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Portare l’arte nelle periferie per sperimentare culture meridiane

Animare la costa sud di Palermo, portando le arti performative nei territori dove il teatro, la danza e la musica fanno fatica a fare ingresso. Si connota come occasione per sperimentare culture meridiane transgenerazionali il "Prima Onda Fest", progetto finanziato dal MiC - Ministero della Cultura con il contributo di un mosaico di associazioni che lavora per creare comunità

di Gilda Sciortino

Il corpo e i luoghi, un incontro di suggestioni grazie al quale tessere relazioni, prendersi cura dell'ecosistema, connettere anime e spazi che vogliono respirare insieme.

Se, poi, i luoghi sono le periferie di una città come Palermo, in modo specifico la costa sud del capoluogo siciliano, dove portare le arti performative come la danza, la musica e il teatro, allora nasce quella sinfonia che determina il cambiamento.

A creare la chimica giusta affinchè tutto questa accada è la terza edizione di Prima Onda Fest, grazie a una fittissima trama di attività culturali che, dal 26 ottobre al 6 novembre, sarà intessuta tra i luoghi da associazioni, presidi culturali e sociali, dentro le sedi istituzionali, tra le realtà imprenditoriali vive e propositive, ma anche dentro l'acqua di quel mare negato di Palermo; tra l'Ecomuseo del Mare, la Fondazione “Casa Lavoro e Preghiera” di Padre Messina, il Cubo di Sant’Erasmo, lo Stand Florio, il Centro Padre Nostro di Don Pino Puglisi, Palazzo Mirto, la foce del fiume Oreto e sul lungomare di Romagnolo.

Un insieme di realtà che in quartieri come Brancaccio, Settecannoli, Bandita, Acqua dei Corsari, Sant’Erasmo e Sperone operano attraverso interventi che guardano alla crescita delle persone proprio perché in questi quartieri e borgate della periferia di Palermo l’arte non arriva, la danza e il teatro in modo più specifico non vengono considerati bisogni primari, quindi la loro fruizione diventa veramente molto difficile, spesso una chimera

Un progetto ideato da "Genìa LabArt Palermo", collettivo multidisciplinare di realtà produttive nel campo del teatro, della danza e della musica, realizzato con il contributo di MiC – Ministero della Cultura, ARS – Presidenza dell'Assemblea Regionale Siciliana, Regione Siciliana – Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, Città di Palermo, Assessorato alle Culture del comune di Palermo, Università degli Studi di Palermo, Institut français Palermo, in collaborazione con Associazione "PinDoc", Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva, Curva Minore, Corso Triennale di Studi DAMS dell'Università di Palermo, Teatri di Vetro, Le Vie dei Tesori, Sole Luna Festival, Centro di Accoglienza "Padre Nostro", Stand Florio Contemporary HUB, Settimana delle Culture, Casa della Cooperazione, Fondazione “Casa Lavoro e Preghiera” di Padre Messina, Palazzo Abatellis, Regione Siciliana – Assessorato dei Beni Culturali e dell’identità siciliana, Palazzo Mirto.

Oltre 30 gli spettacoli e un programma di incontri e conferenze che, per 12 giorni, arricchiranno di arte e sperimentazione la costa sud di Palermo, entrando in connessione con questa periferia, oltre ai progetti partecipativi e formativi che si sviluppano e vivono durante il corso dell’anno. Il tutto secondo un pensiero politico che interpella la società civile spingendosi oltre un'espansione urbana ed extraurbana. Per creare e raccogliere una propria comunità intorno a questa periferia, uguale a tante altre periferie, ma allo stesso tempo unica.

Performance dal respito nazionale, come quello che porta la firma di Marie Lelardoux, fondatrice della marsigliese Compagnia émile saar, per la seconda volta (alle 21 di mercoledì 26 Ottobre, all'Ecomuseo del Mare Vivo) al festival con uno dei suoi lavori più apprezzati: Intérieur table (Sur le jour fugace), pièce ispirata a scene di cinema con cui la regista francese indaga sulla tavola dei pasti in famiglia, tra pranzi sociali, pranzi nuziali e funebri, rappresentando così ciò che sfugge in questi tempi familiari attorno al tavolo (ciò che non vediamo, ciò che non viene detto, ciò che indovina, tutto ciò che struttura l’individuo e ogni ora della vita).

Arte che respira attraverso la cronaca che appartiene alla nostra memoria. Come la messa in scena dell’attore e regista Emiliano Brioschi per Life, alle 21 di domenica 30 ottobre all’Ecomuseo Mare Memoria, di due episodi che hanno segnato tragicamente le cronache di quarant’anni fa: il rapimento e l’omicidio di Roberto Peci il 3 agosto 1981 e la prigionia e la morte della terrorista Ulrike Meinhof, trovata impiccata, nel carcere tedesco dov’era richiusa, il 9 maggio 1976.

INONDAZIONI, poi, il progetto varato quest’anno per sviluppare un programma sperimentale di formazioni e culture meridiane, composto da laboratori, residenze e azioni artistiche partecipative, realizzate da e con professionisti delle arti performative e con le abitanti e gli abitanti della costa sud-est di Palermo. Un ricco programma di formazione artistica rivolta alle nuove generazioni di artisti e performer, nella cui sezione “Meduse”presenta un programma di pratiche artistiche comunitarie situate nella costa sud della città, toccando temi scomodi come il patrimonio immateriale, il paesaggio del sacco, le storie dei luoghi e delle persone della periferia a mare. E sempre “Meduse” lancia la sfida di uno spazio di incontro intergenerazionale in senso radicale chiedendosi se può esistere una fruizione "no age", saltando i muri che separano infanzia, gioventù, età adulta e vecchiaia nella socialità quotidiana e nel sistema culturale.

Tempo, spazio, presentazioni, relazione, trasmissione, integrazione e memoria, dunque, le parole chiave di un festival che propone tanta innovazione, ma anche gli esiti di attività costruite negli anni, portando in scena il valore della memoria della città. Un esempio su tutti, l’installazione Le Frequenze della Memoria, che alle 18.30 di mercoledì 26 ottobre inaugurerà il festival alla Cavallerizza di Palazzo Mirto, proponendo l’ esito di una residenza artistica che al Centro "Padre Nostro" ha dato vita a un lavoro che ha dato voce e fatto vivere il territorio attraverso testimonianze, ricordi e parole delle persone che in quei luoghi hanno vissuto. Come Padre Puglisi che a Brancaccio ha trascorso gli ultimi anni della sua vita rendendo immortale il valore dell’impegno.