Cooperazione & Relazioni internazionali

Kiev, il cooperante sotto le bombe: Ci aspettiamo altri attacchi

Questa mattina sono state bombardate 14 regioni dell’Ucraina, tra le città colpite: Kiev, l’ultimo attacco alla capitale risale al 26 giugno, ma anche Leopoli, Pryluky, Khmelnytskyi, Dnipro, Nizhyn, Zhytomyr e Kharkiv. «Da oggi si ricominciano a vedere lunghe file alle stazioni di rifornimento che erano scomparse negli ultimi mesi», spiega Filippo Mancini, responsabile Ucraina per l’ong italiana WeWorld

di Anna Spena

Dieci le vittime, 60 i feriti, tutti civili. Questo il primo bilancio degli attacchi con missili e droni, lanciati in mattinata dalla Russia in 14 regioni dell’Ucraina, fornito dalla portavoce della Polizia Nazionale Maryana Reva.
Colpite Kiev, Leopoli, Pryluky, Khmelnytskyi, Dnipro, Nizhyn, Zhytomyr e Kharkiv dalle regioni del Mar Caspio e di Nizhny Novgorod. L'ultimo attacco russo contro la capitale ucraina risale al 26 giugno scorso. Le strade centrali di Kiev sono chiuse al traffico, i treni su tutte le linee della metropolitana sono stati sospesi. Le stazioni sotterranee della metropolitana di Kiev sono state adibite a rifugi. «Da oggi si ricominciano a vedere lunghe file alle stazioni di rifornimento che erano scomparse negli ultimi mesi», spiega Filippo Mancini, responsabile Paese per l’ong italiana WeWorld in Ucraina. «Ci aspettiamo altri attacchi, capiamo come andrà la notte».

WeWorld è presente nel Paese fin dai primissimi giorni del conflitto. Ora l’ong lavora in diverse zone, le principali sono le aree di Odessa, Lviv e Kyiv e una prima attività a Kharkiv in fase di avvio.

«Le esplosioni di oggi a Kyiv mostrano come la guerra in Ucraina sia lontana dalla fine»,dicono dall'ong. «Il nostro staff, i partner e le persone nei nostri progetti che aiutiamo ogni giorno dall’inizio del conflitto per fortuna stanno bene, ma la situazione è critica e diverse famiglie sono rimaste coinvolte. Dopo i bombardamenti di questa mattina sono riprese tutte le nostre attività per aiutare la popolazione colpita».

In modo particolare «a Lviv (e nell’Oblast)», spiega Mancini, «abbiamo allestito sei Child Friendly Spaces realizzati all’interno dei centri di accoglienza. Sono spazi a misura di bambino e bambina, aree protette dove ricostruire relazioni ed elaborare la propria esperienza in un luogo sicuro. Qui, quotidianamente, vengono svolte attività ludico-educative per i bambini e le bambine da parte di educatori adeguatamente formati, che vanno dai laboratori di lettura, arte, musica e disegno, diversi a seconda della fascia d'età. All'interno di ogni Child Friendly Spaces è stato installato un punto di ascolto e supporto psicosociale gestito da psicologi e psicologhe adeguatamente formate, dedicato a donne e adolescenti, per gestire ed elaborare il trauma che stanno vivendo».

Anche nella provincia di Odessa WeWorld si è attivata e, grazie al fondamentale aiuto di organizzazioni locali, supporta e aiuta sfollati rifugiatisi vicino al confine con la Moldavia, nei distretti di Izmail e Reni, e ospitati principalmente in case abbandonate da persone in fuga dal paese e spesso prive delle più basilari condizioni di sussistenza.In vista dell’inverno, che soprattutto nelle aree a nord è particolarmente rigido «abbiamo avviato un intervento di mitigazione con un focus particolare nell’area di Kyiv, a Irpin, dove daremo sostegno per l’acquisto di medicine, cibo e riparo e distribuiremo kit per l’inverno a 2400 persone tra sfollati, famiglie che sono rientrate nell’area dopo essere fuggite dalle bombe e persone che invece non hanno mai lasciato le proprie case anche durante gli attacchi».

Credit Foto WeWorld/kharkiv/phGiovanni Diffidenti


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