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Simboli d’amore? La mamma, ma anche gli operatori umanitari

Gli italiani sono un po’ meno romantici e sempre molto attaccati alla figura materna: è il quadro che emerge dalla ricerca svolta da Doxa per Unhcr, che indaga se e come la crisi globale degli ultimi anni abbia modificato la percezione dell’amore. Ne emerge un quadro fatto di affetti familiari ma anche di solidarietà e cura del prossimo

di Redazione

A 8 italiani su 10 l’immagine che viene alla mente nel momento in cui si pensa all’amore è la mamma. È quanto emerge dal sondaggio “Gesti d’Amore”, realizzato da Doxa per Unhcr, l'agenzia . Dopo la prima edizione svolta nel 2018, la ricerca quest’anno aveva l’obiettivo di comprendere se e come fosse cambiata la percezione di questo sentimento in un contesto come quello attuale, caratterizzato da nuovi conflitti, pandemia e crisi economica globale.

E qualche cambiamento c’è stato: confrontando i risultati del 2022 con quelli del 2018, al di là della conferma del primato della mamma come emblema dell’amore, sale dal terzo al secondo posto “un figlio che si prende cura dei genitori anziani”. Scende in terza posizione, invece, l’amore romantico: “una coppia di innamorati che si baciano” rappresenta l’amore solo per il 57% del campione interpellato. Quest’anno al quarto e quinto posto in classifica troviamo “un operatore umanitario che aiuta le persone vittime dei conflitti” e “un medico che cura i malati”, mentre il 25% degli intervistati associa l’amore a “una persona che dona o fa un lascito per chi si trova in condizioni di difficoltà”.

«È interessante osservare come negli ultimi anni, probabilmente a causa della pandemia, la visione dell’amore sia leggermente cambiata tra gli italiani. Sembra infatti che la cura degli altri e l’aiuto dei più vulnerabili siano considerati più importanti della componente romantica e passionale» commenta Paolo Colombo, Research Manager di Doxa.

A riprova di questo rinnovato senso di altruismo e generosità, la percentuale di coloro i quali ritengono che fare un lascito solidale a un’organizzazione sia un gesto d’amore cresce in maniera evidente: nel 2018 il lascito veniva infatti associato all’amore dal 71% degli intervistati, mentre oggi è così per l’83% del campione, ovvero 8 italiani su 10.
Commenta Laura Iucci, direttrice della Raccolta Fondi di Unhcr Italia. «È significativo che l’83% tra gli intervistati consideri un atto d’amore quello di fare un lascito, con una crescita di 12 punti percentuali rispetto al 2018. Questo fa ben sperare per il futuro: stiamo vivendo una fase nella quale conflitti e persecuzioni hanno costretto oltre 100 milioni di persone a lasciare le proprie case, una cifra mai vista prima. Per far fronte a questa tragedia umana serve la generosità di tutti».

In apertura foto da Ufficio stampa


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