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Sostenibilità sociale e ambientale

Gaël Giraud: vi svelo tutte le bugie di un modello economico insostenibile

Incontro del gesuita ed economista con la nostra community di 75 organizzazioni in occasione del lancio del suo ultimo libro "La rivoluzione dolce della transizione ecologica" (edizioni Lev). Un dialogo a 360 gradi che ha toccato tutti i punti cruciali della necessaria transizione ecologica per costruire un futuro migliore. La video intervista integrale

di Antonietta Nembri

La transizione ecologica come alternativa al disastro ambientale che, senza azioni di contrasto, potrebbe portare all’estinzione dell’umanità, ma anche le contraddizioni della finanza mondiale e una critica all’economia neoclassica. Tutto questo e molto di più è stato al centro dell’incontro riservato con i rappresentanti delle organizzazioni del Comitato editoriale di Vita che ha avuto come protagonista Gaël Giraud, gesuita, economista e direttore dell’Environmental Justice Programme della Georgetown University che ha appena pubblicato con la Libreria editrice vaticana “La rivoluzione dolce della transizione ecologica”.

L’incontro coordinato dal direttore di Vita, Stefano Arduini si è tenuto nella sede di Cbm a Milano e in collegamento online.


In piedi Massimo Maggio (Cbm), Gaël Giraud e Stefano Arduini in occasione dell'incontro nella sede di Cbm a Milano – in basso la copertina del libro


Per padre Giraud se non si farà nulla, cioè se non si andrà verso una transizione verde ci aspetta un «disastro mondiale. Lo scioglimento del permafrost libererà metano che porterà a un’innalzamento di 6 -7 gradi della temperatura alla fine di questo secolo». Non solo una delle risorse che verrà a mancare è l’acqua. La siccità dell’ultima estate non è stata che un’anticipazione: «Nel 2040 l’Italia avrà un 40% di acqua potabile in mento, la Francia un 20%» ha continuato Giraud che tuttavia non è pessimista perché la transizione ecologica è ormai compresa sia dalla società civile, sia da molti manager soprattutto europei che in essa vedono una possibilità di futuro.

Da economista ha anche portato una forte critica all’economia neoclassica che «si basa si postulati falsi», ma anche a Bce, Fed e Banca Mondiale. Per Giraud, infatti le vere nemiche della transizione ecologica sono le banche «se consideriamo le prime 11 banche della zona euro hanno derivati fossili per 530 miliardi di euro, il 95% della capitalizzazione delle stesse banche. Se domani ci fosse uno stop alle energie fossili fallirebbero ed è per questo che occorre trovare un modo per salvare le banche così che divengano amiche della transizione».
Nel suo intervento Giraud ha toccato anche i temi della moneta che non è «neutra» e della disoccupazione «una malattia profonda dell’economia europea», come pure il problema della spesa e del debito pubblico sottolineando la contraddizione del fatto che «Oggi a bilancio della Bce ci sono miliardi di debito pubblico europeo, ma gli azionisti sono gli Stati che sono al tempo stesso i debitori» per cui secondo lui «cancellare il debito pubblico è un’operazione possibile». Immancabile poi la critica al Pil come unico indicatore in quanto non indica il benessere delle persone. Pur non essendo statalista, Giraud auspica un ruolo di Stato e società civile per evitare che «i beni comuni vengano privatizzati».

Infine, nel suo intervento padre Giraud, che con il suo precedente libro “La Transizione ecologica. La finanza al servizio dell’economia” è andato in sintonia con l’enciclica di papa Francesco Laudato si’ ha sottolineato come la tradizione cristiana «è una tradizione di beni comuni», richiamando le prime comunità cristiane descritte negli Atti degli Apostoli.

Nel video qui sotto l'intervista integrale e il dialogo con il comitato editoriale


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