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Comune ad esclusione zero. Nel “granaio delle idee”, il futuro di Roseto Capo Spulico

“Nessuno si senta escluso” trova espressione e significato nel piccolo comune dell’alto Ionio cosentino. Qui una progettazione olistica mette a sistema capitale naturale, capitale sociale e capitale umano

di Gabriella Debora Giorgione

Un dialogo aperto tra il “capitale naturale” e le idee progettuali. A Roseto Capo Spulico il sindaco Rosanna Mazzia ha chiamato a raccolta tutta la sua comunità per presentare a Fondazione “Con il Sud”, NeXt-Nuova Economia per Tutti, Consorzio “Sale della Terra”-Rete dei Piccoli Comuni del Welcome, il patrimonio materiale e immateriale del suo borgo autentico.

Il 28 ottobre, infatti, Carlo Borgomeo, presidente di Fondazione con il Sud e Angelo Moretti, presidente del Consorzio Sale della Terra, insieme al sindaco Mazzia hanno animato un dibattito sul futuro desiderabile, ma concretamente attuabile, del piccolo comune calabrese.

Millenovecento abitanti nell’Alto Ionio Cosentino, colonia della Antica Sybaris, Roseto Capo Spulico prende il suo nome dalla diffusione della coltura delle rose in epoca greco-romana, che venivano utilizzate per riempire i guanciali delle principesse sibarite. Ed è proprio con il progetto “Figli delle Rose” che Roseto Capo Spulico ha vinto nel 2020 il premio “Comune Ambasciatore di Economia Civile” al Festival dell’Economia Civile, con la promessa che il suo modello di economia, sostenibile e inclusivo coinvolgesse in processi di crescita e sviluppo le associazioni e l’intera comunità.

Detto, fatto. Dal 2020, e nonostante la pandemia, Rosanna Mazzia – che è sindaco di Roseto Capo Spulico dal 2014 dopo esserne stata il vicesindaco per due legislature precedenti – mette a sistema una serie di progettazioni che aveva già cominciato dal suo primo mandato. Con l’adesione alla Rete dei Piccoli Comuni del Welcome, arriva l’incontro con il Consorzio Sale della Terra di Angelo Moretti e con la NeXt-Nuova Economia per Tutti di Luca Raffaele: inizia dunque una nuova progettazione sul territorio comunale.

Obiettivo: esclusione zero, perché «Le fragilità delle persone sono il primo pensiero del sindaco di una comunità», dice la Mazzia. Ma con un metodo, quello della progettazione partecipata con una visione olistica dell’intero piccolo comune.

“Singoli” luoghi rigenerati da “singole” progettazioni – consistenti gli ultimi finanziamenti arrivati: tre milioni e mezzo di euro, tra CIS Calabria e bando Borghi PNRR – che da oggi saranno messi in connessione per intercettare tutte le persone in situazioni di fragilità alle quali dare nuova chance di futuro attraverso inclusione e lavoro.

A partire da un polo laboratoriale multifunzionale che negli anni è stato sede di un ambulatorio, poi della scuola media, poi sede di un’associazione e infine sede di spogliatoi per i campi da gioco vicini. E che oggi è stato recuperato e trasformato in un hub per un laboratorio di falegnameria, un laboratorio di trasformazione di prodotti alimentari con la cucina professionale da poco installata, una medicheria, una sala multimediale.

Qui sono in programma attività di lavoro inclusivo per i rosetani, ma anche per le famiglie attualmente inserite nel progetto SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) di Anci che ospita attualmente tre famiglie con sei bambini in tutto che vanno da uno a dodici anni, ma ha una potenzialità di venticinque ospiti.

Anche l’antico granaio sotto il castello a mare federiciano è stato recuperato grazie ad un progetto, questa volta PON Legalità: adesso è sede del consiglio comunale e di eventi come, appunto, quello con “Con il Sud”, “Sale della Terra”-Rete del Welcome e NeXt.

“Comune ad esclusione zero” nasce dall'esigenza di dare alla comunità di Roseto un nuovo futuro che vada oltre l’attuale “asset” del turismo della stagione estiva che arriva a oltre trentamila presenze e coinvolge tantissimi operatori soprattutto giovani, ma non basta. Occorre ragionare su altre opzioni di futuro, a partire da un welfare di comunità e dalle energie territoriali che sono ancora inespresse.

Come si arriva, dunque, al futuro “esclusione zero” di Roseto 2030?

Per Angelo Moretti «il welfare generativo ha la capacità di “attivare” le energie sociali e le comunità, a partire dalle persone con disabilità e fragilità». Racconta dell’esperienza del suo Consorzio che proprio dalle persone fragili ha sempre ricevuto impulsi nuovi dai quali sono nati fattorie e orti sociali, bistrot e pasticcerie, alberghi diffusi etici e store con prodotti di agricoltura coesiva che oggi sono in tutta Italia. Moretti – che a Roseto è venuto con il Direttore generale e la Capo Ufficio progettazione di Sale della Terra, Francesco Giangregorio e Doriana Bollo – cita anche l’esperienza dei tanti Piccoli Comuni del Welcome, di cui Roseto è parte, in cui sono nati “luoghi” di attivazione sociale che hanno generato economia civile: cooperative di comunità, progetti SAI, budget di salute, reddito di cittadinanza in testa.

Su questo concorda anche Carlo Borgomeo: lo sviluppo non arriva da fuori, non è un “evento che succede”. Dopo settantadue anni di finanziamenti con la cassa per il Mezzogiorno, infatti, il Sud ha recuperato solo qualche punto percentuale di crescita. E svela che ciò che l’ha colpito durante tutta la giornata in cui ha visitato il borgo è stato che nessuno ha mai parlato di quanto o di cosa la sua Fondazione potesse “dare” o “fare”.

Dal tavolo di discussione emergono per Borgomeo alcuni notevoli punti di forza di Roseto Capo Spulico: l’attenzione ai fragili, una comunità coesa, la bellezza, l’ambiente, l’amore per la propria terra. Ma c’è una condizione che va fortemente “riempita” ed è il senso di responsabilità della comunità, l’autonomia. E lo spirito di iniziativa, che è uno “scatto” psicologico perché “restare ad aspettare crea dipendenza”. E la dipendenza non genera né libertà né tantomeno economia e men che mai rafforza le comunità.

Più che di un master plan, per Borgomeo tre sono gli obiettivi che Roseto deve darsi: suscitare il desiderio dei giovani di non andare via oppure di tornare e questa si chiama “attrattività del territorio”; sicuramente allungare il più possibile la stagione estiva migliorando l’offerta dei luoghi di servizio e facendo pressing per migliorare i collegamenti, puntare sulle dinamiche di consumo dei prodotti del genius loci di Roseto. «Se tutti voi ci metterete questa forza, la Fondazione “Con il Sud”, e anche un po’ io, Carlo Borgomeo come persona, ci metteremo testa e un po’ di relazioni consolidate che abbiamo nella nostra piattaforma».