Attivismo civico & Terzo settore

Benvenuta Bianca, eroina Disney che combatte i difetti che non ha

Bianca, la protagonista di Reflect, cortometraggio della Disney disponibile in questi giorni, è una ballerina che combatte il proprio riflesso allo specchio, la prima eroina nell'universo Disney a non essere in taglia slim. La sua storia somiglia a quella di tante donne di oggi: bambine, adolescenti o adulte. Tutte sono, o sono state, oggetto di valutazione costante sul proprio aspetto, e tutte, in una qualche misura, hanno vacillato almeno un secondo per il timore di non essere abbastanza belle, abbastanza magre. La stessa cosa accade a Bianca quando, pur di sentirsi accettata, si lascia tentare dall’idea di abbandonare la sua passione per la danza. Ma alla fine sceglie di rimanere fedele al suo sogno

di Sabina Pignataro

Settimana scorsa, in un’intervista a SETTE, il magazine del Corriere della Sera, Marco Mengoni ha raccontato di aver sofferto di dismorfismo, un disturbo che spinge chi ne soffre a vedere i propri difetti fisici molto più grandi di quanto siano in realtà o vederne anche di inesistenti. Non è la sindrome del brutto anatroccolo: è una patologia. «Anche mamma e zia erano donne bellissime – racconta- che però nell’intimità soffrivano vedendosi piene di difetti. Si buttavano giù. Quante volte le ho sentite dire “quanto so’ brutta”. Mamma ha delle bellissime gambe e non si è mai messa la gonna, per vergogna…».

La dismorfofobia sta assumendo una dimensione sociale sempre più evidente, come dimostrato dalla larga diffusione di interventi di chirurgia estetica non più solo tra attrici, modelle e personaggi pubblici, ma anche tra persone comuni di tutte le età. Trattamenti che si rivelano spesso frustranti e fallimentari perché si cerca di correggere un presunto difetto fisico invece che intervenire a livello psicologico.

Anche le bambine e i bambini non ne sono immuni.

Ecco perché allora sembra una buona notizia l’uscita di Reflect, il nuovo cortometraggio Disney che affronta il tema della dismorfia corporea. Nel corto, diretto da Hillary Bradfield, story artist della Disney Animation e che ha già lavorato su Frozen 2 ed Encanto. già disponibile su Disney +, la ragazza ha 13 anni e ha il sogno della danza classica. Ogni giorno si guarda e si percepisce lontana rispetto ai canoni rigorosi imposti dalla scuola in cui studia e dai suoi compagni. La sua forza però è il non lasciarsi scoraggiare, riuscendo a superare i dubbi e incanalando le paure in una nuova energia fatta di grazia e potenza. Il suo diventa così un messaggio body positive di accettazione, a cui arriva certamente dopo un grande lavoro su se stessa. Perché Bianca soffre di dismorfia corporea, disturbo che amplifica la visione dei propri presunti difetti tanto da farli diventare un’ossessione (la prima clip la mostra che si esercita nel balletto e l'immagine speculare di se stessa si spezza, a simboleggiare il modo distorto in cui percepisce il suo corpo).

La storia somiglia a quella di tante donne di oggi: bambine, adolescenti o adulte. Tutte sono, o sono state, oggetto di valutazione costante sul proprio aspetto, e tutte, in una qualche misura, hanno vacillato almeno un secondo per il timore di non essere abbastanza belle, abbastanza magre. La stessa cosa accade a Bianca quando, pur di sentirsi accettata, si lascia tentare dall’idea di abbandonare la sua passione per la danza. Ma alla fine sceglie di rimanere fedele al suo sogno.

La sua esperienza ci invita non solo a prendere consapevolezza dell’esistenza di uno scarto indelebile tra quello che gli altri vorrebbero che noi fossimo e quello che noi siamo, ma ci incoraggia a rivendicare e a difendere con orgoglio questa distanza, perché in questa distanza è custodita tutta la nostra libertà: la libertà di essere ciò che possiamo e desideriamo essere.

In apertura, un frame del corto


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