Sostenibilità sociale e ambientale

Stefanini (ASviS): “Esg, nessun alibi per la fragilità della esse”

Il presidente e portavoce dell'Alleanza per lo sviluppo sostenibile - ASviS interviene sul tema dalla debolezza degli investimenti sociali in materia di responsabilità di impresa. Ascolta l'episodio n. 30 di VitaPodcast

di Giampaolo Cerri

La "esse" debole. La "esse" fragile. La "esse" da far crescere. Stiamo parlando della "esse" di "social" nella triade Esg che contrassegna la moderna responsabilità di impresa. Un sociale che stenta, rispetto all'"Environmental", l'ambientale, che le azienda praticano, un po' per convinzione un po' per convenienza, e rispetto alla "governance", che riguarda soprattutto (ma non solo) i rapporti interni, le relazioni coi dipendenti, il capitale umano e che quindi registra un'attenzione diciamo fisiologica.

Di questo tema, cui abbiamo dedicato il magazine di Ottobre, che trovate ancora per qualche giorno in edicola, abbiamo parlato con Pierluigi Stefanini, presidente e portavoce dell'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile – ASviS, che ci ha raccontato come l'obiezione della difficoltà a misurare l'impatto sociale di alcune azioni, spesso formulata dalle aziende, sia molto spesso un alibi. Secondo Stefanini, l'Agenda 2030 dell'Onu e gli stessi goals che propone in materia di sviluppo sostenibile, fornirebbero un orizzonte chiaro cui tendere e la tassonomia sociale europea, in preparazione, fornirà una strada percorribile.

Stefanini, classe 1953, è un manager di lungo corso, che ha svolto una brillante carriera nel mondo cooperativo e nelle più grandi realtà economiche e finanziarie che da esso hanno preso origine: da Coop Adriatica a Unipol, di cui è stato presidente fino a pochi mesi fa.

Ascolta l'intervista su VitaPodcast.


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