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Cooperazione & Relazioni internazionali

Al porto di Catania “lo sbarco selettivo” del governo Meloni: ora tocca disobbedire

Sono 214 le persone rimaste a bordo dalla nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere, 35 sulla Humanity 1. Le Ong si rifiutano di lasciare il porto come previsto dal nuovo decreto interministeriale e presentano i primi ricorsi: "il soccorso termina solo quando tutti i naufraghi saranno portati a terra in un luogo sicuro". La tensione è alta: due migranti si sono gettati in acqua nel tentativo di raggiungere la banchina del porto. Di fronte alle coste siciliane la Ocean Viking con 234 migranti a bordo e la Rise Above con 93 persone. La solidarietà della Rete Antirazzista Catanese e del Vescovo di Catania Monsignor Luigi Renna.

di Alessandro Puglia

Naufraghi che possono sbarcare altri invece costretti a rimanere a bordo perché considerati “carico residuale” come li ha definiti il vicepremier Matteo Salvini. Al porto di Catania da sabato sera va in scena quello che è stato definito dal nuovo governo come “lo sbarco selettivo”, in baso al decreto interministeriale firmato dai ministri dell’Interno Matteo Piantedosi, della Difesa, Guido Crosetto, e dei Trasporti, Matteo Salvini.

A bordo della Humanity 1 sono rimaste 35 persone di fronte ai 144 che hanno avuto diritto a sbarcare, mentre sono ancora 214 i migranti a bordo della Geo Barents di Medici Senza Frontiere, 357 le persone invece che sono state fatte sbarcare. E nella notte proprio a bordo della nave di Medici Senza Frontiere è stata necessaria un’evacuazione medica d’urgenza dopo che un uomo a bordo ha accusato forti dolori addominali che non potevano essere curati a bordo.

“Dopo il trasferimento medico d’urgenza le persone a bordo manifestano attacchi di panico, molti presentano infezioni a livello cutaneo, quindi la situazione a livello medico e psicologico è chiaramente aperta come è ancora in corso la nostra operazione di soccorso perché lo sbarco per tutti i naufraghi a bordo non è ancora avvenuto, secondo quelli che sono gli obblighi internazionali e di legge. Abbiamo ricevuto formalmente il decreto interministeriale e il nostro team legale sta lavorando per riscontrare l’illegalità delle azioni messe in campo dalle autorità italiane”, dice dal porto di Catania Riccardo Gatti, responsabile delle operazioni di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere.

I migranti rimasti a bordo gridano aiuto dal ponte della Geo Barents

Il livello di tensione aumenta di ora in ora e già nella giornata di ieri il comandante della Humanity 1, Joachim Ebeling, si è rifiutato di lasciare il porto di Catania, la Ong tedesca presenterà oggi ricorso al Tar del Lazio: “Sarebbe contro le leggi del mare andare via con i sopravvissuti, dobbiamo trovare una soluzione qui”, ha detto il comandante. Due migranti a bordo della Geo Barents si sono invece buttati in acque nel tentativo di raggiungere la banchina del porto. Sono in buone condizioni.
Restano invece di fronte alle coste catanesi la Ocean Viking di Sos Mediterranee con 234 migranti e la Rise Above di Mission Lifeline con 93 persone in precarie condizioni di salute e psicologiche.

Attorno all’area che delimita il molo di Lavante continuano le proteste della Rete antirazzista catanese, mentre continua la battaglia di Aboubakar Soumahoro, neo deputato alla Camera di Verdi e Sinistra Italiana. E in serata è arrivato al molo l’arcivescovo di Catania Monsignor Luigi Renna che oltre ad incontrare alcuni dei superstiti ha ribadito la necessità di rivedere “il criterio della selezione, invitando il governo italiano a trovare una soluzione per consentire lo sbarco a terra di tutti i naufraghi”.


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