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Rsa in piazza in Toscana: «No alla scelta tra chiudere o aumentare le rette»

Manifestazione sul caro energia davanti alla sede della Regione, organizzata da Confcooperative. Per Batini (Confcooperative Sanità) e Grilli (Federsolidarietà), «il danno non è soltanto per le cooperative ma soprattutto per le famiglie»

di Redazione

«No alla scelta tra chiudere le Rsa o aumentare le rette, il danno non è soltanto per le cooperative ma è, soprattutto, per le persone». A dirlo sono Anna Batini, presidente di Confcooperative Sanità Toscana, e Alberto Grilli, presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Toscana, che hanno partecipato alla manifestazione di Rsa e Centri Diurni in piazza Duomo a Firenze, davanti alla sede della Regione Toscana. Una manifestazione che ha visto scendere in piazza un ampio cartello di associazioni rappresentative delle strutture e dei servizi di assistenza sanitaria, socio sanitaria, e non solo, profit e no profit: Uneba-Toscana, Aret-Asp, Anaste, Arsa, Arat, Agespi, Confcooperative Sanità Toscana, Confcooperative-Federsolidarietà Toscana, Agci-Solidarietà Toscana, Aiop.

«Le Rsa e i Centri Diurni svolgono un servizio pubblico ma i costi sono sempre più privati, a carico delle organizzazioni e delle famiglie. Col caro energia la situazione è insostenibile – sottolineano Batini e Grilli -. Abbiamo manifestato alla luce dell’inerzia e del silenzio della Regione e degli Enti Pubblici: è assolutamente necessario che le Istituzioni, a tutti i livelli, intervengano urgentemente. Stiamo assistendo ad un tentativo di scaricare sulle cooperative, sulle famiglie e sugli utenti le inefficienze del sistema. Abbiamo superato il punto di non ritorno».

«Da operatore sociale – aggiunge Grilli- non direi che questa è una giornata felice. Non mi sarei mai immaginato di dover arrivare in piazza per sottolineare l’apporto fondamentale delle cooperative sociali, che rappresentano un sistema di cura d’eccellenza, un sistema di welfare importante. Il fatto che non ci siano risposte sulle nostre fatiche economiche mi dà amarezza. Noi non possiamo fare un monologo, vorremmo un dialogo con la Regione». Inoltre – aggiunge Grilli – la situazione di estrema criticità non è certamente circoscrivibile alle RSA e ai CD ma interessa l’universo delle strutture e dei servizi afferenti gli ambiti sociale, socio sanitario, assistenziale, educativo, della salute mentale e delle dipendenze, dell’assistenza territoriale (AD e ADI), dell’inserimento lavorativo. Indubbiamente, però, le RSA hanno un appeal e un rilievo mediatici che ci consentono di accendere i riflettori su tutte le altre attività. La situazione in Toscana è ormai talmente incagliata e senza un chiaro sbocco all’orizzonte che, oltre alle note criticità (mancanza di adeguamento delle tariffe per il rinnovo del CCNL 2017-19, mancato adeguamento della quota sanitaria dal 2010, incapienza delle basi d’asta nelle gare d’appalto, esiti devastanti della pandemia), nelle trattative di rinnovo delle convenzioni in scadenza (di tutte le strutture) gli EE.PP. propongono costi generali tarati sulle tariffe del 2018 (a loro modo di vedere perché la situazione è “transitoria” e comunque ben “ristorata” dai Decreti ‘Aiuti’)».

Da operatore sociale –non direi che questa è una giornata felice. Non mi sarei mai immaginato di dover arrivare in piazza per sottolineare l’apporto fondamentale delle cooperative sociali. Noi non possiamo fare un monologo, vorremmo un dialogo con la Regione

Alberto Grilli, presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Toscana,

«Nel caso degli associati a Confcooperative-Federsolidarietà e Confcooperative-Sanità toscane – spiegano Batini e Grilli – la situazione di grande sofferenza interessa l’universo delle strutture e dei servizi afferenti gli ambiti sociale, socio sanitario, assistenziale, educativo, della salute mentale e delle dipendenze, dell’assistenza territoriale, dell’inserimento lavorativo. La realtà è che la situazione in Toscana è totalmente bloccata e, oltre alle note criticità – mancanza di adeguamenti tariffari, incapienza delle basi d’asta nelle gare d’appalto, costi e strascichi della pandemia – ed al rincaro energetico, nel rinnovo delle convenzioni in scadenza di tutte le strutture gli Enti Pubblici propongono costi generali tarati sulle tariffe del 2018, perché secondo loro la situazione è ‘transitoria’ e comunque ben ‘ristorata’ dai Decreti Aiuti».

Le Rsa in Toscana sono in totale 322, tra pubbliche (in piccola parte), profit e no profit, e ospitano 12mila anziani.

I costi dell'energia stanno pensando sempre di più. Un esempio fra tanti: in una Rsa di Prato nel bimestre agosto-settembre le spese energetiche sono aumentate di 28mila euro, a fronte di contributi previsti dal Decreto Aiuti Ter di appena 1.200 euro.

Leggi qui l'inchiesta della redazione di VITA sulle difficoltà delle RSA
Un viaggio in dieci tappe nelle residenze per anziani non profit alle prese con il caro-bollette.
Dal Piemonte alla Puglia, dal Veneto e la Sardegna la situazione è la stessa: costi alle stelle, per consumi incomprimibili. Le realtà non profit, che gestiscono la metà dei posti letto delle residenze per anziani di tutta Italia, sono in ginocchio.
Ormai non è nanche solo una questione di prezzo: è difficile persino trovare un fornitore di energia.
La soluzione può venire solo dalle istituzioni, con un intervento di sistema: che ad oggi non c'è


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