Politica & Istituzioni

Fict, sulle dipendenze chiediamo fatti concreti

L’appello della Federazione italiana comunità terapeutiche alla politica. Ai candidati si segnalano otto punti prioritari che vanno dalla presa in carico globale della persona alla riforma organica e condivisa della Dpr 309/90, al rilancio delle attività di prevenzione e alla re-istituzione del Fondo Nazionale per la lotta alla droga, ma anche alla definizione di linee guida nazionali senza dimenticare la necessità di provvedimenti urgenti tesi a contrastare la crisi energetica ed i danni patiti a seguito della pandemia

di Redazione

«Alle forze politiche chiediamo di affrontare all’interno di un piano strategico lungimirante la questione delle dipendenze, rimettendo al centro la persona e i servizi che se ne occupano». Sono le parole di Luciano Squillaci, presidente nazionale della Federazione italiana comunità terapeutiche- Fict che aprono un appello alle forze politiche in vista delle elezioni del 25 settembre. Punto di partenza la constatazione che gli ultimi anni hanno messo a dura prova e a rischio sopravvivenza le comunità terapeutiche tra Covid, guerra e crisi energetica ed economica.

Una nota sottolinea come i dati “ufficiali” della Relazione sulle droghe al Parlamento «ci dicono che neanche la pandemia ha fermato lo spaccio e l’uso di droga non subendo cali, ma cambiando semplicemente i canali di vendita, aprendo la strada a nuovi mercati sempre più difficili da intercettare e contrastare». Altri dati da non sottovalutare sono l’aumento dell’uso tra i giovani di psicofarmaci, farmaci e sostanze psicotrope, per non parlare del gioco d’azzardo che continua ad aumentare.
Si osserva inoltre come «le Comunità Terapeutiche (solo la Fict ha 600 servizi dislocati su tutto il territorio nazionale), si trovano ad agire all’interno di un sistema normativo fermo a 40 anni fa, incapace di rispondere in modo adeguato alle esigenze di un fenomeno che è invece in costante evoluzione».

Per Squillaci serve «una politica nazionale che ponga il sistema dei servizi al centro del dibattito politico, e con esso le persone che ne hanno bisogno, e non si limiti a sterili battaglie ideologiche sulla sostanza. Abbiamo bisogno di un deciso passo in avanti sulla questione delle dipendenze e dei giovani e che sostenga, in ambito nazionale, una visione seria e di prospettiva, senza cedere al facile compromesso della “normalizzazione” delle dipendenze e dell’uso di sostanze».

Otto le priorità:

  • La centralità della persona e la presa in carico globale. La costruzione di un modello che parta dalle persone e non dalle sostanze. La FICT afferma il valore irrinunciabile della dignità di ogni uomo e delle risorse di cui è portatore. Il modello di intervento che auspichiamo si fonda quindi sulla centralità della persona, intesa nella sua straordinaria unicità e capacità relazionale, e si pone l’obiettivo del recupero della massima autonomia ed indipendenza possibile.
  • Una riforma organica e condivisa della Dpr 309/90 Ormai irrinunciabile, è la previsione di una normativa che tenga conto dell’intero mondo delle dipendenze, comprese quelle comportamentali “senza sostanza”. Come ormai è necessario sviluppare gli interventi all’interno di un reale sistema integrato, pubblico e privato, sanitario e sociale, capace di garantire non solo la pari dignità, ma anche e soprattutto l’effettiva esigibilità del diritto di scelta del cittadino utente.
  • Proprio nel rispetto della dignità di ogni persona, nel ribadire la ferma necessità di non criminalizzare in alcun modo l’uso di sostanze, auspichiamo il rifiuto di approcci tesi ad affermare la normalizzazione di tale pratica, una visione che ha già prodotto ingenti danni, soprattutto nella popolazione giovanile.
  • Chiediamo di costruire un modello dove la riduzione del danno, Rdd, e la limitazione del rischio, Ldr, non sia mai fine a se stesso ma capace di offrire opportunità di cambiamento e proporre stili di vita alternativi all’uso di sostanze.
  • Definizione di linee guida nazionali, come ad esempio avvenuto recentemente per l’Assistenza Domiciliare Integrata (Adi), che possano costituire base normativa di riferimento ed omogeneizzare gli interventi nelle diverse regioni. Esiste attualmente una situazione di fortissima eterogeneità tra i diversi territori nei modelli di intervento per le dipendenze patologiche in termini di governo clinico e politico e nei budget destinati.
  • Rilancio dell’attività di prevenzione e la re-istituzione del Fondo Nazionale per la lotta alla droga, introdotto dalla 45/99. Un fondo che è ormai divenuto elemento imprescindibile per garantire percorsi educativi e di promozione della salute strutturati e non interventi spot.
  • Provvedimenti urgenti tesi a contrastare la crisi energetica ed i danni patiti a seguito della pandemia. Il sistema dei servizi, ed in particolare i servizi gestiti dal privato accreditato, già provato da risorse sempre meno adeguate, si trovano oggi in enorme difficoltà economica a causa dell’aumento dei costi energetici e delle spese legate all’emergenza covid. E’ necessario con immediatezza un provvedimento ad hoc che consenta al sistema di superare il momento di crisi, scongiurando la chiusura di esperienze fondamentali per la vita di migliaia di cittadini fragili.
  • Messa a sistema di nuovi strumenti di intervento. A partire dall’esperienza maturata dai servizi pubblici e del privato accreditato auspichiamo una particolare attenzione all’individuazione di modelli di intervento diversi, fortemente individualizzati e tarati sui bisogni delle persone (interventi ambulatoriali, programmi residenziali e diurni brevi, ecc.)

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