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“Urrà Torino”, la cultura si fa periferica e parte dai cortili

“Il tempo dell’immaginazione urbana” è la seconda edizione del progetto promosso dall’associazione Kallipolis con Atc del Piemonte centrale e il sostegno di Compagnia di San Paolo che scommette sull’arte pubblica come strumento di rigenerazione urbana. Il 28 ottobre alle 18 una performance al quartiere Lucento

di Redazione

Giunge alla seconda edizione con il titolo “Il tempo dell’immaginazione urbana”, Urrà Torino, ovvero URban RegenerAction in Torino, un progetto, promosso dall’Associazione Kallipolis in collaborazione con Atc del Piemonte Centrale e con il sostegno di Compagnia di San Paolo, che scommette sull’arte pubblica quale strumento di attivazione delle comunità locali in aree di edilizia popolare grazie ad attività mirate di rigenerazione urbana.
Urrà Torino promuove la cultura come strumento di empowerment di una parte della cittadinanza spesso associata a degrado e marginalità, prevedendo la decentralizzazione di iniziative culturali ed artistiche in aree “periferiche”, valorizzandole quali luoghi di interesse attraverso il coinvolgimento diretto degli abitanti.
L’arte pubblica – sottolinea una nota – può innescare un processo di riqualificazione culturale restituendo valore al prezioso patrimonio architettonico dell’edilizia residenziale pubblica in Italia. L’intento è di creare un legame profondo con la popolazione in un percorso di immaginazione collettiva.

Come nuova area per questa edizione è stato scelto il complesso di residenza pubblica di via Verolengo / Via Forlì costituito da due isolati liberty costruiti tra il 1908 e il 1910, all’interno di Lucento, quartiere periferico a carattere popolare.
L’azione dal vivo, oggi 28 ottobre, a partire dalle ore 18 (appuntamento in via Verolengo 181), viene portata avanti dall’architetto e artista Maurizio Cilli che è stato scelto dalla giuria tecnica guidata da Sergey Kantsedal, curatore per questa seconda edizione di Urrà, e composta da Luisa Perlo, curatrice e cofondatrice di a.titolo; Caterina Avataneo, curatrice indipendente; Guido Costa, curatore e gallerista; Gianluigi Recuperati, scrittore e Simona Patria di Atc del Piemonte Centrale.

Cilli, dopo un’attenta e approfondita analisi della storia del territorio e a partire dalle memorie degli abitanti propone “Forme vaghe danzarono sul fango lucente”: un’azione dal vivo che nella sua improvvisa e transitoria consistenza attraversa i cortili e si configura con i caratteri di un passage che evoca gli stati emotivi di una processione rituale.

«Il contesto di questo lavoro sono i cortili del quartiere connotati da un’architettura di qualità risalente al 1910, nei quali appare evidente una precaria gestione della manutenzione delle parti comuni, scarso decoro e un senso di diffuso disincanto e rassegnazione nelle parole di chi le abita dovuta all’incuria generalizzata del bene comune» spiega Cilli che aggiunge: «ho scelto di sperimentare un’esperienza collettiva dal vivo da imprimere e conservare nella coscienza della memoria affettiva. L’opera assume le sembianze di una rappresentazione rituale suggestiva. Questo esperimento è definito Momentary Place e attraversa i cortili evocando gli stati emotivi di una processione rituale».

Al centro la ricostruzione di una memoria collettiva dalla quale ripartire e da celebrare con una performance artistica nei cortili dei due complessi residenziali, con il coinvolgimento delle realtà oggi attive sul territorio. L’intenzione è quella di determinare le condizioni “scultoree” di un “tableau vivant” non pianificato, capace di risvegliare il desiderio di rifondare una rappresentanza attiva di Comunità.

Sono coinvolti nell’azione la Banda Musicale Salus diretta dal Maestro Massimo Sanfilippo e la voce soprano Fè Avouglan. Il progetto è curato da Sergey Kantsedal. L’artista – si legge in una nota – dedica questo lavoro all’amica Luisa Perlo, curatrice del collettivo a.titolo recentemente scomparsa.

Nelle immagini il cortile e le case del quartiere di edilizia popolare – foto da ufficio stampa


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