di Fondazione Avsi, «sono miopi. Continuano a non capire che la cooperazione fatta bene va a beneficio di tutto il Paese. Sono fortemente convinto che più dei partiti contino le persone e non spiccano nelle liste soggetti interessati o competenti in tema di cooperazione»

di Anna Spena

Pd, Azione-ItaliaViva, Centrodestra e M5s: in questo articolo “Le parole del sociale nei programmi dei partiti” abbiamo analizzato i programmi elettorali e la cooperazione internazionale, anche questa volta, è una grande essente. «Il tema cooperazione», dice Giampaolo Silvestri, segretario generale di Fondazione Avsi, «è una grossa delusione».

​«Il Pd aveva fatto un bel lavoro la scorsa primavera», continua Silvestri, «un lavoro con le agorà coinvolgendo le ong, ma di tutto questo nel suo programma elettorale non c’è traccia. C’è un riferimento alla campagna 070, per destinare 0,70% del PIL alla cooperazione internazionale e allo sviluppo sostenibile, qualcosa sul tema migrazioni. Ma si è perso quasi tutto della consultazione con la base. C’è una sorpresa nel programma elettorale della Lega, che dedica al tema una pagina intera, speriamo sia un impegno reale».

In generale nei programmi c’è poco. La cooperazione internazionale continua ad essere trascurata dall’agenda politica dei partiti. «Certo», spiega Silvestri, «sono fortemente convinto che più dei partiti contino le persone, quindi bisogna capire chi ricoprirà il ruolo di ministro degli esteri e di vice ministro con delega alla cooperazione. E in ogni caso, chiunque sarà scelto, per i primi due anni non “potrà fare danni”, i programmi sono chiusi e i fondi stanziati. Non ci saranno danni, ma neanche miglioramenti immagino, se non ci sarà la persona giusta. Ripeto che il nodo vero riguarda le persone più che i programmi, e non spiccano nelle liste soggetti interessati o competenti in tema di cooperazione».

La situazione della cooperazione internazionale in Italia, o meglio, la considerazione che si ha della cooperazione in Italia non è nuova: «La politica non l’ha mai messa al centro perché i destinatari dell’aiuto alla cooperazione non votano. E il target di persone che lavorano o gravitano attorno alle ong è troppo piccolo per muovere voti», dice Silvestri. «Eppure», continua, «gli italiani sono molto generosi e attenti su questi temi, più che in altri Paesi. È un paradosso che la cooperazioni non sia ancora diventata un tema politico centrale. Credo dipenda dalla miopia dei politici che continuano a non capire che la cooperazione, fatta bene, va a beneficio di tutto il Paese. E forse non deve sorprenderci visto che in generale salvo rare eccezioni, in generale tra i politici italiani non c’è molta attenzione per le relazioni internazionali».

Tre i temi che dovrebbero essere all’ordine di qualunque agenda politica in Italia quando si parla di cooperazione: «La co-programmazione e la co-progettazione», dice Silvestri. «Questo è il vero tema del futuro, non dovrebbero essere solo lo Stato e le amministrazioni a decidere bisogni e politiche, ma andrebbe coinvolto sempre alla pari il Terzo Settore. Andrebbero inoltre destinati meno fondi agli organismi unilaterali e più fondi alle organizzazioni della società civile. Ci serve un approccio multistakeholder, ovvero una legge che preveda che soggetti diversi possano e debbano lavorare insieme. Certo, è scontato dire che la cooperazione allo sviluppo ha bisogno anche di più fondi. Ma prima occorre un cambio radicale di visione su questo tema, e deve crescere la consapevolezza del suo valore fondamentale per l’intero sistema Paese».


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