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Il benessere psicosociale diventi una priorità

«È importante porre in essere una campagna di alfabetizzazione sulla salute mentale per favorire la condivisione delle problematicità, riducendo la discriminazione e l’esclusione sociale», osserva Emanuele Caroppo, Coordinatore del Comitato Scientifico di Sos Villaggi dei Bambini in occasione della Giornata Mondiale della salute mentale. L’organizzazione lancia un appello al nuovo Governo

di Redazione

Molte persone preferiscono soffrire in silenzio piuttosto che cercare aiuto. I disagi mentali si sono acuiti a seguito delle restrizioni imposte dal Covid-19 e a causa del protrarsi della guerra, le cui ricadute psicologiche stanno colpendo soprattutto i più giovani. Una fotografia realizzata da Bva Doxa per il Festival della Salute Mentale Ro.Mens, sottolinea infatti come la fascia di popolazione tra i 14 e i 24 anni (38%) si descriva come la più incline allo sviluppo dei disturbi mentali. Viene rimarcata, inoltre, una evidente difficoltà della popolazione a condividere con gli altri un eventuale disturbo mentale: il 78% preferirebbe parlarne solo in famiglia, mentre il 22% si vergognerebbe e preferirebbe non parlarne con nessuno, con il risultato che il 100% del campione non si sente libero di parlare apertamente del proprio disagio.
«Atteggiamenti stereotipati rispetto alle malattie mentali» sottolinea il professor Emanuele Caroppo, coordinatore del Comitato Scientifico di Sos Villaggi dei Bambini «possono produrre pesanti comportamenti discriminatori nei confronti delle persone che hanno o sono percepite come portatrici di simili disturbi. Lo stigma e la discriminazione legati alla salute mentale sono spesso basati su una conoscenza e una comprensione limitate della salute e del benessere mentale e della loro importanza nella nostra vita».

Per questa ragione Sos Villaggi dei Bambini ha deciso di lanciare un appello per dare vita a un’azione collettiva che promuova i temi della salute mentale a livello globale, richiamando l’attenzione di tutte le autorità competenti.
«Come sottolinea anche l’Oms, per abbattere i muri dello stigma» prosegue Caroppo «occorre un’azione coordinata di tutti i settori della società. Un appello che rivolgiamo prima di tutto al nuovo Governo. Bisogna puntare su nuove e più capillari campagne di alfabetizzazione e sensibilizzazione sulla salute mentale e attuare degli interventi di contatto sociale, che coinvolgano anche il mondo della scuola così da favorire la comprensione di ciò che significa vivere con dei disturbi mentali. Una presa di coscienza in grado di promuovere una più approfondita consapevolezza di questi disturbi, e che contribuisca, di conseguenza, a ridurre lo stigma e la discriminazione che il malessere mentale porta con sé, incoraggiando un’apertura di chi oggi non si sente abbastanza protetto di fronte al proprio disagio».
«Per porre fine alla discriminazione e alla stigmatizzazione delle condizioni di salute mentale è necessario il coinvolgimento di tutti i contesti: le istituzioni, le comunità e il Terzo settore, coinvolgendo in prima battuta le persone che ne soffrono», conclude il professor Emanuele Caroppo «al fine di creare un empowerment di comunità. Per questo siamo pronti a collaborare con istituzioni e associazioni affinché si attui una concreta azione di sensibilizzazione e promozione di tutti gli strumenti e gli interventi adeguati a garantire benessere mentale diffuso. Riteniamo, infine, che le risorse economiche impegnate per la salute mentale debbano essere aumentate almeno di un 3% oltre l’attuale e troppo ristretto 2%».

Una visione prospettica condivisa anche da Orso Muneghina, responsabile Programmi internazionali e Risposta all’emergenza di Sos Villaggi dei Bambini. «La nostra Associazione è da tempo attivamente impegnata sul fronte della salute mentale attraverso la promozione di iniziative di supporto psicosociale in Italia e nel mondo. Tra le attività, l’Organizzazione ospita e guida il lavoro del Programma globale di esperti sulla salute mentale e sul supporto psicosociale della Federazione Internazionale Sos Children’s Villages. Un ingaggio forte, derivante dal quotidiano riscontro delle attività dei Villaggi SOS e focalizzato sulla possibilità di offrire spazio e amplificazione a una problematica che si tende a marginalizzare nel dibattito pubblico ma che, come dimostrano i numeri di recenti ricerche, sta assumendo dimensioni da non trascurare, soprattutto tra i più giovani»

L’intervento di Sos Villaggi dei Bambini

Il gioco, e il movimento possono essere alleati della salute mentale per i bambini e ragazzi. Anche a loro è dedicato TeamUp, un intervento psicosociale promosso da Sos Villaggi dei Bambini, in collaborazione con la TeamUp Coalition, volto ad aumentare il benessere psicosociale e aumentare la resilienza. Ogni attività di TeamUp ha un focus su temi psicosociali di rilevanza per minorenni in condizioni di forte avversità, che vengono affrontati attraverso giochi, attività ludico-sportive e ricreative, danza ed esercizi di consapevolezza corporea, che contribuiscono al loro sviluppo fisico, cognitivo, sociale ed emotivo.
Per gli operatori, invece, Sos Villaggi dei Bambini promuove l’intervento Problem Management Plus (PM+), ideato dall’Oms per essere utilizzato soprattutto in quelle comunità dove il numero di specialisti del settore psicologico è insufficiente per soddisfare i bisogni della popolazione e ovviare così al treatment gap. Il PM+ prevede la formazione di operatori non specializzati, che unisce tecniche di problem solving con alcune strategie cognitivo-comportamentali, in modo da costruire la capacità di ogni individuo di gestire il proprio disagio emotivo e, quando possibile, di ridurre i propri problemi pratici vissuti nella vita di tutti i giorni.