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I cani dopo il canile, imparare ad aiutarli

Fondazione Cave Canem organizza un corso intensivo con etologici, veterinari, specialisti delle unità cinofile dei Cc per aiutare gli animali che han fatto l'esperienza della custodia a superarne le fobie

di Barbara Marini

La cultura del canile sta cambiando. Non dappertutto, poiché i cani sono pur sempre una fonte di reddito. Ma ci sono realtà in Italia esperienze importanti, dove il canile non è più un luogo di segregazione e continenza ma una seconda possibilità anche per i cani maltrattati che hanno manifestato comportamenti aggressivi o autodistruttori.

Mirko Zuccari, dog trainer manager della Fondazione Cave Canem, di cui abbiamo raccontato tempo fa la bella iniziativa di educazione cinofila nei penitenziari, ci racconta come vivono i cani che soffrono questi disagi: “Diffidenza e paura rappresentano nel cane emozioni naturali legate all’istinto di sopravvivenza rispetto a pericoli reali. La fobia, al contrario, consiste in una risposta irrazionale e immotivata a una presunta minaccia. Questa emozione negativa perdura nel tempo, anche una volta scomparsa la fonte che l’ha generata che siano persone, situazioni o l’ambiente. Un cane spaventato ha bisogno di trovare una guida sicura che sia in grado di leggere il problema, accoglierlo e proporre soluzioni, riuscendo, quando serve, a sdrammatizzare una determinata situazione”.

Una strada operativa intelligente è quella restituire ai cani di canile la serenità e renderne così poi più facile l’adozione. Questo è lo scopo principale delle iniziative della Fondazione volte alla educazione cinofila.

Per iniziare a comprendere meglio di cosa si tratta, la Fondazione Cave Canem organizza a Roma, insieme alle Forze dell’Ordine, un seminario rivolto a veterinari, operatori cinofili, proprietari di cani, al fine di imparare a gestire gli animali fobici e sostenerne il percorso di recupero comportamentale.

Il seminario, dal titolo Gruppo Coraggio: per il recupero dei cani fobici, prevede 16 ore formative, in orario 9 -18, e si svolgerà sabato 22 e domenica 23 ottobre. Proprio per la complessità della materia e per dell’Ordine l’innovazione delle procedure e dei protocolli in questo ambito, sono stati invitati esperti del campo: in cattedra Enrico Alleva, Etologo, Accademico dei Lincei, vicepresidente Consiglio Superiore di Sanità affiancato da Marta Borgi ricercatrice presso il PhD Center for Behavioral Sciences and Mental Health presso l’Istituto Superiore di Sanità, Rossano Tozzi, brigadiere capo del Raggruppamento Carabinieri CITES – Reparto Operativo – Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati a Danno degli Animali (Soarda). Con loro appunto lo stesso Zuccari.

«Tramite la proiezione di video», spiega una nota della Fondazione, «l’osservazione di casi specifici, saranno affrontati i temi quali l’origine e la definizione della fobia, le stereotipie comportamentali, i diversi tipi di intervento per cuccioli e adulti, in canile e a casa».

La trattazione di tali argomenti verrà affrontata con particolare riferimento a cani vittime di abbandono, destinatari delle più gravi forme di maltrattamento e nella maggior parte dei casi, collocati in contesti di canili rifugio ma non mancheranno specifici riferimenti a cani già parte di una famiglia ma comunque interessati da alterazioni comportamentali.

Per permettere a un vasto pubblico la partecipazione nell’inquadramento del tema dell’aggressività ci sarà anche un collegamento on line quindi ci saranno due modalità di partecipazione: dal vivo, presso il canile Valle Grande a Roma. Info e costi il sito della Fondazione.

Un weekend diverso, per imparare a gestire i cani fobici, ovvero quelli che presentano i segni di una costante paura verso l’uomo e i propri simili, derivante da maltrattamenti o da un passato in un canile non ospitale, e aiutarli in un percorso di recupero comportamentale. Perché poi alla fine è sempre l’uomo che può riparare. E magari farne una professione o diventare un volontario esperto.


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