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Così da quasi 50 anni puntiamo sui giovani

Nata nel 1974 per volere di Girolamo Sirchia l’associazione milanese ha da pochi mesi un nuovo presidente, Paolo Giacomelli che insieme ai 24mila donatori attivi guarda al futuro scegliendo come parole guida “continuità e crescita” perché «andiamo sulla luna, ma il sangue non lo si può fabbricare ed è indispensabile per tantissimi pazienti»

di Antonietta Nembri

L’associazione Amici del Policlinico Donatori di Sangue ha quasi 50 anni, nasce infatti a Milano nel 1974 per iniziativa di Girolamo Sirchia che fino a giugno di quest’anno la ha presieduta. Da pochi mesi, infatti, alla guida dei circa 24mila donatori attivi associati c’è Paolo Giacomelli. Donatore dagli anni dell’università, ha al suo attivo 120 donazioni, membro del consiglio direttivo da 14 anni conosce l’associazione sotto tutti gli aspetti e, spiega «ho accettato con piacere questa responsabilità prima di tutto perché sono cosciente dell’importanza di questa istituzione, secondo perché sono altrettanto cosciente dell’importanza di valorizzare il modo di donare sangue che è fatto qui al Policlinico di Milano».

Per Giacomelli (nella foto) il modello dell’associazione è la ragione per cui «siamo una grande associazione ospedaliera del Paese, raccogliamo oltre il doppio delle altre associazioni ospedaliere e il sangue che raccogliamo qui oltre al Policlinico serve anche a numerosi altri ospedali milanesi, tra cui lo Ieo e il Monzino. La nostra storia ci porta ad avere una base di donatori significativa e che nonostante il Covid ha garantito circa 32mila donazioni l’anno». Il calo che viene denunciato un po’ ovunque nelle donazioni si è fatto sentire certo, soprattutto nel 2020, con una ripresa nel 2021 e ancora un calo nel 2022. «Abbiamo le antenne alzate e pur non avendo ancora dei dati precisi sappiamo di avere un calo di donatori periodici, che sono i più importanti. Il livello di scorte medio, pari a 1000 unità è sceso quest’anno, ma la domanda non scende, anzi. Dobbiamo anche pensare che da poco è stata aperta la cardiochirurgia in Policlinico che, con la sua attività, consuma significative quantità di sangue. Ed è per questo motivo che cerchiamo di coinvolgere gli studenti universitari nel reclutamento di nuovi donatori», constata Giacomelli. Che spiega: «Come ospedale non ci interessa andare su una piazza e raccogliere 100 donazioni, a noi interessa andare su una piazza a spiegare a 100 persone quanto è importante venire a donare il sangue qui, far sì che 20 di questi vengano in sede, magari avremo solo 10 selezionati ma quei 10 cerchiamo di far sì che restino donatori tutta la vita».

E per far sì che una persona diventi un donatore periodico con l’associazione amici del Policlinico donatori di sangue «non solo offriamo una visita medica sistematica, ma anche attività specialistiche di supporto, prevenzione e aiuto al donatore nel momento in cui ha evidenti patologie» spiega il presidente. «Su 32mila donazioni, sono state erogate quasi 6mila prestazioni mediche aggiuntive. In pratica il nostro donatore è seguito mentre è donatore, ma anche se viene sospeso temporaneamente è seguito dagli specialisti del Policlinico».


Le testimonianze dei donatori diventano storie appese agli alberi in occasione dell'ultima Festa del Donatore che si svolge in occasione della Giornata mondiale

L’associazione si occupa della promozione, della sensibilizzazione e del reclutamento dei volontari «ci occupiamo anche del sostegno, del follow up e del richiamo periodico oltre che del ristoro, ma il controllo dell’emoglobina, la visita medica e il salasso vengono fatti dal personale del centro trasfusionale dell’ospedale. Noi» continua il presidente «siamo il veicolo che spiega anche perché si viene qui. Alcuni donatori non sanno, ad esempio, che con la loro sacca di sangue si aiutano almeno tre persone. Un altro nostro compito è raccontare loro quello che di buono e positivo segue il semplice gesto di donar il proprio sangue. E anche per questo ogni anno in occasione della Giornata mondiale del donatore di sangue premiamo chi raggiunge le 100 donazioni». Dalla nascita dell’Associazione sono 400 gli associati che hanno raggiunto questo traguardo, come ricorda una pubblicazione realizzata quest’anno con le testimonianze degli ultimi premiati.

I donatori dell’associazione sono persone estremamente varie, dallo studente neomaggiorenne al settantenne in buona salute «alcuni sono a Milano per ragioni di lavoro, sono appartenenti alle Forze dell’ordine, molti sono studenti universitari», conferma il presidente che sottolinea «l’entusiasmo dei giovani è bellissimo molti diventano donatori attraverso la sensibilizzazione che facciamo nelle scuole e nelle università però poi si scontra con il mondo del lavoro che oggi, a causa della precarietà diffusa, rende difficile mantenere l’impegno». Ma all’associazione di via Sforza a Milano non demordono e continuano a sensibilizzare i giovani sul valore prezioso del dono del sangue.

Immagini da Ufficio stampa


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