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Politica & Istituzioni

Matteo Renzi: “La politica ha bisogno di una Cometa”

L'ex presidente del Consiglio protagonista di un fuori programma nel lungo tour della campagna elettorale. A Como incontra Cometa, luogo straordinario di accoglienza ed educazione, la realtà a cui partecipava un suo grande amico e collaboratore, Lele Tiscar. E chiede: “Cosa chiedete oggi alla politica?”

di Riccardo Bonacina

Come è noto, Matteo Renzi non le manda dire e salutando Erasmo Figini che con i fratelli Innocente e Maria Grazia ha fondato quello straordinario luogo di accoglienza e educazione dal nome evocativo di Cometa, ha sgombrato il campo da ogni doppio pensiero e da ogni equivoco, «Come sapete noi non vinceremo le elezioni, perciò siamo più liberi di condividere pensieri». Poi, accompagnato da Maria Chiara Gadda, Mauro Del Barba, Giusy Versace e Francesco Bonifazi, confessa «Da anni dovevo venire a conoscervi, Lele Tiscar mi avrà invitato 100 volte», dice ricordando un amico fiorentino come lui e appassionato della civis, assessore a Firenze poi suo stretto collaboratore a Palazzo Chigi come vicesegretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e anche genitore affidatario di Cometa.

I venti della campagna elettorale e delle polemiche non varcano i cancelli di Cometa, Matteo Renzi ascolta i bambini del centro diurno cantare, visita la scuola professionale più bella d’Italia, la Oliver Twist in cui alcuni cardini della Buona Scuola la Riforma voluta dall’allora premier hanno trovato realizzazione, lui però si schernisce “Ho sbagliato tanto su quella Riforma ho sbagliato la comunicazione e il rapporto con i docenti”. Eppure raccontano quelli di Cometa qui si prova a ricongiungere il sapere manuale con quello del cervello, un cambiamento epocale per gli stessi insegnanti. Raccontano del nuovo tentativo, quello di un liceo del lavoro. Cosa chiedete oggi alla poltica? Chiede Renzi.

La possibilità di pensare insieme le risposte ai bisogni, la chiamano coprogettazione, che vuol dire non continuare con l’affidamento per appalto ma guardare insieme i bisogni per provare risposte anche nuove. Poi, il compimento della Riforma del Terzo settore nella sua parte fiscale e l’abbandono delle ideologie e la capacità di guardare la realtà, un insegnante della Scuola lo avvicina per dirgli: «Ma che vuol dire alzare l’obbligo a 18 anni se oggi l’abbandono della scuola avviene i primi due anni?».

Infine, entrando alla Contrada degli artigiani, cooperativa sociale, altra realtà solidale nata da Cometa per formare i giovani al lavoro, Renzi ha riconosciuto, affisso poco oltre il portone di ingresso, un lungo passo dello scrittore francese Charles Peguy, sul senso del lavoro, e si è rimesso a leggerlo. Dicendo poi ai deputati Francesco Bonifazzi, Mauro Del Barba e Chiara Gadda, che lo accompagnavano: "Ricordate? Lo lessi al Senato il giorno della presentazione del Jobs Act.

Anche a Contrada, il senatore si è trattenuto con gli studenti della Scuola Oliver Twist, con cui ha scherzato anche sul calcio, e gli artigiani che vi lavorano, fra cui il primo ex-alunno, intorno al cui bisogno di lavoro tutta l'impresa sociale era nata, oltre 15 anni fa. Di nome, Matteo.


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