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Servizi sociali, un fabbisogno crescente che aspetta risposte dalla politica

Le elezioni che il 25 settembre chiamano alle urne pongono sul tappeto la necessità di riflettere sul bisogno di cure e assistenza per una popolazione sempre più fragile, soprattutto in una regione come la Sicilia in perenne ritardo su tutto. Per il presidente dell’associazione “Casa Rosetta di Caltanissetta”, Giorgio De Cristoforo, mentre mancano le proposte politiche per il mantenimento di una rete più ampia di servizi sociali, il PNRR si focalizza soprattuto sugli interventi nell'edilizia

di Redazione

Tra i temi forti della campagna elettorale che ci avvicina alle elezioni del 25 settembre hanno prevalso, giustamente e ovviamente, le ipotesi possibili per il problema dei rifornimenti energetici e per salvare famiglie e imprese sull’orlo del tracollo per i micidiali rincari di bollette. Poi, sullo sfondo di eterne e spesso feroci e, a volte, stupide schermaglie, si è parlato molto anche di tanto altro: reddito di cittadinanza, trasporti, sport, digitale, turismo e cultura, e riforme costituzionali dal semipresidenzialismo in giù.

Molto meno, rispetto a un tema che – soprattutto visto da qui, dall’area centrale e meno sviluppata della Sicilia, già in perenne ritardo – dovrebbe essere prioritario con concretezza e decisione: il fabbisogno di cure e assistenza di una popolazione sempre più debole economicamente, sempre più fragile socialmente. Siamo una regione con un tasso di occupazione, seppur in lenta crescita, pari a metà di quello del Nord e a due terzi della media nazionale, e un reddito pro capite che ricalca pressappoco questi indici con un quinto della popolazione che non arriva alla soglia minima di sopravvivenza e vive di espedienti o di aiuti caritativi. E qui siamo in una provincia che è area ancora più debole rispetto alla Sicilia; una provincia che stenta sempre di più a fare ascoltare la propria voce e i propri problemi, e che adesso, alle elezioni politiche, ha perso pure l’identità di capoluogo di collegio ed è aggregata in circoscrizioni artificiose e vaste. Certo, dev’essere in primo piano il contrasto alle disuguaglianze e alle povertà, attraverso la costruzione di modelli economici capaci di generare occupazione inclusiva, di prossimità e di qualità. Grande oggi un fabbisogno non soddisfatto di infrastrutture sociali e sanitarie, e crescerà qui sempre di più nel futuro in relazione alle previsioni ormai consolidate di decremento demografico (per emigrazione e altro) e di invecchiamento, e in relazione anche alla costante inevitabile scomparsa di tante reti familiari di assistenza sociale ed economica.

C’è già oggi, e ci sarà sempre più già nei prossimi anni, un grande bisogno di più servizi diffusi di riabilitazione per disabilità vecchie e nuove, comunità alloggio per disabili che non hanno familiari che possano accudirli; un grande bisogno di attenzione per le diversità, che sono anche un valore, e di investimenti per la salute mentale, le dipendenze, le risorse educative per i nostri giovani che hanno pagato un prezzo enorme. Occorre garantire l’accesso ai servizi e alle cure mettendo al centro le persone, le donne e gli uomini, la loro unicità e dignità.

Ed è qui un bisogno speciale, non riconducibile genericamente all’enunciazione di politiche nazionali, perché speciale, purtroppo, è la fragilità delle nostre comunità. Di questo, però, in queste settimane non si è percepito forte interesse e consapevolezza nella campagna elettorale, sia per la Camera e il Senato, sia per la Regione.

PNRR: più rivolto all’edilizia che ai servizi?

Sullo sfondo c’è, è vero, il PNRR con i suoi duecento miliardi e le linee guida che si occupano anche di questi bisogni. Ma il PNRR non sarà la soluzione di tutti i problemi, e soprattutto in sanità c’è l’impressione che una forte tendenza – anche nella nostra regione – sarà per una spesa prevalentemente edilizia: rivolta cioè a nuove costruzioni (o a costosissime ristrutturazioni di vecchi immobili) per realizzare nuovi ospedali di comunità e Case della comunità. Con tanti interrogativi sul successivo reperimento e pagamento del personale che dovrà tenerli aperti. Resta irrisolto, ad esempio, il grosso nodo dell’insufficienza di medici nel nostro Paese e del “numero chiuso” che ne limita la formazione. Poco spazio, tra le proposte e polemiche correnti, s‘è visto per il mantenimento di una rete più ampia di servizi sociali. La salute non è soltanto assenza di malattia, ma si investono sette milioni nel sociale e centotrenta nel sanitario. Serve integrazione e semplificazione e visione e gestione comune per i servizi sanitari e i servizi sociali oggi spesso divaricati o disarticolati, altrimenti anche il PNRR resterà un libro di grandi spese e di sogni irrealizzati.

L’insostituibile ruolo del privato sociale

In tutto questo, il cosiddetto Terzo Settore può e dovrebbe potere concorrere ancora di più. Lo Stato, il sistema pubblico, non può da solo assicurare tutti i servizi, lo riconosce anche la Costituzione affermando il principio di sussidiarietà. Il privato sociale – qualificato e trasparente, certo – già oggi assicura a un grande numero di cittadini cure e servizi che semplicemente non esisterebbero. E lo fa con assoluta dedizione al bene comune. Lo sappiamo bene e – ci sia consentita l’autocitazione – lo testimoniamo ogni giorno a "Casa Rosetta", dove l’attenzione, l’ascolto, l’assistenza alle persone fragili e bisognose di sostegno è in cima alla piramide delle priorità: investendo in servizi ogni risorsa disponibile, senza distribuzione di utili o attribuzione di indennità.

A fronte dell’incalzante aumento dei bisogni, la sussidiarietà è una risorsa preziosa: naturalmente su un piano di riconoscimento di dignità e di risorse adeguate, e non di concessione, quasi infastidita, di briciole della dovizia del sistema pubblico.

Di tutto questo, e di come realizzarlo, vorremmo sentire parlare di più in questa campagna elettorale, e vorremmo vedere poi azioni rapide e proficue.

Giorgio De Cristoforo, Presidente dell’associazione “Casa Rosetta” di Caltanissetta

“Casa Famiglia Rosetta” ha sede a Caltanissetta ed è una realtà il cui approccio globale al disagio si esplica attraverso interventi rivolti alla persona nel campo dell’assistenza socio-sanitaria, psico-sociale, psicopedagogica, socio-culturale e spirituale-pastorale. Fondata negli anni Ottanta da don Vincenzo Sorge, i sui servizi residenziali, ambulatoriali, domiciliari, extramurali e diurni offrono accoglienza, assistenza, riabilitazione e reinserimento sociale a persone affette da disabilità fisica e/o psichica, con Hiv/Aids, con problemi di dipendenza da alcool, droghe e gioco d’azzardo, a donne in difficoltà, minori a rischio o in condizione di disagio familiare, ad anziani.


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